Pompei Virtuel is a ‘close reading’ of the buried city that becomes a design proposal. Its analysis phase is a conceptual digging operation through the mental layers that have composed it. Its unreported, unwritten rules are an opportunity for always new and inevitably contemporary readings. From every part of the city: The walls, the Regio, the insula; grids, diagrams and compositional rules emerge, which will inform the design process. The design phase is in the project of Peter Eisenman for the sanctuary station its background. The design path of the American architect for an area close to the ancient city sees a development that will be an emblematic example. A network that restitches parts of the contemporary city, made of overlays of critically selected traces, has in its most natural aspiration to aim further. The next proposal will extend this capacity to the whole area of the ruins. Interested parties are still unremoved. Failure to remove, allows that degree of ambiguity that makes those areas fertile to a proposal other, virtual for initial statement. The will to reconnect and Densify guide the whole project. The shear between different Pompeii, today, as never incommunicating, is resolved by a project that aims to bring each one a little ' inside the other. Two floors on which you work: the horizontal one and the vertical one. The project is the space of the middle, between the concealed and the unconcealed, between the new and the ancient, between the past, the present and the future. The tension is the result of these a dialogue, made possible only by those initial rules, the rules of the speech. The creases are the result of this tension. HIC Sumes felices is an echo that comes from the past and makes declaration of intent.

Pompei Virtuel è una lettura della città sepolta che diventa proposta progettuale. La sua fase analisi é un’operazione di scavo concettuale attraverso gli strati mentali che l’hanno composta. Le sue regole non dichiarate, non scritte, sono un’opportunità di letture sempre nuove e inevitabilmente contemporanee. Da ogni parte della città: le mura, il regio, l’insula; emergono griglie, diagrammi, regole compositive, che andranno ad informare il processo progettuale. La fase progettuale trova nel progetto di Peter Eisenman per la Stazione Santuario il suo antefatto. Il percorso progettuale dell’architetto americano per un’area a ridosso della città antica vede uno sviluppo che sarà un esempio emblematico. Una rete che ricuce parti di città contemporanea, fatta di sovrapposizioni di tracce criticamente selezionate, ha nella sua più naturale aspirazione quella di puntare oltre. La successiva proposta estenderà tale capacità a tutta l’area delle rovine. Le parti interessate sono quelle ancora non rimosse. La mancata rimozione, permette quel grado di ambiguità che rende fertile quelle zone ad una proposta ‘altra’, virtuale per dichiarazione iniziale. La volontà di riconnettere e densificare guida tutto il progetto. La cesoia tra diverse Pompei, oggi, quanto non mai incomunicanti, è risolta da un progetto che punta a portare ognuna un po’ dentro l’altra. Due i piani sul quale lavora: quella orizzontale e quella verticale. Il progetto è lo spazio di mezzo, tra il celato e il non celato, tra il nuovo e l’antico, tra il passato, il presente e il futuro. La tensione è frutto di questi un dialoghi, resi possibile solo da quelle regole iniziali, le regole del discorso. Le pieghe sono il risultato di questa tensione. Hic Sumes Felices è un eco che arriva dal passato e che si fa dichiarazione di intenti.

Hic sumus felices. Pompei virtuel

STILE, VINCENZO
2016/2017

Abstract

Pompei Virtuel is a ‘close reading’ of the buried city that becomes a design proposal. Its analysis phase is a conceptual digging operation through the mental layers that have composed it. Its unreported, unwritten rules are an opportunity for always new and inevitably contemporary readings. From every part of the city: The walls, the Regio, the insula; grids, diagrams and compositional rules emerge, which will inform the design process. The design phase is in the project of Peter Eisenman for the sanctuary station its background. The design path of the American architect for an area close to the ancient city sees a development that will be an emblematic example. A network that restitches parts of the contemporary city, made of overlays of critically selected traces, has in its most natural aspiration to aim further. The next proposal will extend this capacity to the whole area of the ruins. Interested parties are still unremoved. Failure to remove, allows that degree of ambiguity that makes those areas fertile to a proposal other, virtual for initial statement. The will to reconnect and Densify guide the whole project. The shear between different Pompeii, today, as never incommunicating, is resolved by a project that aims to bring each one a little ' inside the other. Two floors on which you work: the horizontal one and the vertical one. The project is the space of the middle, between the concealed and the unconcealed, between the new and the ancient, between the past, the present and the future. The tension is the result of these a dialogue, made possible only by those initial rules, the rules of the speech. The creases are the result of this tension. HIC Sumes felices is an echo that comes from the past and makes declaration of intent.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
25-lug-2017
2016/2017
Pompei Virtuel è una lettura della città sepolta che diventa proposta progettuale. La sua fase analisi é un’operazione di scavo concettuale attraverso gli strati mentali che l’hanno composta. Le sue regole non dichiarate, non scritte, sono un’opportunità di letture sempre nuove e inevitabilmente contemporanee. Da ogni parte della città: le mura, il regio, l’insula; emergono griglie, diagrammi, regole compositive, che andranno ad informare il processo progettuale. La fase progettuale trova nel progetto di Peter Eisenman per la Stazione Santuario il suo antefatto. Il percorso progettuale dell’architetto americano per un’area a ridosso della città antica vede uno sviluppo che sarà un esempio emblematico. Una rete che ricuce parti di città contemporanea, fatta di sovrapposizioni di tracce criticamente selezionate, ha nella sua più naturale aspirazione quella di puntare oltre. La successiva proposta estenderà tale capacità a tutta l’area delle rovine. Le parti interessate sono quelle ancora non rimosse. La mancata rimozione, permette quel grado di ambiguità che rende fertile quelle zone ad una proposta ‘altra’, virtuale per dichiarazione iniziale. La volontà di riconnettere e densificare guida tutto il progetto. La cesoia tra diverse Pompei, oggi, quanto non mai incomunicanti, è risolta da un progetto che punta a portare ognuna un po’ dentro l’altra. Due i piani sul quale lavora: quella orizzontale e quella verticale. Il progetto è lo spazio di mezzo, tra il celato e il non celato, tra il nuovo e l’antico, tra il passato, il presente e il futuro. La tensione è frutto di questi un dialoghi, resi possibile solo da quelle regole iniziali, le regole del discorso. Le pieghe sono il risultato di questa tensione. Hic Sumes Felices è un eco che arriva dal passato e che si fa dichiarazione di intenti.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/134790