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La trasformazione dell’area che ha ospitato nel 2015 l’Esposizione Universale deve essere vista come un’occasione per riqualificare un ambito strategico e avviare un più generale processo di rinnovamento dell’intero quadrante Nord-Ovest di Milano. Il nuovo insediamento è concepito come un “luogo di connessione” tra le “isole” di un territorio caratterizzato dalla presenza di funzioni specializzate ed aree dalla marcata monofunzionalità, e tra i sistemi ambientali metropolitani. All’ampio parco che permea l’intero ambito di intervento, da nord-ovest a sud-est, è infatti affidato il compito di ricucire e mettere a sistema gli spazi aperti del contesto immediato e, allo stesso tempo, dar luogo ad una nuova centralità laddove si incontrano due sistemi ambientali di scala vasta: la Dorsale Verde Nord e la “Cintura” e “Raggi” verdi del Comune di Milano. In questo arcipelago di “isole morfologiche e funzionali”, il nuovo intervento accoglie i tracciati e le direttrici più significative per la costruzione di un rinnovato rapporto con l’intorno e li “sovrappone” al disegno del parco. Essi svolgono un ruolo fondamentale nel trasformare l’area dell’Esposizione da “enclave” a luogo di integrazione con il contesto. Il parco è la “matrice” della riforma urbana e ambientale dell’area: modella infatti la sua forma insieme a quella del sistema costruito, articolandosi secondo geometrie complesse per mettere in relazione tra loro le preesistenze che costituiscono la “legacy” di Expo. All’interno del masterplan generale, il comparto che riveste un ruolo strategico è quello destinato ad accogliere i dipartimenti scientifici dell’Università degli Studi di Milano. Concepito e articolato morfologicamente come un “tessuto urbano”, accoglie il parco al suo interno, plasmando e riducendo il suo calibro per rispettare e dare rilevanza alla dimensione più intima. Il carattere più privato e protetto di questo ambito è ulteriormente enfatizzato dalla presenza dei “ponti” che collegano i corpi accademici individuando vere e proprie “porte” che segnano i margini di tale tessuto: nella compenetrazione tra architettura e spazi aperti trova espressione l’eccezionalità del comparto all’interno del sito. Il comparto universitario non è tuttavia un’ “isola funzionale”; il piano terra è infatti completamente aperto alla fruizione pubblica e ospita l’aula magna, la biblioteca, oltre a servizi pubblici e attività di ristorazione. Gli ingressi principali ai dipartimenti e agli spazi didattici sono resi facilmente individuabili grazie ai volumi che contengono la distribuzione verticale. Tali volumi costituiscono di fatto dei landmarks che, accentuati in altezza, sono chiaramente percepibili di giorno ma anche di notte come lanterne luminose grazie alla doppia pelle in vetro e lamiera microforata.

Campus Expo : una matrice verde per l'insediamento post-evento

LAMANNA, STEFANIA;MORTARINO, ROBERTO MARIA
2015/2016

Abstract

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BATTISTI, EMILIO
CONTRINO, ROBERTA
SGAMBI, LUCA
NIZZI, GABRIELE ANGELO
OLIARO, PAOLO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
26-apr-2017
2015/2016
La trasformazione dell’area che ha ospitato nel 2015 l’Esposizione Universale deve essere vista come un’occasione per riqualificare un ambito strategico e avviare un più generale processo di rinnovamento dell’intero quadrante Nord-Ovest di Milano. Il nuovo insediamento è concepito come un “luogo di connessione” tra le “isole” di un territorio caratterizzato dalla presenza di funzioni specializzate ed aree dalla marcata monofunzionalità, e tra i sistemi ambientali metropolitani. All’ampio parco che permea l’intero ambito di intervento, da nord-ovest a sud-est, è infatti affidato il compito di ricucire e mettere a sistema gli spazi aperti del contesto immediato e, allo stesso tempo, dar luogo ad una nuova centralità laddove si incontrano due sistemi ambientali di scala vasta: la Dorsale Verde Nord e la “Cintura” e “Raggi” verdi del Comune di Milano. In questo arcipelago di “isole morfologiche e funzionali”, il nuovo intervento accoglie i tracciati e le direttrici più significative per la costruzione di un rinnovato rapporto con l’intorno e li “sovrappone” al disegno del parco. Essi svolgono un ruolo fondamentale nel trasformare l’area dell’Esposizione da “enclave” a luogo di integrazione con il contesto. Il parco è la “matrice” della riforma urbana e ambientale dell’area: modella infatti la sua forma insieme a quella del sistema costruito, articolandosi secondo geometrie complesse per mettere in relazione tra loro le preesistenze che costituiscono la “legacy” di Expo. All’interno del masterplan generale, il comparto che riveste un ruolo strategico è quello destinato ad accogliere i dipartimenti scientifici dell’Università degli Studi di Milano. Concepito e articolato morfologicamente come un “tessuto urbano”, accoglie il parco al suo interno, plasmando e riducendo il suo calibro per rispettare e dare rilevanza alla dimensione più intima. Il carattere più privato e protetto di questo ambito è ulteriormente enfatizzato dalla presenza dei “ponti” che collegano i corpi accademici individuando vere e proprie “porte” che segnano i margini di tale tessuto: nella compenetrazione tra architettura e spazi aperti trova espressione l’eccezionalità del comparto all’interno del sito. Il comparto universitario non è tuttavia un’ “isola funzionale”; il piano terra è infatti completamente aperto alla fruizione pubblica e ospita l’aula magna, la biblioteca, oltre a servizi pubblici e attività di ristorazione. Gli ingressi principali ai dipartimenti e agli spazi didattici sono resi facilmente individuabili grazie ai volumi che contengono la distribuzione verticale. Tali volumi costituiscono di fatto dei landmarks che, accentuati in altezza, sono chiaramente percepibili di giorno ma anche di notte come lanterne luminose grazie alla doppia pelle in vetro e lamiera microforata.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/134080