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L’intento progettuale si prefigge il compito di risolvere in un unico intervento i due problemi, apparentemente slegati, di Città Studi, circa lo stato di abbandono del cinema Splendor e la scarsa considerazione delle necessità quotidiane degli studenti. E' possibile far rinascere il potenziale spazio della sala cinematografica di viale Gran Sasso, donandolo a quegli universitari orfani di luoghi a loro adatti, in cui studiare, mangiare e divertirsi. Mentre gli studenti cercano spazi, lo Splendor necessita di un nuovo pubblico che possa riattivarlo: l’operazione appare, dunque di facile risoluzione. I passaggi da compiere sono due: occupare lo Splendor e concentrarvici i luoghi necessari allo studente. Occupare l’ex cinema Splendor significa comprenderne la storia e le dinamiche, chiedendogli in prestito i suoi spazi da ri-progettare per dedicarli al nuovo scopo e ai nuovi utenti. La riconversione degli ambienti della sala cinematografica in luoghi fruibili dagli studenti comporta un progetto di riuso in cui riconoscere le potenzialità della struttura esistente e le sue carenze, per capire su quali aspetti concentrarsi e in che modo mantenerli, esaltarli o modificarli. A partire quindi da alcuni punti saldi, si sviluppa un’idea di intervento attento e studiato sulle forme dell’edificio, che restituisca vita e attenzione ad un elemento sicuramente importante per l’intero quartiere. Una volta invaso il volume dello Splendor, con tutte le dinamiche progettuali che tale operazione comporta, l’intervento verte sulla concentrazione di tutti i luoghi per lo studente in questo spazio. Difatti, la sua posizione non può non suggerire una funzione legata alle università che occupano la maggior parte del suolo della zona, quei poli che ogni giorno attirano migliaia di giovani pronti a popolarne gli spazi. I luoghi necessari sono quelli legati alle tre attività principali svolte durante l’arco della giornata da un universitario: studio, ristoro e svago. Lo Splendor può contenerle tutte, in un unico volume, rappresentando uno dei tanti frammenti che l’università ha diramato lungo le vie della città che la accoglie. Non sarebbe, quindi, un episodio isolato e lontano, ma uno dei tanti tasselli che costituiscono il quartiere universitario nel suo sistema disseminato tra gli edifici cittadini circostanti. Sarebbe un supporto alla vita quotidiana dello studente, fornendogli spazi adeguati alle sue attività, concentrate tutte sotto un unico tetto. Ed ecco allora che la risposta la porge la città stessa: gli studenti senza luoghi hanno trovato dove poter stare, hanno trovato un punto di ritrovo adatto alle loro esigenze, alla loro giornata, ai loro orari. Lo Splendor si presenta, dunque, come un’opportunità nascosta e dimenticata tra gli edifici, con un potenziale enorme che la comunità di Città Studi saprebbe sfruttare al massimo e al meglio, appropriandosi di una storica sala cinematografica e trasformandola in un luogo della collettività.

Cinema Splendor : un'opportunità dimenticata per Città Studi a Milano

CALINI, BEATRICE;FERRINI, FLAVIA
2015/2016

Abstract

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DONDI, LAVINIA
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
26-apr-2017
2015/2016
L’intento progettuale si prefigge il compito di risolvere in un unico intervento i due problemi, apparentemente slegati, di Città Studi, circa lo stato di abbandono del cinema Splendor e la scarsa considerazione delle necessità quotidiane degli studenti. E' possibile far rinascere il potenziale spazio della sala cinematografica di viale Gran Sasso, donandolo a quegli universitari orfani di luoghi a loro adatti, in cui studiare, mangiare e divertirsi. Mentre gli studenti cercano spazi, lo Splendor necessita di un nuovo pubblico che possa riattivarlo: l’operazione appare, dunque di facile risoluzione. I passaggi da compiere sono due: occupare lo Splendor e concentrarvici i luoghi necessari allo studente. Occupare l’ex cinema Splendor significa comprenderne la storia e le dinamiche, chiedendogli in prestito i suoi spazi da ri-progettare per dedicarli al nuovo scopo e ai nuovi utenti. La riconversione degli ambienti della sala cinematografica in luoghi fruibili dagli studenti comporta un progetto di riuso in cui riconoscere le potenzialità della struttura esistente e le sue carenze, per capire su quali aspetti concentrarsi e in che modo mantenerli, esaltarli o modificarli. A partire quindi da alcuni punti saldi, si sviluppa un’idea di intervento attento e studiato sulle forme dell’edificio, che restituisca vita e attenzione ad un elemento sicuramente importante per l’intero quartiere. Una volta invaso il volume dello Splendor, con tutte le dinamiche progettuali che tale operazione comporta, l’intervento verte sulla concentrazione di tutti i luoghi per lo studente in questo spazio. Difatti, la sua posizione non può non suggerire una funzione legata alle università che occupano la maggior parte del suolo della zona, quei poli che ogni giorno attirano migliaia di giovani pronti a popolarne gli spazi. I luoghi necessari sono quelli legati alle tre attività principali svolte durante l’arco della giornata da un universitario: studio, ristoro e svago. Lo Splendor può contenerle tutte, in un unico volume, rappresentando uno dei tanti frammenti che l’università ha diramato lungo le vie della città che la accoglie. Non sarebbe, quindi, un episodio isolato e lontano, ma uno dei tanti tasselli che costituiscono il quartiere universitario nel suo sistema disseminato tra gli edifici cittadini circostanti. Sarebbe un supporto alla vita quotidiana dello studente, fornendogli spazi adeguati alle sue attività, concentrate tutte sotto un unico tetto. Ed ecco allora che la risposta la porge la città stessa: gli studenti senza luoghi hanno trovato dove poter stare, hanno trovato un punto di ritrovo adatto alle loro esigenze, alla loro giornata, ai loro orari. Lo Splendor si presenta, dunque, come un’opportunità nascosta e dimenticata tra gli edifici, con un potenziale enorme che la comunità di Città Studi saprebbe sfruttare al massimo e al meglio, appropriandosi di una storica sala cinematografica e trasformandola in un luogo della collettività.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/134333