L’area oggetto di studio si caratterizza per la sua centralità fisica all’interno del contesto urbano bergamasco, configurandosi come recapito dell’asse viario principale di Bergamo (l’asse Ferdinandeo, attualmente viale Papa Giovanni XXIII) e, più in generale, della struttura morfologica della città bassa. L’area d’intervento si estende dal bordo della città ottocentesca consolidata fino a sud del tracciato ferroviario, e costituisce un importante nodo di interscambio caratterizzato da una complessa rete infrastrutturale per la presenza della stazione ferroviaria, il terminal della tramvia delle valli, la stazione degli autobus, ed il recapito principale per la connessione con l’aeroporto di Orio al Serio. Se la ferrovia da un lato svolge una fondamentale funzione di collegamento ai territori circostanti, dall’altro costituisce una barriera fisica alla mobilità in direzione nord-sud, fissando il superamento del bordo ferroviario come tema costante nel dibattito sulla crescita urbana di Bergamo. L’obiettivo consiste nel ricucire l’area della stazione al tessuto esistente, recuperando questa zona ormai così centrale, ma parallelamente mira anche a riconnettere tutta l’area sud di Bergamo. L’area di progetto si inserisce infatti nel punto di compenetrazione tra la città compatta, a nord del tracciato ferroviario, e quella della periferia storica, a sud dei binari, che va dissolvendosi nelle aree agricole e industriali. I principi insediativi e morfologici del progetto hanno origine della necessità di superare la barriera ferroviaria non unicamente in termini funzionali, o in termini simbolici, ma in termini di una complessità che sappia coniugare necessità infrastrutturali e valenze urbane. La scelta morfologica strategica dell’intervento prevede una nuova configurazione urbana che permetta la prosecuzione della città a sud, verso il polo scolastico e le Cliniche Gavazzeni e la sua ricongiunzione con la campagna e il sistema dei grandi parchi territoriali in compimento. Il progetto prevede per il superamento della barriera ferroviaria la configurazione di un organismo architettonico complesso, una sorta di “ponte abitato”, adatto funzionalmente e figurativamente a ricucire le parti di città separate dal fascio dei binari creando nuovi circuiti e confluenze, non stabilendo soltanto un contatto tecnico tra i due versanti di città, ma con l’intenzione di far passare la città intera oltre la ferrovia. La ferrovia non sarà più un ostacolo da superare, ma diventerà parte integrante e viva del tessuto urbano, oltre che una risorsa ancor più preziosa per la collettività. Sarà possibile dare vita ad una innovativa polarità territoriale, che consentirà di cambiare radicalmente il volto di zone che versano in stato di abbandono, offrendo risposte a importanti bisogni dei cittadini, come la disponibilità di luoghi di uso collettivo per la socializzazione e il tempo libero, che siano di alta qualità urbana ed attrattivi.

Un ponte abitato a Porta Sud : un attraversamento tra città consolidata e città estesa

FIDONE, UMBERTO
2009/2010

Abstract

L’area oggetto di studio si caratterizza per la sua centralità fisica all’interno del contesto urbano bergamasco, configurandosi come recapito dell’asse viario principale di Bergamo (l’asse Ferdinandeo, attualmente viale Papa Giovanni XXIII) e, più in generale, della struttura morfologica della città bassa. L’area d’intervento si estende dal bordo della città ottocentesca consolidata fino a sud del tracciato ferroviario, e costituisce un importante nodo di interscambio caratterizzato da una complessa rete infrastrutturale per la presenza della stazione ferroviaria, il terminal della tramvia delle valli, la stazione degli autobus, ed il recapito principale per la connessione con l’aeroporto di Orio al Serio. Se la ferrovia da un lato svolge una fondamentale funzione di collegamento ai territori circostanti, dall’altro costituisce una barriera fisica alla mobilità in direzione nord-sud, fissando il superamento del bordo ferroviario come tema costante nel dibattito sulla crescita urbana di Bergamo. L’obiettivo consiste nel ricucire l’area della stazione al tessuto esistente, recuperando questa zona ormai così centrale, ma parallelamente mira anche a riconnettere tutta l’area sud di Bergamo. L’area di progetto si inserisce infatti nel punto di compenetrazione tra la città compatta, a nord del tracciato ferroviario, e quella della periferia storica, a sud dei binari, che va dissolvendosi nelle aree agricole e industriali. I principi insediativi e morfologici del progetto hanno origine della necessità di superare la barriera ferroviaria non unicamente in termini funzionali, o in termini simbolici, ma in termini di una complessità che sappia coniugare necessità infrastrutturali e valenze urbane. La scelta morfologica strategica dell’intervento prevede una nuova configurazione urbana che permetta la prosecuzione della città a sud, verso il polo scolastico e le Cliniche Gavazzeni e la sua ricongiunzione con la campagna e il sistema dei grandi parchi territoriali in compimento. Il progetto prevede per il superamento della barriera ferroviaria la configurazione di un organismo architettonico complesso, una sorta di “ponte abitato”, adatto funzionalmente e figurativamente a ricucire le parti di città separate dal fascio dei binari creando nuovi circuiti e confluenze, non stabilendo soltanto un contatto tecnico tra i due versanti di città, ma con l’intenzione di far passare la città intera oltre la ferrovia. La ferrovia non sarà più un ostacolo da superare, ma diventerà parte integrante e viva del tessuto urbano, oltre che una risorsa ancor più preziosa per la collettività. Sarà possibile dare vita ad una innovativa polarità territoriale, che consentirà di cambiare radicalmente il volto di zone che versano in stato di abbandono, offrendo risposte a importanti bisogni dei cittadini, come la disponibilità di luoghi di uso collettivo per la socializzazione e il tempo libero, che siano di alta qualità urbana ed attrattivi.
ROCA, MASSIMILIANO
ARC I - Facolta' di Architettura e Società
31-mar-2011
2009/2010
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/13341