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L’incipit progettuale di questo lavoro di tesi è frutto di un’approfondita analisi sui percorsi e gli insediamenti di Monte Baldo. Da questo lavoro di studio è emerso l’interesse per il sentiero CAI 651, chiamato anche Via delle Creste. Il percorso attraversa il crinale del monte costituendone la vera e propria spina dorsale, collega la località di Tratto Spino fino alla Punta Telegrafo, passando poco al di sotto delle varie cime del monte che costituiscono delle occasioni panoramiche uniche. E' un sentiero impegnativo consigliato agli escursionisti con una buona preparazione fisica. Il progetto mira ad una riqualificazione in chiave paesaggistica di una parte di questo percorso (da Punta Telegrafo a Punta Valdritta), cercando di valorizzare soprattutto le cime e i numerosi circhi glaciali che scandiscono l’apparato del massiccio. Obiettivo primario del progetto è la realizzazione di una serie di digressioni escursionistiche che, distaccandosi dal 651, permettono di giungere in alcune zone inesplorate del monte; queste ci offrono un affaccio sul lago e allo stesso tempo, distaccandosi dalla montagna, ci permettono di osservarla da un punto di vista nuovo. L’attività progettuale mira anche a costituire dei percorsi che con scale, passerelle e parapetti permettano di collegare in sicurezza il sentiero del CAI con le vette, collegamento che prima era difficoltoso ed impraticabile, riuscendo così a migliorare la fruibilità dei luoghi di maggior interesse panoramico del complesso del Baldo. Un altro elemento fondamentale che ha permesso di strutturare gli interventi in modo coerente riguarda la morfologia geofisica del monte e dei circhi glaciali. Questi, formatisi nel corso del tempo, caratterizzano fortemente il massiccio lungo il versante Ovest, dominando la vallata con i loro maestosi “crateri semicircolari”. L’incontro di circhi glaciali e cime forma dei veri e propri “speroni rocciosi” su cui si sono progettate le digressioni escursionistiche al termine delle quali si trovano gli interventi architettonici volti ad espandere la percezione panoramica dei viaggiatori in chiave paesaggistica. Questa soluzione progettuale ha permesso di instaurare un nuovo collegamento di elementi puntuali. Come le cime con le loro croci segnano una linea immaginaria di oggetti visivi, l’inserimento dei progetti panoramici delineati da un muro in corten come landmark progettuale e posizionati al termine degli “speroni rocciosi”, vuole costituire una seconda catena di collegamento visuale. Questa seconda catena permette una doppia relazione visuale: in primo luogo tra i progetti stessi, in secondo luogo tra i progetti e le croci in vetta. Inoltre i visitatori potranno così non solo accedere alle cime, ma anche discenderle, camminando lungo le creste dei circhi. L’area di intervento quindi assume una dimensione di longitudinalità rispetto al sentiero 651, ma anche di profondità nella larghezza della montagna. La scelta del muro scatolare in corten come landmark progettuale vuole essere una sorta di continuità rispetto alle croci in metallo per quanto riguarda la durata stessa del materiale, che sarà temprato nella fibra e nel colore dalla rigidezza del clima montano. Gli interventi architettonici sono realizzati seguendo la semplicità e la sobrietà dei materiali: dal muro in corten alle pavimentazioni in grigliato standard, all’inserimento, dove necessario, di solette in cemento armato necessarie a sostenere i nuovi interventi panoramici. Anche grazie alla solidità del roccioso sedime della montagna, si è in grado di realizzare sbalzi importanti e agganci con strutture metalliche. I collegamenti fra 651, cime e progetti, sono realizzati con scalette e passerelle di acciaio, ancorate tramite plinti di fondazione al terreno e rispettando con distacco il suolo su cui sono ancorati. Il proposito finale di questi progetti è quello di creare spazi che permettano di ammirare il paesaggio da un nuovo punto di vista, concedendo la possibilità all’uomo di immergersi nella natura in quanto uomo e goderne liberamente, poichè il paesaggio diviene tale solo a queste condizioni.

CAI 651 : nuovi percorsi escursionistici sul Monte Baldo

ROSSI, JACOPO
2015/2016

Abstract

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ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
26-apr-2017
2015/2016
L’incipit progettuale di questo lavoro di tesi è frutto di un’approfondita analisi sui percorsi e gli insediamenti di Monte Baldo. Da questo lavoro di studio è emerso l’interesse per il sentiero CAI 651, chiamato anche Via delle Creste. Il percorso attraversa il crinale del monte costituendone la vera e propria spina dorsale, collega la località di Tratto Spino fino alla Punta Telegrafo, passando poco al di sotto delle varie cime del monte che costituiscono delle occasioni panoramiche uniche. E' un sentiero impegnativo consigliato agli escursionisti con una buona preparazione fisica. Il progetto mira ad una riqualificazione in chiave paesaggistica di una parte di questo percorso (da Punta Telegrafo a Punta Valdritta), cercando di valorizzare soprattutto le cime e i numerosi circhi glaciali che scandiscono l’apparato del massiccio. Obiettivo primario del progetto è la realizzazione di una serie di digressioni escursionistiche che, distaccandosi dal 651, permettono di giungere in alcune zone inesplorate del monte; queste ci offrono un affaccio sul lago e allo stesso tempo, distaccandosi dalla montagna, ci permettono di osservarla da un punto di vista nuovo. L’attività progettuale mira anche a costituire dei percorsi che con scale, passerelle e parapetti permettano di collegare in sicurezza il sentiero del CAI con le vette, collegamento che prima era difficoltoso ed impraticabile, riuscendo così a migliorare la fruibilità dei luoghi di maggior interesse panoramico del complesso del Baldo. Un altro elemento fondamentale che ha permesso di strutturare gli interventi in modo coerente riguarda la morfologia geofisica del monte e dei circhi glaciali. Questi, formatisi nel corso del tempo, caratterizzano fortemente il massiccio lungo il versante Ovest, dominando la vallata con i loro maestosi “crateri semicircolari”. L’incontro di circhi glaciali e cime forma dei veri e propri “speroni rocciosi” su cui si sono progettate le digressioni escursionistiche al termine delle quali si trovano gli interventi architettonici volti ad espandere la percezione panoramica dei viaggiatori in chiave paesaggistica. Questa soluzione progettuale ha permesso di instaurare un nuovo collegamento di elementi puntuali. Come le cime con le loro croci segnano una linea immaginaria di oggetti visivi, l’inserimento dei progetti panoramici delineati da un muro in corten come landmark progettuale e posizionati al termine degli “speroni rocciosi”, vuole costituire una seconda catena di collegamento visuale. Questa seconda catena permette una doppia relazione visuale: in primo luogo tra i progetti stessi, in secondo luogo tra i progetti e le croci in vetta. Inoltre i visitatori potranno così non solo accedere alle cime, ma anche discenderle, camminando lungo le creste dei circhi. L’area di intervento quindi assume una dimensione di longitudinalità rispetto al sentiero 651, ma anche di profondità nella larghezza della montagna. La scelta del muro scatolare in corten come landmark progettuale vuole essere una sorta di continuità rispetto alle croci in metallo per quanto riguarda la durata stessa del materiale, che sarà temprato nella fibra e nel colore dalla rigidezza del clima montano. Gli interventi architettonici sono realizzati seguendo la semplicità e la sobrietà dei materiali: dal muro in corten alle pavimentazioni in grigliato standard, all’inserimento, dove necessario, di solette in cemento armato necessarie a sostenere i nuovi interventi panoramici. Anche grazie alla solidità del roccioso sedime della montagna, si è in grado di realizzare sbalzi importanti e agganci con strutture metalliche. I collegamenti fra 651, cime e progetti, sono realizzati con scalette e passerelle di acciaio, ancorate tramite plinti di fondazione al terreno e rispettando con distacco il suolo su cui sono ancorati. Il proposito finale di questi progetti è quello di creare spazi che permettano di ammirare il paesaggio da un nuovo punto di vista, concedendo la possibilità all’uomo di immergersi nella natura in quanto uomo e goderne liberamente, poichè il paesaggio diviene tale solo a queste condizioni.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/134404