THIS PROJECT OF THE NEW CULTURE CENTER IN THE FILIPPINI SQUARE TAKES ACTION IN A PLACE WHICH HAS LOST ITS PECULIAR CHARACTER OF SPACE. A PROJECT THAT DEPARTS FROM THE PAST TO RECONNECT ITSELF TO THE PRESENT.

Mantova è una città della Pianura Padana, ricca di storia e cultura. Il progetto da noi pensato ha dovuto relazionarsi con il suo territorio, oggetto di grandi trasformazioni negli ultimi cinquecento anni. Mantova era una città-isola: il rapporto con l’acqua è mutato nei secoli, fino a trasformare l’isola in una penisola, bagnata dal Mincio. È stato fondamentale studiare la sua morfologia e le sue trasformazioni, per avere maggior consapevolezza nelle scelte progettuali. L’area progettuale si trova a Nord della città, caratterizzata dalla presenza di Piazza Virgiliana, un grande giardino dell’Ottocento, il quale fu realizzato in seguito ad interventi di bonifica di quel luogo, un tempo occupato dal Porto dell’Ancona. L’acqua aveva lasciato spazio alle paludi, che furono del tutto debellate soltanto a Ottocentro inoltrato. Questo grande spazio verde dialogava col nostro lotto di progetto: la Chiesa settecentesca dei Filippini , con la sua imponenza, era perfettamente visibile dalla piazza, grazie alla sua facciata alta più di 20 m. La chiesa, oggi distrutta dai bombardamenti, e l’antico convento ancora esistente rappresentano dei punti di partenza e di riflessione per il nostro progetto, che ha come obiettivo principale quello di “ricostruire” il ruolo che essi coprivano un tempo in relazione a Piazza Virgiliana. Una falsa facciata, pensata interamente in mattoni, che caratterizza il nostro progetto, cerca di raggiungere questo obiettivo, rifacendosi in caratteristiche e proporzioni alla facciata barocca del Borsotti, architetto mantovano di inizio XVIII secolo. Inoltre abbiamo studiato approfonditamente la composizione e la distribuzione dell’impianto della chiesa, le cui parti sono state oggetto di reinterpretazioni in chiave moderna; le cappelle, la navata unica, il corridoio di servizio e infine la facciata, sono stati gli elementi chiave che hanno costruito il nuovo impianto di progetto, uno spazio per la cultura dedicato agli studenti di Architettura del Politecnico a Mantova.

Tra passato e presente. Un nuovo spazio per la cultura : Mantova, piazza dei Filippini

TALARICO, MATTIA;BUGGIO, IRENE;REZZI, CHIARA
2016/2017

Abstract

THIS PROJECT OF THE NEW CULTURE CENTER IN THE FILIPPINI SQUARE TAKES ACTION IN A PLACE WHICH HAS LOST ITS PECULIAR CHARACTER OF SPACE. A PROJECT THAT DEPARTS FROM THE PAST TO RECONNECT ITSELF TO THE PRESENT.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
25-lug-2017
2016/2017
Mantova è una città della Pianura Padana, ricca di storia e cultura. Il progetto da noi pensato ha dovuto relazionarsi con il suo territorio, oggetto di grandi trasformazioni negli ultimi cinquecento anni. Mantova era una città-isola: il rapporto con l’acqua è mutato nei secoli, fino a trasformare l’isola in una penisola, bagnata dal Mincio. È stato fondamentale studiare la sua morfologia e le sue trasformazioni, per avere maggior consapevolezza nelle scelte progettuali. L’area progettuale si trova a Nord della città, caratterizzata dalla presenza di Piazza Virgiliana, un grande giardino dell’Ottocento, il quale fu realizzato in seguito ad interventi di bonifica di quel luogo, un tempo occupato dal Porto dell’Ancona. L’acqua aveva lasciato spazio alle paludi, che furono del tutto debellate soltanto a Ottocentro inoltrato. Questo grande spazio verde dialogava col nostro lotto di progetto: la Chiesa settecentesca dei Filippini , con la sua imponenza, era perfettamente visibile dalla piazza, grazie alla sua facciata alta più di 20 m. La chiesa, oggi distrutta dai bombardamenti, e l’antico convento ancora esistente rappresentano dei punti di partenza e di riflessione per il nostro progetto, che ha come obiettivo principale quello di “ricostruire” il ruolo che essi coprivano un tempo in relazione a Piazza Virgiliana. Una falsa facciata, pensata interamente in mattoni, che caratterizza il nostro progetto, cerca di raggiungere questo obiettivo, rifacendosi in caratteristiche e proporzioni alla facciata barocca del Borsotti, architetto mantovano di inizio XVIII secolo. Inoltre abbiamo studiato approfonditamente la composizione e la distribuzione dell’impianto della chiesa, le cui parti sono state oggetto di reinterpretazioni in chiave moderna; le cappelle, la navata unica, il corridoio di servizio e infine la facciata, sono stati gli elementi chiave che hanno costruito il nuovo impianto di progetto, uno spazio per la cultura dedicato agli studenti di Architettura del Politecnico a Mantova.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/134955