La tesi si pone l’obiettivo di proporre una possibile soluzione per la grande area dismessa dello Scalo Farini a Milano. Facendo ciò, affronta diverse questioni, attualmente oggetto di dibattito. L’integrazione tra diverse discipline risulta fondamentale in un’area così grande e in un momento in cui l’architettura prende strade diverse, discordanti tra loro, senza che questi ambiti disciplinari comunichino tra loro. La scelta dell’integrazione, più complessa, si pone comunque un obiettivo di coerenza, senza tuttavia la presunzione di completezza. Il termine “sostenibilità” meglio riassume la strada intrapresa, applicando questo concetto non solo alla scelta tecnologica alla scala del manufatto, ma anche alle scelte operate in altri ambiti. I temi della qualità dello spazio aperto, della mobilità, del verde, del progetto dell’edificio si intersecano e si coniugano con la specificità del luogo e della sua storia, valorizzando il valore della stratificazione dei tessuti urbani, protagonista delle vicende storiche dello scalo. Dopo un’analisi effettuata alla scala territoriale ed urbana, è stata formulata un’ipotesi urbanistica sullo scalo Farini. All’interno del progetto dello scalo, l’attenzione si è poi concentrata su un certo ambito: è stata restituita alla Villa Simonetta la sua originaria dignità attraverso la giustapposizione ad essa di un edificio adibito a centro civico ed auditorium, che si relaziona con la Villa stessa, con lo scalo ferroviario e con il grande parco. L’analisi dei problemi acustici, di illuminazione, di ventilazione, di risparmio energetico hanno portato alla formulazione di un’ipotesi che si confronta con la storia e con la modernità al tempo stesso. Le scelte tecnologiche sostenibili ipotizzate risultano dunque essere un tassello di una costruzione più ampia, avvalorando ulteriormente la fase progettuale. Il processo progettuale rappresenta il punto centrale di questo elaborato, in quanto una progettazione integrata dei diversi ambiti non può prescindere da un continuo confronto tra progetto e idee, vissuto non come processo lineare dalla micro alla macro-scala, ma come elaborazione tortuosa alla ricerca di coerenza e sensatezza nei diversi ambiti.

Contrappunti. Progetto di un auditorium e centro ambientale per lo scalo Farini

DI MATTEO, ROBERTA
2012/2013

Abstract

La tesi si pone l’obiettivo di proporre una possibile soluzione per la grande area dismessa dello Scalo Farini a Milano. Facendo ciò, affronta diverse questioni, attualmente oggetto di dibattito. L’integrazione tra diverse discipline risulta fondamentale in un’area così grande e in un momento in cui l’architettura prende strade diverse, discordanti tra loro, senza che questi ambiti disciplinari comunichino tra loro. La scelta dell’integrazione, più complessa, si pone comunque un obiettivo di coerenza, senza tuttavia la presunzione di completezza. Il termine “sostenibilità” meglio riassume la strada intrapresa, applicando questo concetto non solo alla scelta tecnologica alla scala del manufatto, ma anche alle scelte operate in altri ambiti. I temi della qualità dello spazio aperto, della mobilità, del verde, del progetto dell’edificio si intersecano e si coniugano con la specificità del luogo e della sua storia, valorizzando il valore della stratificazione dei tessuti urbani, protagonista delle vicende storiche dello scalo. Dopo un’analisi effettuata alla scala territoriale ed urbana, è stata formulata un’ipotesi urbanistica sullo scalo Farini. All’interno del progetto dello scalo, l’attenzione si è poi concentrata su un certo ambito: è stata restituita alla Villa Simonetta la sua originaria dignità attraverso la giustapposizione ad essa di un edificio adibito a centro civico ed auditorium, che si relaziona con la Villa stessa, con lo scalo ferroviario e con il grande parco. L’analisi dei problemi acustici, di illuminazione, di ventilazione, di risparmio energetico hanno portato alla formulazione di un’ipotesi che si confronta con la storia e con la modernità al tempo stesso. Le scelte tecnologiche sostenibili ipotizzate risultano dunque essere un tassello di una costruzione più ampia, avvalorando ulteriormente la fase progettuale. Il processo progettuale rappresenta il punto centrale di questo elaborato, in quanto una progettazione integrata dei diversi ambiti non può prescindere da un continuo confronto tra progetto e idee, vissuto non come processo lineare dalla micro alla macro-scala, ma come elaborazione tortuosa alla ricerca di coerenza e sensatezza nei diversi ambiti.
MONTEDORO, LAURA
GOZZI, GIO'
BRUNETTI, GIANLUCA
TRISCUOGLIO, MARCO
ARC II - Scuola di Architettura Civile
28-apr-2014
2012/2013
Tesi di laurea Magistrale
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