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Da un’approfondita analisi delle carte storiche è emerso come l’area di Expo Milano fosse un punto nevralgico posto all'incrocio tra l’asse del Nord-Ovest proveniente dalla città, l’orditura dei campi e delle cascine Nord-Sud della periferia milanese e la fascia alberata del Bosco della Merlata. Tale sovrapposizione di elementi e delle relative giaciture porta a rimettere in discussione l’assetto pensato per l’esposizione universale basato su un sistema cardo-decumanico. Nasce quindi la proposta di inserire una grande forma che, riprendendo l’asse della ferrovia (nordovest) ne fa il proprio asse principale di sviluppo imponendosi fortemente sull'area, convivendo con la preesistente Cascina Triulza e con i padiglioni permanenti dall'esposizione (Padiglione Zero, Palazzo Italia e l’Albero della vita). L’edificio, di una larghezza costante di 60 m, si colloca sul lato inferiore del decumano di Expo, ricalcandone la lunghezza. Il corpo subisce un taglio in corrispondenza dell’incontro con l’asse Nord-Sud proveniente dalla Cascina Triulza, dividendosi in due parti: - una che ospita il Polo tecnologico “Human Technopole” e gli incubatori d’impresa; - l’altra destinata ad ospitare le attività legate all'università, alla quale vengono annessi edifici che, attraverso un impianto a corte, si offrono come corpi a servizio delle diverse funzioni che cui un campus universitario necessita, creando un collegamento tra l’edificio principale e l’asse del nord-ovest. Il progetto paesaggistico prevede, in corrispondenza dell’accesso Ovest, il recupero di un sistema tradizionale di campi; nella parte centrale la rinascita del Bosco della Merlata che, con la sua massa naturale e irregolare, accerchia gli edifici di progetto; a Est una zona verde, destinata a parco, integrata a un progetto di città giardino per le residenze universitarie. Le residenze si sviluppano come un sistema di corti aperte che costruiscono il limite dell’area e si affacciano sul grande parco.

Expo dopo Expo. Grande pianta, trame e connessioni

CAGNONI, GIULIA CHIARA;LIANI, GIANFILIPPO;PUGLIESE, ROBERTA;MARIOTTI, NICOLÒ
2015/2016

Abstract

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COMI, GIOVANNI
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
26-apr-2017
2015/2016
Da un’approfondita analisi delle carte storiche è emerso come l’area di Expo Milano fosse un punto nevralgico posto all'incrocio tra l’asse del Nord-Ovest proveniente dalla città, l’orditura dei campi e delle cascine Nord-Sud della periferia milanese e la fascia alberata del Bosco della Merlata. Tale sovrapposizione di elementi e delle relative giaciture porta a rimettere in discussione l’assetto pensato per l’esposizione universale basato su un sistema cardo-decumanico. Nasce quindi la proposta di inserire una grande forma che, riprendendo l’asse della ferrovia (nordovest) ne fa il proprio asse principale di sviluppo imponendosi fortemente sull'area, convivendo con la preesistente Cascina Triulza e con i padiglioni permanenti dall'esposizione (Padiglione Zero, Palazzo Italia e l’Albero della vita). L’edificio, di una larghezza costante di 60 m, si colloca sul lato inferiore del decumano di Expo, ricalcandone la lunghezza. Il corpo subisce un taglio in corrispondenza dell’incontro con l’asse Nord-Sud proveniente dalla Cascina Triulza, dividendosi in due parti: - una che ospita il Polo tecnologico “Human Technopole” e gli incubatori d’impresa; - l’altra destinata ad ospitare le attività legate all'università, alla quale vengono annessi edifici che, attraverso un impianto a corte, si offrono come corpi a servizio delle diverse funzioni che cui un campus universitario necessita, creando un collegamento tra l’edificio principale e l’asse del nord-ovest. Il progetto paesaggistico prevede, in corrispondenza dell’accesso Ovest, il recupero di un sistema tradizionale di campi; nella parte centrale la rinascita del Bosco della Merlata che, con la sua massa naturale e irregolare, accerchia gli edifici di progetto; a Est una zona verde, destinata a parco, integrata a un progetto di città giardino per le residenze universitarie. Le residenze si sviluppano come un sistema di corti aperte che costruiscono il limite dell’area e si affacciano sul grande parco.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/134402