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A partire dagli anni Ottanta, la questione del riuso delle grandi aree industriali dismesse, che costellavano la città di Milano, ha dominato il dibattito architettonico del capoluogo lombardo, in quanto questi grandi siti, nati dal fenomeno connesso ai processi di decentramento produttivo, deindustrializzazione e terziarizzazione, sono divenuti palcoscenici destinati ad accogliere nuovi scenari funzionali, nonché l’opportunità per affrontare il tema del ridisegno urbano, come gli importanti piani di recupero dell’area ex Pirelli-Ansaldo alla Biccoca, o dell’ex Alfa-Romeo al Portello, o dell’ex T.I.I.B. a Piazzale Lodi. Tuttavia, all’interno del tessuto urbano milanese, sono presenti un gran numero di piccole realtà produttive dismesse, puntualmente sparse nel tessuto compatto della metropoli, sorte ai margini della città e poi inglobate a seguito dell’estensione urbana oppure nate come servizi all’interno del tessuto residenziale. Anche questi vuoti puntuali offrono delle grandi opportunità di rigenerazione, in quanto possono essere sfruttati per rispondere alle esigenze del mercato senza continuare ad erodere nuove porzioni di territorio. E’ questo il caso preso in esame: un capannone industriale dismesso, che ospitava un’officina per riparazioni di automobili, collocato all’interno di una corte di un edificio ad uso residenziale. La sfida progettuale è stata quella di individuare un modello che potesse essere adatto ad intervenire in questo particolare contesto, ma che allo stesso tempo potesse dare un valore aggiunto al nuovo sistema residenziale da insediare nello spazio ottenuto dalla demolizione dell’edificio produttivo. Le mie origini colombiane hanno permesso di individuare questo modello progettuale nella tipologia della casa patio, molto diffusa in America Latina. Attraverso la rivalutazione di una tipologia che era anche molto usata in Italia ai tempi dei Romani, è stato possibile dare vita a 4 unità abitative che, attraverso l’inserimento e l’utilizzo del patio, potessero avere una corretta illuminazione e areazione e allo stesso tempo la possibilità di godere di uno spazio più intimo e raccolto a contatto con la vegetazione.

Case patio : modello per la rigenerazione dei vuoti urbani milanesi sorti dalla dismissione delle piccole realtà produttive

CORDOBA SEPULVEDA, JULIAN ANDRES
2015/2016

Abstract

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ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
26-apr-2017
2015/2016
A partire dagli anni Ottanta, la questione del riuso delle grandi aree industriali dismesse, che costellavano la città di Milano, ha dominato il dibattito architettonico del capoluogo lombardo, in quanto questi grandi siti, nati dal fenomeno connesso ai processi di decentramento produttivo, deindustrializzazione e terziarizzazione, sono divenuti palcoscenici destinati ad accogliere nuovi scenari funzionali, nonché l’opportunità per affrontare il tema del ridisegno urbano, come gli importanti piani di recupero dell’area ex Pirelli-Ansaldo alla Biccoca, o dell’ex Alfa-Romeo al Portello, o dell’ex T.I.I.B. a Piazzale Lodi. Tuttavia, all’interno del tessuto urbano milanese, sono presenti un gran numero di piccole realtà produttive dismesse, puntualmente sparse nel tessuto compatto della metropoli, sorte ai margini della città e poi inglobate a seguito dell’estensione urbana oppure nate come servizi all’interno del tessuto residenziale. Anche questi vuoti puntuali offrono delle grandi opportunità di rigenerazione, in quanto possono essere sfruttati per rispondere alle esigenze del mercato senza continuare ad erodere nuove porzioni di territorio. E’ questo il caso preso in esame: un capannone industriale dismesso, che ospitava un’officina per riparazioni di automobili, collocato all’interno di una corte di un edificio ad uso residenziale. La sfida progettuale è stata quella di individuare un modello che potesse essere adatto ad intervenire in questo particolare contesto, ma che allo stesso tempo potesse dare un valore aggiunto al nuovo sistema residenziale da insediare nello spazio ottenuto dalla demolizione dell’edificio produttivo. Le mie origini colombiane hanno permesso di individuare questo modello progettuale nella tipologia della casa patio, molto diffusa in America Latina. Attraverso la rivalutazione di una tipologia che era anche molto usata in Italia ai tempi dei Romani, è stato possibile dare vita a 4 unità abitative che, attraverso l’inserimento e l’utilizzo del patio, potessero avere una corretta illuminazione e areazione e allo stesso tempo la possibilità di godere di uno spazio più intimo e raccolto a contatto con la vegetazione.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/134326