The design is located in the ancient city of Xi’an, the first ancient imperial Chinese capital. The design deals with the conservation plan and enhancement design for Xiao Yan Ta Pagoda cultural complex, surviving the relevant Buddhist Fu Jian temple, dating back to the Tang Dynasty (581 A.D. - 901 A.D.). Moreover, it is also connected to an archaeological area were the excavated ruins show the angle of the old Tang block enclosure and of the huge Imperial avenue. The conservation plan and architectural and urban design of the area, as already mentioned, aims at a triple purpose: 1) to protect the Pagoda complex (listed as a UNESCO site) and the fragility of its environmental features from the engulfing growth of the city through a project that reconstitutes its boundaries increasing the readability of the Pagoda enclosure in the urban structure. This goal is achieved combining conservation and enhancement, through the realization of a cultural-museum system along the different built enclosures (Tang Wall presentation and Heritage Center). 2) to restore the order of the entire block to which the old Tang Pagoda belongs, bringing to light all evidence and signs of historical layering that are still readable, integrating them into an urban project aiming at the regeneration of the entire urban structure. 3) to connect this part of the city with the walled Ming city, which wall coincides with part of the former Imperial City outer Wall and now represents the historic city core. Starting from the single fragment, the urban strategy envisions the potential of regenerating this block if it is reconnected to the regeneration of the whole former Tang axis, as far as the Ming Wall, as a “cultural axis” for both historical reason and present cultural assets (universities, museums, libraries, etcetc). As first, the theme of the “walled enclosure” reinterprets the ancient series of enclosing walls that constituted the Li-Fang block structure and the temple enclosure, by means of two linear buildings that protect and clearly redefine the urban void of the pagoda within the heterogeneous urban fabric, while restoring the ordering urban “breath” it had when it was designed. Westward the Tang Wall presentation structure is shaped as “inhabited wall” to mark the ancient LI-Fang wall that equips the ZhuquePark which is remodelled upon the traces of the main axis of the Tang city while creating a museum-promenade along the ancient Li-Fang wall ruins. Eastward, the Heritage Center is meant as a double-facade “building-like-a city”, in order to define the edges of the Pagoda enclosure equipping the buffer zone green area and, toward the district, providing new relations with the fragmented urban fabric made of gated compounds or “objects” typical of the generic Chinese city, deprived of public spaces and connections. The Heritage Center is in itself treated like a double wall, entirely carved longitudinally by an inner urban street. Carving allows maintaining the urban scale of the “building-like-a city” while articulating its space and different facades to give shape to a real public space, open twenty-four hours a day, and able to create new urban relations to the whole eastern part of the design. Shaping this public void becomes the real architectural theme. Therefore, also the two inner facades are treated like walls, carved by different scale niches articulating the various cultural and urban activities. The reference is the carved wall of the Buddist grottoes tradition. Southward an hypogeal pivot building, with a spiral movement that brings the visitors underground, connects and counterbalances the out of scale mass of the existing Shaanxi museum, which monumentality contrasts with the scale and the grace of the pagoda. Finally, the design also aims at the regeneration of the Urban Village, which is a very traditional chinese phenomenon. Originally planned for farmers, with the urban development urban villages have become similar to slums now which provides a home to families living in precarious sanitary conditions. Nonetheless, they have great social values as the contribute to identity of place and to intangible heritage because they are inhabited by traditional people. The major issue is to combine density values of the fabric with healthy housing conditions while allowing a sustainable maintenance of traditional habits of the villagers. The design challenges a new typology of urban village encompassing several issues linked to memory, life-habits and traditions; “co-housing”, mixed use building and public space. The Pagoda used to be also a lively public space in the Tang city, therefore great emphasis is placed in studying different connections between the Pagoda garden, the design enclosures and the surrounding district. The system includes the redefinition of the northern and southern entrances to the Pagoda system that historically have alternately formed the main entrances to the temple.

Il progetto si inserisce all’interno della città di Xi’an, prima capitale dell’antico impero cinese. La proposta mira a fornire un piano di conservazione e di valorizzazione riguardante il complesso culturale della Xiao Yan Ta Pagoda, superstite del tempio Jian Fu, risalente alla dinastia Tang (581 A.D. - 901 A.D.). Il piano di conservazione e il progetto urbano e architettonico dell’area mirano, come già menzionato, ad un triplice obiettivo: 1) Proteggere il complesso della Pagoda (inserito nella lista dei siti UNESCO) e la fragilità dei suoi caratteri ambientali dalla crescita fagocitante della città attraverso un progetto che ne restituisce il recinto, enfatizzando la leggibilità dei bordi del tempio all’interno della struttura urbana. Il raggiungimento di questo obiettivo è stato possibile coniugando conservazione e valorizzazione, attraverso la realizzazione di un sistema culturale-museale che si sviluppa lungo gli edifici che costituiscono i nuovi recinti: il Tang wall Museum, posto sul sedime dell’antico muro del Li-Fang e l’Heritage center. 2) Al contempo, ridare ordine all’intero isolato di epoca Tang, ancora leggibile, in cui la Pagoda si inserisce, portando alla luce tutti i segni certi della stratificazione storica integrandoli in un progetto urbano e architettonico volto alla rigenerazione della struttura urbana complessivamente. 3) Collegare quest’area alla città murata Ming, le cui mura coincidono in parte con l’antica città imperiale che rappresenta oggi il cuore del centro storico. Partendo dal singolo frammento, la strategia urbana prefigura il potenziale dovuto al rinnovamento di questo isolato se riconnesso a una logica più ampia, che consideri anche la rigenerazione dell’antico asse Tang, al pari delle mura Ming. Il fine è di trasformarlo in un nuovo “asse culturale”, considerando sia le motivazioni storiche che le attività culturali presenti oggi (università, musei, biblioteche, ecc..) L’impianto reinterpreta innanzitutto la serie di antichi muri che costituivano la struttura del Li-Fang e il recinto del tempio tramite due edifici lineari che proteggono e ridefiniscono, in modo chiaro, il vuoto della pagoda all’interno del tessuto urbano, restituendole il “respiro” che aveva quando fu costruita in epoca Tang. A ovest la struttura che protegge ed espone i resti archeologici del muro Tang si presenta come “muro abitabile” al fine di segnare il confine del LI-Fang e attrezza lo sfondo del nuovo parco. Quest’ultimo è stato ridisegnato partendo dal sedime dell’antico asse primario della città Tang, proteggendo e organizzando un vero e proprio percorso museale attorno ai resti archeologici del muro. A Est, l’Heritage Center è inteso come un edificio-città bifronte funzionale a definire il margine della pagoda, attrezzandone il parco limitrofo mentre verso la città si propone di creare nuove relazioni con la frammentarietà di un tessuto urbano composto da oggetti, tipico della città cinese generica priva di spazi pubblici e connessioni. L’Heritage Center è trattato come un “duplice muro” interamente scavato longitudinalmente da una vera e propria strada urbana. Il lavoro di sottrazione di materia permette di mantenere la scala urbana dell’edificio-città e articola lo spazio in diversi prospetti così creati al fine di dar vita a un vero luogo pubblico e sempre aperto, capace di creare nuove relazioni urbane con l’intera parte est del progetto. Dar forma a questo vuoto pubblico diventa il vero e proprio tema architettonico. Inoltre, anche i due prospetti interni sono trattati come muri, scavati da nicchie che articolano le varie attività culturali e urbane. Il riferimento diretto sono le tradizionali grotte buddiste scavate nel fianco delle montagne. A sud, un edificio-pivot ipogeo inoltre, grazie ad un movimento a spirale che porta il visitatore sottoterra connette e controbilancia la massa fuori scala dell’esistente museo dello Shaanxi, che contrasta problematicamente con la scala e la grazia della pagoda. Infine progetto si pone inoltre come obiettivo la rigenerazione dell’Urban Village, un fenomeno comune nella città cinese. Originariamente costruite per i contadini, a causa del costante sviluppo urbano, questi sono diventati simili a “slums” in cui trovano riparo intere famiglie in precarie condizioni igienico-sanitarie. Nonostante ciò, all’interno degli urban village è possibile ritrovare una fitta rete di valori e relazioni sociali oltre al fatto che contribuiscono a fornire identità al luogo e garantiscono la presenza di un tipo intangibile di “heritage” dovuto al fatto che sono tutt’oggi occupati dagli abitanti tradizionali. In questo caso il tema principale è combinare i pregi dovuti alla densità del tessuto urbano con condizioni di vita salubri, permettendo agli abitanti di mantenere le proprie tradizioni. Il progetto propone una nuova tipologia di “urban village” che tiene in considerazione i vari problemi legati alla memoria storica del luogo, abitudini e tradizioni; “co-housing”, mix funzionale e spazi pubblici. La pagoda, all’interno della città Tang, si presentava come uno spazio pubblico molto vissuto, proprio per questo particolare enfasi è stata posta nello studio delle differenti connessioni tra il parco della pagoda, i nuovi margini costituiti dal progetto e l’isolato circostante. Ulteriore elemento che il progetto intende affrontare è la ridefinizione degli ingressi nord e sud al sistema della pagoda, che, storicamente, hanno alternativamente costituito il punto di accesso al tempio.

From fragments to the city. Digging in the past of Xi’an. Design enhancement for UNESCO small wild goose pagoda area and Anren Fang

LIVETTI, CLAUDIO;MARINI, MICHELE;DELGROSSO, DANIELE
2015/2016

Abstract

The design is located in the ancient city of Xi’an, the first ancient imperial Chinese capital. The design deals with the conservation plan and enhancement design for Xiao Yan Ta Pagoda cultural complex, surviving the relevant Buddhist Fu Jian temple, dating back to the Tang Dynasty (581 A.D. - 901 A.D.). Moreover, it is also connected to an archaeological area were the excavated ruins show the angle of the old Tang block enclosure and of the huge Imperial avenue. The conservation plan and architectural and urban design of the area, as already mentioned, aims at a triple purpose: 1) to protect the Pagoda complex (listed as a UNESCO site) and the fragility of its environmental features from the engulfing growth of the city through a project that reconstitutes its boundaries increasing the readability of the Pagoda enclosure in the urban structure. This goal is achieved combining conservation and enhancement, through the realization of a cultural-museum system along the different built enclosures (Tang Wall presentation and Heritage Center). 2) to restore the order of the entire block to which the old Tang Pagoda belongs, bringing to light all evidence and signs of historical layering that are still readable, integrating them into an urban project aiming at the regeneration of the entire urban structure. 3) to connect this part of the city with the walled Ming city, which wall coincides with part of the former Imperial City outer Wall and now represents the historic city core. Starting from the single fragment, the urban strategy envisions the potential of regenerating this block if it is reconnected to the regeneration of the whole former Tang axis, as far as the Ming Wall, as a “cultural axis” for both historical reason and present cultural assets (universities, museums, libraries, etcetc). As first, the theme of the “walled enclosure” reinterprets the ancient series of enclosing walls that constituted the Li-Fang block structure and the temple enclosure, by means of two linear buildings that protect and clearly redefine the urban void of the pagoda within the heterogeneous urban fabric, while restoring the ordering urban “breath” it had when it was designed. Westward the Tang Wall presentation structure is shaped as “inhabited wall” to mark the ancient LI-Fang wall that equips the ZhuquePark which is remodelled upon the traces of the main axis of the Tang city while creating a museum-promenade along the ancient Li-Fang wall ruins. Eastward, the Heritage Center is meant as a double-facade “building-like-a city”, in order to define the edges of the Pagoda enclosure equipping the buffer zone green area and, toward the district, providing new relations with the fragmented urban fabric made of gated compounds or “objects” typical of the generic Chinese city, deprived of public spaces and connections. The Heritage Center is in itself treated like a double wall, entirely carved longitudinally by an inner urban street. Carving allows maintaining the urban scale of the “building-like-a city” while articulating its space and different facades to give shape to a real public space, open twenty-four hours a day, and able to create new urban relations to the whole eastern part of the design. Shaping this public void becomes the real architectural theme. Therefore, also the two inner facades are treated like walls, carved by different scale niches articulating the various cultural and urban activities. The reference is the carved wall of the Buddist grottoes tradition. Southward an hypogeal pivot building, with a spiral movement that brings the visitors underground, connects and counterbalances the out of scale mass of the existing Shaanxi museum, which monumentality contrasts with the scale and the grace of the pagoda. Finally, the design also aims at the regeneration of the Urban Village, which is a very traditional chinese phenomenon. Originally planned for farmers, with the urban development urban villages have become similar to slums now which provides a home to families living in precarious sanitary conditions. Nonetheless, they have great social values as the contribute to identity of place and to intangible heritage because they are inhabited by traditional people. The major issue is to combine density values of the fabric with healthy housing conditions while allowing a sustainable maintenance of traditional habits of the villagers. The design challenges a new typology of urban village encompassing several issues linked to memory, life-habits and traditions; “co-housing”, mixed use building and public space. The Pagoda used to be also a lively public space in the Tang city, therefore great emphasis is placed in studying different connections between the Pagoda garden, the design enclosures and the surrounding district. The system includes the redefinition of the northern and southern entrances to the Pagoda system that historically have alternately formed the main entrances to the temple.
MONTICELLI, CAROL
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
26-apr-2017
2015/2016
Il progetto si inserisce all’interno della città di Xi’an, prima capitale dell’antico impero cinese. La proposta mira a fornire un piano di conservazione e di valorizzazione riguardante il complesso culturale della Xiao Yan Ta Pagoda, superstite del tempio Jian Fu, risalente alla dinastia Tang (581 A.D. - 901 A.D.). Il piano di conservazione e il progetto urbano e architettonico dell’area mirano, come già menzionato, ad un triplice obiettivo: 1) Proteggere il complesso della Pagoda (inserito nella lista dei siti UNESCO) e la fragilità dei suoi caratteri ambientali dalla crescita fagocitante della città attraverso un progetto che ne restituisce il recinto, enfatizzando la leggibilità dei bordi del tempio all’interno della struttura urbana. Il raggiungimento di questo obiettivo è stato possibile coniugando conservazione e valorizzazione, attraverso la realizzazione di un sistema culturale-museale che si sviluppa lungo gli edifici che costituiscono i nuovi recinti: il Tang wall Museum, posto sul sedime dell’antico muro del Li-Fang e l’Heritage center. 2) Al contempo, ridare ordine all’intero isolato di epoca Tang, ancora leggibile, in cui la Pagoda si inserisce, portando alla luce tutti i segni certi della stratificazione storica integrandoli in un progetto urbano e architettonico volto alla rigenerazione della struttura urbana complessivamente. 3) Collegare quest’area alla città murata Ming, le cui mura coincidono in parte con l’antica città imperiale che rappresenta oggi il cuore del centro storico. Partendo dal singolo frammento, la strategia urbana prefigura il potenziale dovuto al rinnovamento di questo isolato se riconnesso a una logica più ampia, che consideri anche la rigenerazione dell’antico asse Tang, al pari delle mura Ming. Il fine è di trasformarlo in un nuovo “asse culturale”, considerando sia le motivazioni storiche che le attività culturali presenti oggi (università, musei, biblioteche, ecc..) L’impianto reinterpreta innanzitutto la serie di antichi muri che costituivano la struttura del Li-Fang e il recinto del tempio tramite due edifici lineari che proteggono e ridefiniscono, in modo chiaro, il vuoto della pagoda all’interno del tessuto urbano, restituendole il “respiro” che aveva quando fu costruita in epoca Tang. A ovest la struttura che protegge ed espone i resti archeologici del muro Tang si presenta come “muro abitabile” al fine di segnare il confine del LI-Fang e attrezza lo sfondo del nuovo parco. Quest’ultimo è stato ridisegnato partendo dal sedime dell’antico asse primario della città Tang, proteggendo e organizzando un vero e proprio percorso museale attorno ai resti archeologici del muro. A Est, l’Heritage Center è inteso come un edificio-città bifronte funzionale a definire il margine della pagoda, attrezzandone il parco limitrofo mentre verso la città si propone di creare nuove relazioni con la frammentarietà di un tessuto urbano composto da oggetti, tipico della città cinese generica priva di spazi pubblici e connessioni. L’Heritage Center è trattato come un “duplice muro” interamente scavato longitudinalmente da una vera e propria strada urbana. Il lavoro di sottrazione di materia permette di mantenere la scala urbana dell’edificio-città e articola lo spazio in diversi prospetti così creati al fine di dar vita a un vero luogo pubblico e sempre aperto, capace di creare nuove relazioni urbane con l’intera parte est del progetto. Dar forma a questo vuoto pubblico diventa il vero e proprio tema architettonico. Inoltre, anche i due prospetti interni sono trattati come muri, scavati da nicchie che articolano le varie attività culturali e urbane. Il riferimento diretto sono le tradizionali grotte buddiste scavate nel fianco delle montagne. A sud, un edificio-pivot ipogeo inoltre, grazie ad un movimento a spirale che porta il visitatore sottoterra connette e controbilancia la massa fuori scala dell’esistente museo dello Shaanxi, che contrasta problematicamente con la scala e la grazia della pagoda. Infine progetto si pone inoltre come obiettivo la rigenerazione dell’Urban Village, un fenomeno comune nella città cinese. Originariamente costruite per i contadini, a causa del costante sviluppo urbano, questi sono diventati simili a “slums” in cui trovano riparo intere famiglie in precarie condizioni igienico-sanitarie. Nonostante ciò, all’interno degli urban village è possibile ritrovare una fitta rete di valori e relazioni sociali oltre al fatto che contribuiscono a fornire identità al luogo e garantiscono la presenza di un tipo intangibile di “heritage” dovuto al fatto che sono tutt’oggi occupati dagli abitanti tradizionali. In questo caso il tema principale è combinare i pregi dovuti alla densità del tessuto urbano con condizioni di vita salubri, permettendo agli abitanti di mantenere le proprie tradizioni. Il progetto propone una nuova tipologia di “urban village” che tiene in considerazione i vari problemi legati alla memoria storica del luogo, abitudini e tradizioni; “co-housing”, mix funzionale e spazi pubblici. La pagoda, all’interno della città Tang, si presentava come uno spazio pubblico molto vissuto, proprio per questo particolare enfasi è stata posta nello studio delle differenti connessioni tra il parco della pagoda, i nuovi margini costituiti dal progetto e l’isolato circostante. Ulteriore elemento che il progetto intende affrontare è la ridefinizione degli ingressi nord e sud al sistema della pagoda, che, storicamente, hanno alternativamente costituito il punto di accesso al tempio.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/134364