Scalo Farini. Il grande vuoto. Progetto di rigenerazione urbana

The urban regeneration of Scalo Farini, with its nearly seven hundred thousand square meters, is a potential research model for the railyards and the great Milanese disused railway areas. The project shows the need to understand the next hoped-for changes as a reurbanization which takes account of residual starting conditions rather than as a mere development. Facing an urban reality so vast and heterogeneous in a densely populated environment, it is appropriate to preset some key points such as respect for the surrounding urban morphology, strengthening of pedestrian connections and the creation of cultural hubs that encourage the sharing of ideas and constitute an engine of knowledge. The conceptual investigation of this boundless site paradoxically starts from the most minute element, which is the study of detail, which has an inherent gift to change the perception of space: using a language reduced to the essentials, you can streamline the understanding and then the function. The vegetal area is cultivated according to the principles of the "Third Landscape 'and takes on the role of refuge for biodiversity but most of all as a research land on the riches which come from the encounter of different environments. Through the installation of light infrastructures and routes on the tracks, it allows the user to observe and explore the true nature and empower its ecological consciousness. Regarding the pre-existing infrastructure, there is interest in the conservation and reemployment of large industrial products on the idea of ecological redevelopment ethics, which represents the leitmotiv of the project proposal. The goal is to increase recreational opportunities without radically changing the landscape of the area.

La rigenerazione urbana dello Scalo Farini, con i suoi quasi settecentomila metri quadri, rappresenta un potenziale modello di ricerca per gli scali e le grandi aree ferroviarie dismesse milanesi. Il progetto mostra la necessità di intendere le prossime auspicate trasformazioni come una riurbanizzazione che tenga conto delle condizioni residuali di partenza anzichè come mero sviluppo. Affrontando una realtà urbana così vasta ed eterogenea in un contesto densamente popolato, si ritiene opportuno prestabilire alcuni punti cardine come il rispetto della morfologia urbana circostante, il potenziamento delle connessioni ciclopedonali e la creazione di poli culturali che incentivino la condivisione di idee e costituiscano un motore di sapere. L’indagine concettuale di questo sconfinato sito da riqualificare parte paradossalmente dall’elemento più minuto, cioè lo studio del dettaglio, che ha la dote intrinseca di cambiare la percezione dello spazio: usando un linguaggio ridotto all’essenziale, è possibile rendere più immediata la sua comprensione e quindi la funzione. Lo spazio vegetale viene coltivato secondo i principi del “Terzo Paesaggio” e assume il ruolo di rifugio per la biodiversità ma soprattutto come territorio di ricerca sulle ricchezze che nascono dall’incontro di ambienti differenti. Attraverso l’installazione di infrastrutture leggere e percorsi tra i binari, si consente al fruitore di osservare ed esplorare la vera Natura e responsabilizzare la sua coscienza ecologica. Per quanto riguarda le preesistenze infrastrutturali, c’è l’interesse nella conservazione e rinfunzionalizzazione dei grandi manufatti industriali sull’idea dell’etica di riqualificazione ecologica, che rappresenta il leitmotiv della proposta progettuale. L’ obiettivo è quello di incrementare le opportunità ricreative senza stravolgere il landscape dell’area.