Questa ricerca parte dall’opporsi ad un dolore, un reagire, un lottare silenzioso, in un momento in cui si combatte senza forze, dove si abbraccia tutta la solitudine interiore e l’unico modo di reagire è nascondersi, è negarsi e scomparire, celebrando una bellezza a bassa voce. La discrezione è un atto volontario, una consapevole scelta di vita in una società che ci obbliga ad apparire, protagonisti inesorabilmente presenti dove l’unico modo per reagire è negarsi; il rovescio esatto dei 15 minuti di fama di Wharol a cui si contrappone un sogno di anonimato, il non essere più rintracciabili, il non dover più interpretare qualcun altro, il poter disperdersi nella folla in quel desiderio baudelairiano di rinchiudersi in se stessi per riscoprirsi. Si sviluppa una sorta di auto censura, un modo per celarsi, proteggersi e difendere quell’intimità che la società tenta di strapparci. Siamo quindi nudi di fronte al giudizio costante del mondo che ci scruta fino alle interiora, releghiamo quindi l’intimità all’unico luogo in cui ancora non ha accesso, i sogni. La discrezione ha bisogno di iscriversi in una sospensione di tempo che ha valore in quanto tale. Non potremmo essere costantemente discreti in un nascondino senza fine, un suicidio sociale o un annullamento definitivo. È l’esperienza del godimento paraddossale del ritirarsi, è un reagire consapevole, un combattere in posizione di difesa, è un agire in incognito, dello scomparire momentaneo per abbandonarsi all’apparizione dell’altro. Il corpo si dispiega nello spazio che non è geometrico e in un tempo che non è cronologico. Un viaggio fisico e catartico che lo porta all’incontro con altri corpi; ed è l’incontro che viene qui analizzato, un incontro che permette di scoprire il suo essere, il suo rapporto col mondo e con un altro corpo. Il corpo quindi appare per poter incontrare; un apparizione fittizia, dettata da un dolore psicosomatico che traduce in fisicità ciò che si nasconde nell’interiorità. Indaga distanze ottimali, proporzionali ai suoi gesti, accompagnati dalle sue parole che giungono fin dove arriva il suono della sua voce; distanze che si assottigliano talmente da declinarlo a corpo d’amore che gioca col pudore, con la carne e il ricoprirla, arrivando a nascondersi per non essere oggettificato dallo sguardo altrui. Legato o distrutto e fatto a pezzi dal desiderio altrui, arriva infine alla situaizone limite dello scomparire, dove il congedo del corpo da spazio solo al silenzio. Un vuoto che può essere rotto solo dalle parole, dal verbo che superando il nulla riporta i due corpi alla comunicazione e all’incontro.
Personne
SICILIANO, MARCO
2015/2016
Abstract
Questa ricerca parte dall’opporsi ad un dolore, un reagire, un lottare silenzioso, in un momento in cui si combatte senza forze, dove si abbraccia tutta la solitudine interiore e l’unico modo di reagire è nascondersi, è negarsi e scomparire, celebrando una bellezza a bassa voce. La discrezione è un atto volontario, una consapevole scelta di vita in una società che ci obbliga ad apparire, protagonisti inesorabilmente presenti dove l’unico modo per reagire è negarsi; il rovescio esatto dei 15 minuti di fama di Wharol a cui si contrappone un sogno di anonimato, il non essere più rintracciabili, il non dover più interpretare qualcun altro, il poter disperdersi nella folla in quel desiderio baudelairiano di rinchiudersi in se stessi per riscoprirsi. Si sviluppa una sorta di auto censura, un modo per celarsi, proteggersi e difendere quell’intimità che la società tenta di strapparci. Siamo quindi nudi di fronte al giudizio costante del mondo che ci scruta fino alle interiora, releghiamo quindi l’intimità all’unico luogo in cui ancora non ha accesso, i sogni. La discrezione ha bisogno di iscriversi in una sospensione di tempo che ha valore in quanto tale. Non potremmo essere costantemente discreti in un nascondino senza fine, un suicidio sociale o un annullamento definitivo. È l’esperienza del godimento paraddossale del ritirarsi, è un reagire consapevole, un combattere in posizione di difesa, è un agire in incognito, dello scomparire momentaneo per abbandonarsi all’apparizione dell’altro. Il corpo si dispiega nello spazio che non è geometrico e in un tempo che non è cronologico. Un viaggio fisico e catartico che lo porta all’incontro con altri corpi; ed è l’incontro che viene qui analizzato, un incontro che permette di scoprire il suo essere, il suo rapporto col mondo e con un altro corpo. Il corpo quindi appare per poter incontrare; un apparizione fittizia, dettata da un dolore psicosomatico che traduce in fisicità ciò che si nasconde nell’interiorità. Indaga distanze ottimali, proporzionali ai suoi gesti, accompagnati dalle sue parole che giungono fin dove arriva il suono della sua voce; distanze che si assottigliano talmente da declinarlo a corpo d’amore che gioca col pudore, con la carne e il ricoprirla, arrivando a nascondersi per non essere oggettificato dallo sguardo altrui. Legato o distrutto e fatto a pezzi dal desiderio altrui, arriva infine alla situaizone limite dello scomparire, dove il congedo del corpo da spazio solo al silenzio. Un vuoto che può essere rotto solo dalle parole, dal verbo che superando il nulla riporta i due corpi alla comunicazione e all’incontro.File | Dimensione | Formato | |
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