L’immagine odierna dell’area dei Fori Imperiali rappresenta la sommatoria di numerosi contesti inediti, risultato dell’azione nel tempo di interessi e sguardi dell’archeologia e del restauro. La scenografia focalizzata sul Colosseo, introdotta dal Muñoz dal 1931, ha mutato le modalità di percezione dei monumenti coinvolti, aggiornando le componenti in un insieme straordinario. L’asse di Via dei Fori Imperiali è oggi parte integrante del paesaggio urbano e mantiene un ruolo di attraversamento essenziale per la più importante area archeologica del centro di Roma. Il sito propone uno spiccato carattere di invenzione moderna nel quale i dati archeologici vengono esposti al largo pubblico con funzione memoriale, mediante la loro interconnessione percettiva. Il tema della riqualificazione e risignificazione della Via dei Fori Imperiali, da Piazza Venezia al Colosseo, pone in evidenza la necessità di rinnovare un dialogo, oggi indebolito da provvisorietà di assetto e parzialità di intervento, tra “città archeologica” e “città moderna”, coinvolgendo gli spazi antichi e i luoghi urbani che risultano connessi alla Via lungo un percorso di quasi un chilometro. Il tema, oggetto nel 2016 di un concorso internazionale di progettazione, trae riferimento dai contenuti della «Relazione Finale» proposta dalla Commissione paritetica MiBACT-Roma Capitale che individua in modo articolato alcune tematiche specifiche: la costituzione coerente dell'idea della città storica; l'idea di parco archeologico a livello metropolitano; le problematiche legate al sistema della mobilità; le problematiche riferite al sistema ambientale – richiamandole indistintamente a criteri di vivibilità e funzionalità contemporanea. La ricerca progettuale prende avvio dalla lettura critica delle problematiche dell'Area archeologica centrale di Roma, focalizzandosi in particolare sulle vicende storiche e il dibattito attuale relativo alla Via dei Fori Imperiali e approfondendo l’ambito tematico della valorizzazione dei resti archeologici. Emergono, dalla lettura critica del luogo, alcuni interessanti spunti per la sperimentazione progettuale, ad esempio: l’esigenza di immagini coordinate, capaci di legare l’idea del parco archeologico all’espressività della città contemporanea; la necessità di incrementare, ove possibile, le azioni di salvaguardia delle strutture antiche e di un loro avvicinamento a nuove opportunità fruitive che ne permettano una lettura ravvicinata; la possibilità di interpretare antefatti storici e rinnovamento dei criteri di accessibilità e connessione tra le parti in rapporto allo sviluppo del sistema ambientale. In particolare, la ricerca affronta il rapporto tra antico e nuovo in architettura, concentrando la propria attenzione sulla capacità del progetto contemporaneo di introdurre le preesistenze archeologiche all'interno del sistema della fruibilità culturale e urbana. Il progetto mira a definire soluzioni architettoniche paradigmatiche nei confronti di un processo equilibrato di risignificazione dei luoghi, concentrandosi sulle aree della conca del Colosseo e del vicino Ludus Magnus, quale articolazione nodale terminale del tracciato di Via dei Fori Imperiali, a partire da una specifica proposta di riqualificazione presentata al concorso internazionale, che è stata oggetto di collaborazione [1] . Il progetto affronta e definisce l'ambito di approdo del rettifilo urbano presso la Piazza del Colosseo, che si presenta come fulcro di incontro di diversi percorsi antichi e moderni. Il primo tema affrontato riguarda in particolare la gerarchizzazione e il ridisegno di questo spazio urbano dai margini irrisolti e dai confini incerti. In collegamento con questo luogo, viene inquadrato e studiato il sito archeologico del Ludus Magnus. I resti della palestra antica, situati all'interno di un invaso di scavo e generanti un ampio vuoto urbano, si presentano in condizione marginale e discosta rispetto al sistema dell'area archeologica centrale. Pur mostrandosi come un luogo di scarsa identità, la presenza ravvicinata della palestra dei gladiatori al Colosseo richiama l’esistenza nell’antichità di un loro collegamento diretto, che fa intuire il valore documentario e materiale delle rovine, nonché le profonde trasformazioni subite dalle relazioni tra le parti che compongono il contesto di questa parte dei Fori. I due nuovi volumi, posti rispettivamente a costituire il margine orientale della conca del Colosseo e a definire la copertura e alcuni spazi “sospesi” sui resti del Ludus Magnus, ricercano una strategia coordinata e mirata all'introduzione di alcuni nuovi servizi per i visitatori, all’accessibilità ai resti del Ludus Magnus, tramite un collegamento pedonale al di sotto del rilevato stradale che oggi lo separa dall’Anfiteatro, alla possibilità di una nuova osservabilità diretta e leggibilità delle strutture antiche. Nella Piazza del Colosseo, attraverso il progetto vengono reinterpretati i caratteri fisici dello spazio di aderenza tra l'invaso che avvolge il monumento dell'Anfiteatro e il tracciato della Via Celio Vibenna. Il nuovo corpo in linea dedicato a servizi oggi mancanti (info-point, ristorazione, servizi igienici) determina un fondale osmotico rispetto alle percorrenze dello spazio aperto antistante. Da questo stesso fronte si genera l'ingresso di collegamento all'area di scavo del Ludus Magnus, dove tramite un percorso di visita alla quota archeologica è possibile raggiungere il sovrastante nuovo volume, sostenuto da esili pilotis appoggiati sui resti antichi. Il volume, sollevato rispetto quota urbana e strutturalmente reversibile, ospita uno spazio espositivo e un caffè letterario che propongono eccezionali viste sul Colosseo. [1] Gli autori della tesi hanno partecipato al gruppo di progettazione guidato da Galliani P. (Politecnico di Milano, Dipartimento di Architettura e Studi Urbani), Tortelli G. (GTRF Tortelli Frassoni Architetti Associati, Brescia), Call internazionale di progettazione per l’area centrale monumentale di Roma, Piranesi Prix de Rome 2016, Accademia Adrianea – progetto menzionato.
USQUE AD FINEM. Al termine orientale di Via dei Fori Imperiali, il nuovo intervento nella conca del Colosseo e sul Ludus Magnus
PIERANI, GIORGIA;ROSSI, ANDREA;ORLANDO, SERENA
2015/2016
Abstract
L’immagine odierna dell’area dei Fori Imperiali rappresenta la sommatoria di numerosi contesti inediti, risultato dell’azione nel tempo di interessi e sguardi dell’archeologia e del restauro. La scenografia focalizzata sul Colosseo, introdotta dal Muñoz dal 1931, ha mutato le modalità di percezione dei monumenti coinvolti, aggiornando le componenti in un insieme straordinario. L’asse di Via dei Fori Imperiali è oggi parte integrante del paesaggio urbano e mantiene un ruolo di attraversamento essenziale per la più importante area archeologica del centro di Roma. Il sito propone uno spiccato carattere di invenzione moderna nel quale i dati archeologici vengono esposti al largo pubblico con funzione memoriale, mediante la loro interconnessione percettiva. Il tema della riqualificazione e risignificazione della Via dei Fori Imperiali, da Piazza Venezia al Colosseo, pone in evidenza la necessità di rinnovare un dialogo, oggi indebolito da provvisorietà di assetto e parzialità di intervento, tra “città archeologica” e “città moderna”, coinvolgendo gli spazi antichi e i luoghi urbani che risultano connessi alla Via lungo un percorso di quasi un chilometro. Il tema, oggetto nel 2016 di un concorso internazionale di progettazione, trae riferimento dai contenuti della «Relazione Finale» proposta dalla Commissione paritetica MiBACT-Roma Capitale che individua in modo articolato alcune tematiche specifiche: la costituzione coerente dell'idea della città storica; l'idea di parco archeologico a livello metropolitano; le problematiche legate al sistema della mobilità; le problematiche riferite al sistema ambientale – richiamandole indistintamente a criteri di vivibilità e funzionalità contemporanea. La ricerca progettuale prende avvio dalla lettura critica delle problematiche dell'Area archeologica centrale di Roma, focalizzandosi in particolare sulle vicende storiche e il dibattito attuale relativo alla Via dei Fori Imperiali e approfondendo l’ambito tematico della valorizzazione dei resti archeologici. Emergono, dalla lettura critica del luogo, alcuni interessanti spunti per la sperimentazione progettuale, ad esempio: l’esigenza di immagini coordinate, capaci di legare l’idea del parco archeologico all’espressività della città contemporanea; la necessità di incrementare, ove possibile, le azioni di salvaguardia delle strutture antiche e di un loro avvicinamento a nuove opportunità fruitive che ne permettano una lettura ravvicinata; la possibilità di interpretare antefatti storici e rinnovamento dei criteri di accessibilità e connessione tra le parti in rapporto allo sviluppo del sistema ambientale. In particolare, la ricerca affronta il rapporto tra antico e nuovo in architettura, concentrando la propria attenzione sulla capacità del progetto contemporaneo di introdurre le preesistenze archeologiche all'interno del sistema della fruibilità culturale e urbana. Il progetto mira a definire soluzioni architettoniche paradigmatiche nei confronti di un processo equilibrato di risignificazione dei luoghi, concentrandosi sulle aree della conca del Colosseo e del vicino Ludus Magnus, quale articolazione nodale terminale del tracciato di Via dei Fori Imperiali, a partire da una specifica proposta di riqualificazione presentata al concorso internazionale, che è stata oggetto di collaborazione [1] . Il progetto affronta e definisce l'ambito di approdo del rettifilo urbano presso la Piazza del Colosseo, che si presenta come fulcro di incontro di diversi percorsi antichi e moderni. Il primo tema affrontato riguarda in particolare la gerarchizzazione e il ridisegno di questo spazio urbano dai margini irrisolti e dai confini incerti. In collegamento con questo luogo, viene inquadrato e studiato il sito archeologico del Ludus Magnus. I resti della palestra antica, situati all'interno di un invaso di scavo e generanti un ampio vuoto urbano, si presentano in condizione marginale e discosta rispetto al sistema dell'area archeologica centrale. Pur mostrandosi come un luogo di scarsa identità, la presenza ravvicinata della palestra dei gladiatori al Colosseo richiama l’esistenza nell’antichità di un loro collegamento diretto, che fa intuire il valore documentario e materiale delle rovine, nonché le profonde trasformazioni subite dalle relazioni tra le parti che compongono il contesto di questa parte dei Fori. I due nuovi volumi, posti rispettivamente a costituire il margine orientale della conca del Colosseo e a definire la copertura e alcuni spazi “sospesi” sui resti del Ludus Magnus, ricercano una strategia coordinata e mirata all'introduzione di alcuni nuovi servizi per i visitatori, all’accessibilità ai resti del Ludus Magnus, tramite un collegamento pedonale al di sotto del rilevato stradale che oggi lo separa dall’Anfiteatro, alla possibilità di una nuova osservabilità diretta e leggibilità delle strutture antiche. Nella Piazza del Colosseo, attraverso il progetto vengono reinterpretati i caratteri fisici dello spazio di aderenza tra l'invaso che avvolge il monumento dell'Anfiteatro e il tracciato della Via Celio Vibenna. Il nuovo corpo in linea dedicato a servizi oggi mancanti (info-point, ristorazione, servizi igienici) determina un fondale osmotico rispetto alle percorrenze dello spazio aperto antistante. Da questo stesso fronte si genera l'ingresso di collegamento all'area di scavo del Ludus Magnus, dove tramite un percorso di visita alla quota archeologica è possibile raggiungere il sovrastante nuovo volume, sostenuto da esili pilotis appoggiati sui resti antichi. Il volume, sollevato rispetto quota urbana e strutturalmente reversibile, ospita uno spazio espositivo e un caffè letterario che propongono eccezionali viste sul Colosseo. [1] Gli autori della tesi hanno partecipato al gruppo di progettazione guidato da Galliani P. (Politecnico di Milano, Dipartimento di Architettura e Studi Urbani), Tortelli G. (GTRF Tortelli Frassoni Architetti Associati, Brescia), Call internazionale di progettazione per l’area centrale monumentale di Roma, Piranesi Prix de Rome 2016, Accademia Adrianea – progetto menzionato.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/134279