L’aspetto del paesaggio odierno è soggetto a mutazioni sempre più critiche e veloci dovute principalmente alla quantità e alla concentrazione degli interventi umani sul territorio. L’uomo, difatti, con la sua sola presenza, diventa, insieme alla natura, uno dei principali attori che plasma e modifica il territorio alterando significativamente il paesaggio. Questa alterazione persiste anche quando l’intervento umano cessa, di colpo o gradualmente, generando paesaggi ibridi che, pur presentando evidenti tracce di antropizzazione, sono privi della componente umana. Dei veri e propri paesaggi fantasma. Il progetto di tesi mira a recuperare l’interesse perduto per un territorio in decadenza e semi-abbandonato, intervenendo sui diversi livelli di lettura e percezione del paesaggio. L’entroterra siciliano presenta difatti tutte le caratteristiche tipiche di un paesaggio fantasma. Esso pullula di vecchi borghi e insediamenti feudali in stato di abbandono, come nel caso della Borgata Santa Rita, oggetto dell’intervento progettuale, dove la popolazione è gradualmente passata da poco più di un migliaio di unità a una scarsa dozzina. L’obiettivo è quello di generare nell'area un luogo in cui si possano concentrare le principali attività sociali di importanza cruciale per tenere in vita la Borgata, un luogo in cui i visitatori diventino contemporaneamente attori e spettatori del paesaggio e in cui si possa avviare un potenziale indotto per il turismo sostenibile. Il progetto prevede una leggera riqualifica funzionale dell’area (dis)abitata che sfrutti con rispetto le preesistenze architettoniche, come alcuni ruderi e spazi non utilizzati, attraverso l’inserimento di alcuni elementi che, dal borgo ai campi di grano limitrofi, permettono di amplificare e intensificare l’esperienza esplorativa del paesaggio rurale dell’entroterra.
Entroterra. Osservatorio sul paesaggio fantasma rurale
LUPO, ANTONIO
2015/2016
Abstract
L’aspetto del paesaggio odierno è soggetto a mutazioni sempre più critiche e veloci dovute principalmente alla quantità e alla concentrazione degli interventi umani sul territorio. L’uomo, difatti, con la sua sola presenza, diventa, insieme alla natura, uno dei principali attori che plasma e modifica il territorio alterando significativamente il paesaggio. Questa alterazione persiste anche quando l’intervento umano cessa, di colpo o gradualmente, generando paesaggi ibridi che, pur presentando evidenti tracce di antropizzazione, sono privi della componente umana. Dei veri e propri paesaggi fantasma. Il progetto di tesi mira a recuperare l’interesse perduto per un territorio in decadenza e semi-abbandonato, intervenendo sui diversi livelli di lettura e percezione del paesaggio. L’entroterra siciliano presenta difatti tutte le caratteristiche tipiche di un paesaggio fantasma. Esso pullula di vecchi borghi e insediamenti feudali in stato di abbandono, come nel caso della Borgata Santa Rita, oggetto dell’intervento progettuale, dove la popolazione è gradualmente passata da poco più di un migliaio di unità a una scarsa dozzina. L’obiettivo è quello di generare nell'area un luogo in cui si possano concentrare le principali attività sociali di importanza cruciale per tenere in vita la Borgata, un luogo in cui i visitatori diventino contemporaneamente attori e spettatori del paesaggio e in cui si possa avviare un potenziale indotto per il turismo sostenibile. Il progetto prevede una leggera riqualifica funzionale dell’area (dis)abitata che sfrutti con rispetto le preesistenze architettoniche, come alcuni ruderi e spazi non utilizzati, attraverso l’inserimento di alcuni elementi che, dal borgo ai campi di grano limitrofi, permettono di amplificare e intensificare l’esperienza esplorativa del paesaggio rurale dell’entroterra.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
2017_04_Lupo.pdf
non accessibile
Descrizione: Testo della tesi
Dimensione
40.46 MB
Formato
Adobe PDF
|
40.46 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in POLITesi sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/10589/132915