Ripensare ai paesaggi degradati in chiave paesaggistica. Da descrizioni negative di un passato dismesso ad opportunità per nuovi paesaggi in Lombardia

The subject of my thesis is the concept of degraded landscape referring to the negative sense given and to the wider meaning indicated in the important European and Italian documents. I decide to analyse how the idea about this kind of places changed referring to texts examined and to the juridical development. The European Landscape Convention offers a definition of landscape without limits and holistic views but inclusive of any typological variety and the main theme coincide with a space to insert new values which create landscape. The italian “Codice dei Beni culturali e del Paesaggio” acquire the European philosophy, but on the contrary, shows a problematic vision of the subject, considered as urban stigma place in which the degraded environment are not worthy of legal consideration that one more time is managed by mother-concept of exceptionality. The national duty to edit regional landscaped plans, focus the attention and take into consideration Lombardy plan, examining the possibility for which the plan could follow or not the meanings attributed to the landscape by higher level and the observation field of “grey areas” as defaces, concentrating on the abandonment theme to go so far as to a comparative outline to understand if this kind of landscape is a matter just for a few person or the shared solution to a common problem. By the Lombardy Plan review, it get the Piano Territoriale Regionale, having landscape value, considerable both for returning relevance to the everyday landscapes and in particular to the abandonment places as essential spaces for landscaping construction according with European level, both to approach as strategic reference framework for the local range. The final aim is to identify specific case studies about people’s activated and institutional answer in order to underline or not a coherence with the examining texts and so the will, aware or not, to create landscape as indicate by the European Convention.

L’oggetto della tesi è il concetto di ambito degradato in riferimento all’accezione negativa attribuita e al più ampio significato di paesaggio espresso all’interno di documenti di importanza internazionale e nazionale italiano. Si analizza come la concezione di questa tipologia di luoghi sia cambiata in relazione alla scala dei testi analizzati e all’evoluzione giuridica. La Convenzione Europea del Paesaggio offre una definizione di paesaggio senza limiti e olistica poiché comprensiva di ogni varietà tipologica, il tema centrale è spazio idoneo all’inserimento di nuovi valori con i quali creare paesaggio. Il Codice dei Beni culturali e del Paesaggio invece, eredita la filosofia europea ma mostra una visione problematica del soggetto, considerato come luogo dello stigma urbano in cui gli ambiti degradati non sono degni di considerazione giuridica che ancora una volta è guidata dal concetto madre di eccezionalità. L’obbligo nazionale di redigere i Piani Paesaggistici Regionali, stringe il campo di analisi considerando il Piano della Lombardia esaminando la possibilità per la quale il piano segua o no i significati attribuiti al paesaggio dal livello superiore, e il campo d’osservazione delle “aree grigie” poiché degradate, focalizzando il tema del dismesso per giungere infine ad uno schema comparativo per capire se questa tipologia di ambiti è una questione per pochi o la soluzione condivisa ad un problema comune. Dalla revisione del Piano, si ottiene il Piano Territoriale Regionale, avente valenza paesaggistica, rilevante sia per aver restituito importanza ai paesaggi di tutti i giorni e soprattutto ai “luoghi dell’abbandono” quali fondamentali spazi di costruzione paesaggistica, in accordo con il livello europeo, e sia per essersi posto come quadro di riferimento strategico per la scala locale. L’intento conclusivo è quello di identificare specifici casi studio d’innesco popolare e risposte istituzionali al fine di evidenziare o meno una linearità con i testi analizzati e quindi la volontà, consapevole o meno, di fare paesaggio, così come insegna la Convenzione.