Minimizing the impact of cost-related factors, how do we describe affordable housing? What does it really mean to inhabit a low cost house? If house designs interpret the culture of a population, what role is played by tradition and material culture? Can tradition be a key factor to improve the quality of a dwelling? Economic, social and political aspects of ongoing changes can be assessed through various monitoring tools. Housing nevertheless, and, with it, its heritage of anthropologic, cultural and symbolic values, is possibly the single field of these mutations that has not been investigated in a dedicated manner. The research has analysed housing projects completed in developing countries and in less developed areas of emerging countries to understand the ongoing dynamics around affordable housing, a type of housing that does not fit a regular estate market. Particularly, besides assessing elements that affect cost ad quality in a residential project, it has been reflected around what makes a new residence more accessible and appealing to those who do not have one and have limited resources. This has been achieved, not only defining what is meant by quality, in term of construction, form and aggregation patterns, but also trying to understand how much the relationship with a cultural context and its traditions contributes to the quality of a domestic environment. A domestic environment where space is gesture and purpose oriented more than form-driven. Building on the recent studies on alternative economic models such as that of the Gross National Happiness, the research has also taken into account the implications of its outcomes onto the housing stock in order to identify future actions that might be replicated in situations where funds are short but human capital is large.

A partire dal 2007 la maggior parte della popolazione mondiale, contrariamente a quanto riscontrato per tutta la durata della storia umana, vive in contesto urbano. A conferma di questo, tutti gli studi predicono un aumento degli abitanti nelle città, in particolare nei paesi in via di sviluppo e soprattutto nelle megacities, le aree metropolitane con una popolazione che supera i 10 milioni di abitanti. Ma se oggi in tutto il mondo esistono 35 di queste aree metropolitane, con Tokyo e Shanghai che raggiungono ciascuna più di 30 milioni di abitanti ciascuna, le Nazioni Unite prevedono che entro il 2030 ce ne saranno almeno 41, di cui trenta solo in Asia. Tutte queste persone, dopo un primo periodo che secondo le statistiche trascorreranno in un insediamento informale, avranno la necessità di trovare una sistemazione dignitosa e l’affordable housing rappresenta la soluzione più accessibile per la maggior parte di essi. Ma come descrivere questo tipo di abitazione, che non rientra nel mercato immobiliare regolare, cercando di affiancare alle preoccupazioni economiche qualche caratteristica del suo progetto architettonico? Se il disegno della casa riflette la cultura di un popolo, che ruolo per tradizione e cultura materiale? Può la tradizione migliorare la qualità di una residenza? Aspetti economici, sociali, politici dei mutamenti in atto oggi nei paesi in via di sviluppo possono essere verificati attraverso diversi strumenti di monitoraggio. La residenza tuttavia, e con essa il patrimonio di valori antropologici, culturali e simbolici dei suoi interni, è forse il singolo ambito di questi mutamenti che ancora non è stato investigato. Durante la prima fase di lavoro, la ricerca ha preso in considerazione un gran numero di progetti per residenza a basso costo realizzati nel terzo mondo in modo di approfondire le dinamiche in atto intorno all’affordable housing. In particolare, oltre ai fattori che influiscono sul costo e sulla qualità del progetto dell’abitare, si è riflettuto su ciò che può rendere più accessibile e appetibile una nuova residenza a chi ha risorse limitate o non ne ha. Questo è stato affrontato provando ad analizzare alcuni indicatori di qualità (come costruzione, forma e modelli di aggregazione, ...), oltre che cercando di comprendere le diverse dinamiche in atto e in particolare quanto la relazione con il contesto culturale e con le sue tradizioni contribuiscono alla qualità dell’abitare. Uno spazio, quello domestico, interpretato secondo l’approccio proprio della disciplina dell’architettura degli interni di scuola milanese e quindi orientato ad accogliere i gesti dell’agire umano e la rete di relazioni con se stessi, con le cose, con gli altri, ad essi sottesa. La seconda fase invece ha cercato di verificare quanto le conclusioni di alcuni studi su modelli economici alternativi possono influire sul progetto architettonico dello spazio domestico. Anche grazie ad un periodo di studio sul campo in Bhutan, il paese che ha lanciato l’idea della Felicità Interna Lorda come strumento di pianificazione strategica e che può contare su forme della tradizione molto definite oltre che a un patrimonio di affordable housing consistente, si è provato a identificare specifiche strategie di progetto che possano essere replicate in contesti dove i fondi sono minimi ma il capitale umano, e culturale, è significativo. Quello che emerge è un panorama piuttosto ampio di esperienze che a volte associano impropriamente rifugi di prima accoglienza post-catastrofe a residenze, seppur modeste o semplificate, capaci di ospitare generazioni di occupanti ma che al tempo stesso offrono diverse soluzioni di progetto utili per arricchire il dibattito intorno all’abitare contemporaneo. Tra i possibili sviluppi della ricerca si intravedono tre aspetti interessanti: - lo spazio domestico che conosciamo è fortemente condizionato dal nostro modello di società e famiglia, quali dispositivi spaziali potrebbero essere presi in considerazione per offrire abitazioni adeguate ad un utenza culturalmente diversificata? [ibridazione] - la costruzione di affordable housing nei paesi in via di sviluppo offre riflessioni utili anche per ripensare il modo di definire programmi di progetto e gestione del processo di costruzione che possono essere utili anche in Italia, quali pratiche si potrebbero sviluppare? [contaminazione] - le ragioni dei maggiori conflitti nell’era moderna hanno rivelato una forte componente ideologica e identitaria, quale ruolo gioca la forma della casa? [mitigazione del conflitto sociale].

When tradition counts. The architecture of interiors and tradition in third world affordable housing designs

CALVI, BARBARA

Abstract

Minimizing the impact of cost-related factors, how do we describe affordable housing? What does it really mean to inhabit a low cost house? If house designs interpret the culture of a population, what role is played by tradition and material culture? Can tradition be a key factor to improve the quality of a dwelling? Economic, social and political aspects of ongoing changes can be assessed through various monitoring tools. Housing nevertheless, and, with it, its heritage of anthropologic, cultural and symbolic values, is possibly the single field of these mutations that has not been investigated in a dedicated manner. The research has analysed housing projects completed in developing countries and in less developed areas of emerging countries to understand the ongoing dynamics around affordable housing, a type of housing that does not fit a regular estate market. Particularly, besides assessing elements that affect cost ad quality in a residential project, it has been reflected around what makes a new residence more accessible and appealing to those who do not have one and have limited resources. This has been achieved, not only defining what is meant by quality, in term of construction, form and aggregation patterns, but also trying to understand how much the relationship with a cultural context and its traditions contributes to the quality of a domestic environment. A domestic environment where space is gesture and purpose oriented more than form-driven. Building on the recent studies on alternative economic models such as that of the Gross National Happiness, the research has also taken into account the implications of its outcomes onto the housing stock in order to identify future actions that might be replicated in situations where funds are short but human capital is large.
BASSO PERESSUT, LUCA
7-apr-2017
A partire dal 2007 la maggior parte della popolazione mondiale, contrariamente a quanto riscontrato per tutta la durata della storia umana, vive in contesto urbano. A conferma di questo, tutti gli studi predicono un aumento degli abitanti nelle città, in particolare nei paesi in via di sviluppo e soprattutto nelle megacities, le aree metropolitane con una popolazione che supera i 10 milioni di abitanti. Ma se oggi in tutto il mondo esistono 35 di queste aree metropolitane, con Tokyo e Shanghai che raggiungono ciascuna più di 30 milioni di abitanti ciascuna, le Nazioni Unite prevedono che entro il 2030 ce ne saranno almeno 41, di cui trenta solo in Asia. Tutte queste persone, dopo un primo periodo che secondo le statistiche trascorreranno in un insediamento informale, avranno la necessità di trovare una sistemazione dignitosa e l’affordable housing rappresenta la soluzione più accessibile per la maggior parte di essi. Ma come descrivere questo tipo di abitazione, che non rientra nel mercato immobiliare regolare, cercando di affiancare alle preoccupazioni economiche qualche caratteristica del suo progetto architettonico? Se il disegno della casa riflette la cultura di un popolo, che ruolo per tradizione e cultura materiale? Può la tradizione migliorare la qualità di una residenza? Aspetti economici, sociali, politici dei mutamenti in atto oggi nei paesi in via di sviluppo possono essere verificati attraverso diversi strumenti di monitoraggio. La residenza tuttavia, e con essa il patrimonio di valori antropologici, culturali e simbolici dei suoi interni, è forse il singolo ambito di questi mutamenti che ancora non è stato investigato. Durante la prima fase di lavoro, la ricerca ha preso in considerazione un gran numero di progetti per residenza a basso costo realizzati nel terzo mondo in modo di approfondire le dinamiche in atto intorno all’affordable housing. In particolare, oltre ai fattori che influiscono sul costo e sulla qualità del progetto dell’abitare, si è riflettuto su ciò che può rendere più accessibile e appetibile una nuova residenza a chi ha risorse limitate o non ne ha. Questo è stato affrontato provando ad analizzare alcuni indicatori di qualità (come costruzione, forma e modelli di aggregazione, ...), oltre che cercando di comprendere le diverse dinamiche in atto e in particolare quanto la relazione con il contesto culturale e con le sue tradizioni contribuiscono alla qualità dell’abitare. Uno spazio, quello domestico, interpretato secondo l’approccio proprio della disciplina dell’architettura degli interni di scuola milanese e quindi orientato ad accogliere i gesti dell’agire umano e la rete di relazioni con se stessi, con le cose, con gli altri, ad essi sottesa. La seconda fase invece ha cercato di verificare quanto le conclusioni di alcuni studi su modelli economici alternativi possono influire sul progetto architettonico dello spazio domestico. Anche grazie ad un periodo di studio sul campo in Bhutan, il paese che ha lanciato l’idea della Felicità Interna Lorda come strumento di pianificazione strategica e che può contare su forme della tradizione molto definite oltre che a un patrimonio di affordable housing consistente, si è provato a identificare specifiche strategie di progetto che possano essere replicate in contesti dove i fondi sono minimi ma il capitale umano, e culturale, è significativo. Quello che emerge è un panorama piuttosto ampio di esperienze che a volte associano impropriamente rifugi di prima accoglienza post-catastrofe a residenze, seppur modeste o semplificate, capaci di ospitare generazioni di occupanti ma che al tempo stesso offrono diverse soluzioni di progetto utili per arricchire il dibattito intorno all’abitare contemporaneo. Tra i possibili sviluppi della ricerca si intravedono tre aspetti interessanti: - lo spazio domestico che conosciamo è fortemente condizionato dal nostro modello di società e famiglia, quali dispositivi spaziali potrebbero essere presi in considerazione per offrire abitazioni adeguate ad un utenza culturalmente diversificata? [ibridazione] - la costruzione di affordable housing nei paesi in via di sviluppo offre riflessioni utili anche per ripensare il modo di definire programmi di progetto e gestione del processo di costruzione che possono essere utili anche in Italia, quali pratiche si potrebbero sviluppare? [contaminazione] - le ragioni dei maggiori conflitti nell’era moderna hanno rivelato una forte componente ideologica e identitaria, quale ruolo gioca la forma della casa? [mitigazione del conflitto sociale].
Tesi di dottorato
File allegati
File Dimensione Formato  
2017_04_PhD_Calvi_01.pdf

non accessibile

Descrizione: Testo della tesi
Dimensione 9.15 MB
Formato Adobe PDF
9.15 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
2017_04_PhD_Calvi_02.pdf

non accessibile

Descrizione: Atlante dei casi studio
Dimensione 27.29 MB
Formato Adobe PDF
27.29 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri

I documenti in POLITesi sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/132685