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L’aumento della popolazione mondiale, ed in proporzione l’aumento dell’aspettativa di vita media, ha come conseguenza una maggiore incidenza delle patologie degenerative nell’anziano. Pertanto diventa quanto mai attuale e necessario offrire adeguati servizi, spazi di accoglienza dotati di qualità architettonica, capaci di rispondere alle specifiche necessità di vita dei soggetti affetti da demenza. L’obiettivo primario di questa sperimentazione teorica e progettuale è la definizione di ambienti abitativi che possano favorire quanto più possibile l’autonomia e la percezione di una quotidianità protetta da parte degli ospiti delle strutture. La ricerca ha mirato inoltre a definire una tipologia specifica per queste strutture che prevedesse spazi altrettanto qualificati per i servizi in modo da garantire un’elevata qualità dell’assistenza erogata e percepita. L’indagine prosegue applicando questi temi di ricerca teorica alla riqualificazione dell’area di Hannekes Boom, un distretto della città di Amsterdam che, nonostante la sua posizione privilegiata nel centro della capitale olandese, attualmente si configura come uno spazio residuale e confuso. Il progetto ha mirato dunque a sviluppare le potenzialità dell’area tramite la realizzazione di un complesso di spazi che mitighino il disorientamento e riducano l’impatto della malattia, adeguandosi all’ampio spettro di età, retroterra culturali e sintomi delle persone affette da decadimento cognitivo lieve. L’area di intervento, perimetrata su tre lati dall’acqua e sul quarto dalla ferrovia, è resa completamente e liberamente fruibile da parte degli ospiti della struttura, in virtu’ di questa sua condizione di luogo “morfologicamente protetto” dai flussi della città. Il progetto prevede un giardino sensoriale articolato in cinque isole tematiche, spazi per attività terapeutiche collettive a livello del suolo e una piastra connettiva a carattere più privato, al di sopra della quale si sviluppano le residenze, differenziate tra loro per accogliere adeguatamente le diverse esigenze degli assistiti. Si delinea così una configurazione che consente un aumento progressivo del grado di privacy, attraverso sequenze di spazi che rispettano l’attenzione per gli “spazi di transizione” della tradizione olandese e favoriscono l’integrazione sociale, per dar vita ad un ambiente familiare in cui gli assistiti si percepiscano come ospiti e non come pazienti. Sentendo ancora forte in Amsterdam l’influenza della scuola olandese di inizio 900, nella cultura quanto nella forma urbana, il progetto interpreta assunti teorici e temi compositivi dell’architettura neoplastica sia per dar forma ad un ambiente in cui si esprimano l’identità e la cultura locale, sia per indagare la possibilità di trasferire in modo efficace i punti teorici espressi nel manifesto del De Stijl all’interno del panorama architettonico contemporaneo. Vengono così ripresi alcuni dei principi fondamentali dell’architettura neoplastica quali la simmetria come “rapporto equilibrato di parti ineguali”, il setto murario come elemento generatore, la finestra come componente attivo e non semplice buco nella parete, la funzionalità basata sulla sintesi di esigenze pratiche. Ne discendono architetture essenziali, in costante dialogo con l’ambiente circostante, reinterpretazione di una poetica in cui, nelle parole di Giulio Carlo Argan, “è estetico il puro atto costruttivo”.

In a world of my own. Architettura terapeutica per i malati di demenza

BUSSOLA, CINZIA
2015/2016

Abstract

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ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
26-apr-2017
2015/2016
L’aumento della popolazione mondiale, ed in proporzione l’aumento dell’aspettativa di vita media, ha come conseguenza una maggiore incidenza delle patologie degenerative nell’anziano. Pertanto diventa quanto mai attuale e necessario offrire adeguati servizi, spazi di accoglienza dotati di qualità architettonica, capaci di rispondere alle specifiche necessità di vita dei soggetti affetti da demenza. L’obiettivo primario di questa sperimentazione teorica e progettuale è la definizione di ambienti abitativi che possano favorire quanto più possibile l’autonomia e la percezione di una quotidianità protetta da parte degli ospiti delle strutture. La ricerca ha mirato inoltre a definire una tipologia specifica per queste strutture che prevedesse spazi altrettanto qualificati per i servizi in modo da garantire un’elevata qualità dell’assistenza erogata e percepita. L’indagine prosegue applicando questi temi di ricerca teorica alla riqualificazione dell’area di Hannekes Boom, un distretto della città di Amsterdam che, nonostante la sua posizione privilegiata nel centro della capitale olandese, attualmente si configura come uno spazio residuale e confuso. Il progetto ha mirato dunque a sviluppare le potenzialità dell’area tramite la realizzazione di un complesso di spazi che mitighino il disorientamento e riducano l’impatto della malattia, adeguandosi all’ampio spettro di età, retroterra culturali e sintomi delle persone affette da decadimento cognitivo lieve. L’area di intervento, perimetrata su tre lati dall’acqua e sul quarto dalla ferrovia, è resa completamente e liberamente fruibile da parte degli ospiti della struttura, in virtu’ di questa sua condizione di luogo “morfologicamente protetto” dai flussi della città. Il progetto prevede un giardino sensoriale articolato in cinque isole tematiche, spazi per attività terapeutiche collettive a livello del suolo e una piastra connettiva a carattere più privato, al di sopra della quale si sviluppano le residenze, differenziate tra loro per accogliere adeguatamente le diverse esigenze degli assistiti. Si delinea così una configurazione che consente un aumento progressivo del grado di privacy, attraverso sequenze di spazi che rispettano l’attenzione per gli “spazi di transizione” della tradizione olandese e favoriscono l’integrazione sociale, per dar vita ad un ambiente familiare in cui gli assistiti si percepiscano come ospiti e non come pazienti. Sentendo ancora forte in Amsterdam l’influenza della scuola olandese di inizio 900, nella cultura quanto nella forma urbana, il progetto interpreta assunti teorici e temi compositivi dell’architettura neoplastica sia per dar forma ad un ambiente in cui si esprimano l’identità e la cultura locale, sia per indagare la possibilità di trasferire in modo efficace i punti teorici espressi nel manifesto del De Stijl all’interno del panorama architettonico contemporaneo. Vengono così ripresi alcuni dei principi fondamentali dell’architettura neoplastica quali la simmetria come “rapporto equilibrato di parti ineguali”, il setto murario come elemento generatore, la finestra come componente attivo e non semplice buco nella parete, la funzionalità basata sulla sintesi di esigenze pratiche. Ne discendono architetture essenziali, in costante dialogo con l’ambiente circostante, reinterpretazione di una poetica in cui, nelle parole di Giulio Carlo Argan, “è estetico il puro atto costruttivo”.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/134088