Il museo come strumento di rigenerazione urbana : progetto di un centro di conservazione e sperimentazione dell'arte ceramica nella Villa di Caltagirone

«Dignity and beauty are not enough to protect from the ravages of time and man when the monument […] exits from the construction cycle of the town to become a neglected ruin.»X (Luca Basso Peressut e Fulvia Premoli, Architettura, tipo e contesto nel progetto del museo, p.14) This work aims at proving that it is possible to enact a process of urban regeneration using the project as a means of requalification of the historical centre of a town. The case study chosen for the intervention is an opportunity to put to the test a new development model. Over time, Caltagirone seems to have lost the role of “ceramics town”, but it could regain it by establishing a cultural centre, a new Ceramics Museum, that combines conservation and experimentation. The architectural project is an opportunity to regenerate a neglected heritage with a great landscape value and a urban, architectural and artistic meaning and to evaluate the possibility of germination of satellite activities and functions throughout the town and aimed at requalifying specific degraded areas. The preliminary analysis concerns Caltagirone’s aesthetic and scale evolution and brings back to light its unexpressed or lost qualities. In this context, it is important to explain the reason why the inhabitants have become unaware of the town heritage and the role that the town played in the history of the ceramics art. For an adequate knowledge of the place and its history, besides consulting a substantial amount of specific literature, we carried out several inspections, during which we conducted an evaluation of the old town and of the project site, the Villa Pubblica, and paid numerous visits to the town museum. A series of meetings with people involved in the process, among which representatives of the local administration, cultural institutions such as schools and associations, personnel of the Civic Museums and, more importantly, artisans and ceramists from different generations and, more in general, citizens, provided a valuable point of view and confirmed many of the ideas we had concerning the need to find a new strategic location for the new Ceramics Museum. The operation concerns a specific case and cannot ignore its characteristics, however, the idea of an architecture that looks after the town can be an important starting point for further research and enrich the cultural debate surrounding the Italian historical centres.

«... la città è una totalità che si costruisce da se stessa e in cui tutti gli elementi concorrono a formare l’âme de la cité» (Aldo Rossi, L’architettura della città) Questo lavoro intende spiegare come sia possibile attivare un processo di rigenerazione urbana servendosi del progetto architettonico come strumento di riqualificazione del centro storico. Tale processo è fondato una lettura interpretativa della forma e dell’anima della cittàX: la forma nasconde un ordine, e la sua anima ne condiziona la vita sociale ed economica. Il caso studio scelto per l’intervento non è che il pretesto per sperimentare un modello di sviluppo: Caltagirone è nata da un disegno chiaro, a partire dalla prima cinta muraria, alla formazione della crux viarum che ha ispirato l’identificazione iconografica con l’aquila, fino all’ultima grande trasformazione, la nuova immagine ‘barocca’, un intervento per punti che ha ulteriormente impreziosito l’identità urbana. La città del Bonaiuto è caratterizzata dallo sviluppo di un sistema di relazioni, specialmente attraverso nuove infrastrutture, e dalla costituzione di una nuova immagine riconoscibile, le caratteristiche tipiche dell’urbanistica barocca. Ulteriori frammenti hanno arricchito Caltagirone, rispecchiando delle temporalità e secondo una coerenza di piano: gli interventi liberty e ciò che ha visto la luce del ‘Piano Sturzo’. Dal secondo dopoguerra si è verificata una inesorabile perdita di identità, urbanistica e socio-economica, così Caltagirone sembra aver perso il ruolo di città della ceramica. Se il paradigma scelto per capire l’assetto futuro di Caltagirone è quello della città intesa come sistema di relazioni, l’orizzonte verso cui tendere è quello di una visione d’insieme che si manifesta in interventi per punti, e non per parti. L’idea di un primo tassello che inneschi la rigenerazione urbana si fonda sull’ipotesi che la ceramica sia l’elemento identitario di Caltagirone: dotandosi di un centro culturale, un nuovo Museo della Ceramica, purché esso coniughi la conservazione e la sperimentazione, essa potrebbe riconquistare la propria identità. Il progetto architettonico è indiscutibilmente l’occasione sia per rimettere in gioco un patrimonio trascurato, di valore paesaggistico, urbanistico e architettonico oltreché artistico, sia per ipotizzare la conseguente germinazione di attività e funzioni satellitari, diffuse nella città e rivolte alla riqualificazione di specifiche aree degradate. L’analisi preliminare riguarda la formazione e le trasformazioni di Caltagirone, e riporta alla luce le sue qualità inespresse o perdute nel tempo. Contestualmente, si cerca di spiegare le ragioni per cui la popolazione ha perso consapevolezza del suo patrimonio e del suo ruolo nella storia dell’arte ceramica. Per una conoscenza soddisfacente del luogo e della sua storia, oltre a una bibliografia specifica consistente, sono stati utili i sopralluoghi, durante i quali abbiamo effettuato un rilievo del centro e dell’area di progetto, la Villa Pubblica, e numerose visite alle istituzioni museali della città. Una serie di incontri con persone potenzialmente coinvolte nel processo, come esponenti dell’amministrazione locale, delle istituzioni culturali quali scuole e associazioni, il personale degli uffici dei Musei Civici, ma soprattutto artigiani e ceramisti di generazioni diverse e più in generale i cittadini, ci hanno fornito punti di vista preziosi e hanno confermato le nostre tesi a proposito della necessità di un nuovo Museo della Ceramica in una posizione strategica. L’operazione riguarda dunque un caso specifico e non può prescindere dai suoi caratteri, ma l’idea di un’architettura che si prenda cura della città può valere come modello di ricerca e arricchire il dibattito culturale sui centri storici italiani.