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La mancanza di tenuta all’acqua è la causa che comporta l’insorgere della maggior parte dei guasti che coinvolgono gli edifici. Dalle valutazioni statistiche circa i sistemi di coperture piane continue, condotte in ambito Europeo, emerge che la progettazione costituisce la principale fonte dei difetti. L’individuazione della natura del difetto risulta essere un’operazione complessa date le numerose variabili in gioco e l’assenza di strumenti di supporto che guidino il patologo nelle indagini. Spesso è quindi necessario ricorrere all’utilizzo di attività sperimentali che richiedono un sostanziale impiego di risorse. L’esiguità della letteratura scientifica sul tema della patologia edilizia rappresenta una mancanza che non permette di avere un quadro di riferimento utile sia nella fase iniziale di progettazione sia successivamente nel processo di riconoscimento del meccanismo di guasto che porta alla comparsa delle anomalie e nella definizione delle modalità di intervento. Data l’incidenza di tale problematica nel settore delle costruzioni, risulta di fondamentale importanza approfondire questo ambito di studio sviluppando degli strumenti logici e analitici che affianchino l’articolato lavoro di indagine diagnostica che richiede conoscenze multidisciplinari. Per tale motivo nel presente elaborato si propongono due tipologie di strumenti di supporto al processo diagnostico, realizzati sulla base dell’analisi dei meccanismi di guasto ricorrenti che interessano l’elemento di tenuta di coperture piane continue in bitume polimero o sintetico. Il primo consiste in schede di guasto all’interno delle quali si riporta la descrizione sintetica della catena di eventi che porta dal difetto al guasto e la relativa schematizzazione tramite un albero di guasto che costituisce uno strumento di analisi deduttiva. Il secondo strumento, realizzato a partire dai contenuti delle suddette schede, consiste negli alberi diagnostici ovvero diagrammi, strutturati secondo una gerarchizzazione di domande booleane, che a partire dall’anomalia individuata, guidino ed indirizzino il patologo verso l’ipotesi diagnostica più probabile.

Elaborazione di strumenti diagnostici per il riconoscimento dei meccanismi di guasto dell'elemento di tenuta di coperture piane continue

BOTTINI, LUISA;PUGLISI, ANNA GIUSEPPINA
2015/2016

Abstract

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BROCCOLINO, ANTONIO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
28-apr-2017
2015/2016
La mancanza di tenuta all’acqua è la causa che comporta l’insorgere della maggior parte dei guasti che coinvolgono gli edifici. Dalle valutazioni statistiche circa i sistemi di coperture piane continue, condotte in ambito Europeo, emerge che la progettazione costituisce la principale fonte dei difetti. L’individuazione della natura del difetto risulta essere un’operazione complessa date le numerose variabili in gioco e l’assenza di strumenti di supporto che guidino il patologo nelle indagini. Spesso è quindi necessario ricorrere all’utilizzo di attività sperimentali che richiedono un sostanziale impiego di risorse. L’esiguità della letteratura scientifica sul tema della patologia edilizia rappresenta una mancanza che non permette di avere un quadro di riferimento utile sia nella fase iniziale di progettazione sia successivamente nel processo di riconoscimento del meccanismo di guasto che porta alla comparsa delle anomalie e nella definizione delle modalità di intervento. Data l’incidenza di tale problematica nel settore delle costruzioni, risulta di fondamentale importanza approfondire questo ambito di studio sviluppando degli strumenti logici e analitici che affianchino l’articolato lavoro di indagine diagnostica che richiede conoscenze multidisciplinari. Per tale motivo nel presente elaborato si propongono due tipologie di strumenti di supporto al processo diagnostico, realizzati sulla base dell’analisi dei meccanismi di guasto ricorrenti che interessano l’elemento di tenuta di coperture piane continue in bitume polimero o sintetico. Il primo consiste in schede di guasto all’interno delle quali si riporta la descrizione sintetica della catena di eventi che porta dal difetto al guasto e la relativa schematizzazione tramite un albero di guasto che costituisce uno strumento di analisi deduttiva. Il secondo strumento, realizzato a partire dai contenuti delle suddette schede, consiste negli alberi diagnostici ovvero diagrammi, strutturati secondo una gerarchizzazione di domande booleane, che a partire dall’anomalia individuata, guidino ed indirizzino il patologo verso l’ipotesi diagnostica più probabile.
Tesi di laurea Magistrale
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