This thesis examines the relationship between museum and its territory within contemporary age, with the aim to raise up issues related to an over-extended museum-ification of our cities and territories. Within this phenomenon, heritages from the past are displayed and crystallized as pure images in a present without any overture to the future. If nowadays condition recognizes a pervasion of museum in every day life, this thesis want to understand if - and how – architectural-museographic discipline and its project of museum’s territorial dimension, could have a determined role in overcoming and going beyond an idea of museum which is not under the service of human beings and the progress of society. With the aim to both underline process’s founding reasons and to enlighten some different operative possibilities within the museographic project, the dissertation will inspect museologic intentions and its museographic expressions, whose action field goes progressively beyond museum building type to redefine its sense and its possibilities. In this open and problematic perspective, the “projecting gaze”, as founding idea of Fredi Drugman’s diffused museum, acquire a great importance: it’s recognized as the basement for a refoundation of a museographic practice for and within the territory. The diffused museum is so interpreted as a strategic device for a cultural infra-structuration of the territory, where a responsible transforming action of the present within the project follows a graduated listening of past traces and could, in this way, divert the museum vector, traditionally oriented forward a past, towards a future. Through the specific environment of Libya coastal road and its surrounding territory, the dissertation tries to develop an operative methodology where museography is seen as a discipline who could looks strategically at territories and, at the same time, act at minute scales – from a territory to a room – diverting museum-ification to a museum responsible projecting action. The problematical closure of this oeuvre is the Operational Atlas: as it recognize and relate to each other some traces which are ascribable to a founding historical period for the examined territory, it goes in the direction already described and it offers itself as an open instrument of knowledge, useful for future planning interpretations.

La tesi indaga il rapporto tra museo e territorio nella contemporaneità, tentando di sollevare questioni e problemi rispetto ad una musealizzazione di ambiti sempre più vasti di città e territorio, oggetto di una museificazione per il consumo, in cui le testimonianze materiali del passato vengono cristallizzate per il loro valore di immagine, incapaci di tradursi in un presente che apra al futuro. All’interno di questa condizione attuale, che riconosce la contemporanea pervasività del museo, la domanda cui la tesi cerca di rispondere riguarda se e quale ruolo possa avere la disciplina architettonico-museografica ed il suo progetto nei confronti dell’attuale dimensione territoriale del museo, capace di superare una condizione museificante che non si pone al servizio dell’uomo, della società e del suo sviluppo. Per fare ciò la tesi conduce un’operazione di scavo tra intenzioni museologiche ed espressioni museografiche che hanno progressivamente ampliato il campo di azione del museo oltre i confini del proprio tipo edilizio, ridefinendone senso e possibilità, al fine di comprendere tanto le ragioni fondative di questo processo, quanto verificare la possibilità di un’operatività differente attraverso il progetto museografico. In questa prospettiva aperta e problematica assume rilievo lo ‘sguardo progettante’ profondamente radicato all’idea di museo diffuso proposta dall’architetto e professore Fredi Drugman, che viene riconosciuto come fondamento nella prospettiva di una rifondazione della pratica museografica nel/per il territorio. Il museo diffuso è interpretato, quindi, come dispositivo strategico d’infrastrutturazione culturale del territorio, in cui all’ascolto trans-scalare delle tracce del passato stratificatesi nei luoghi segue un’azione trasformativa responsabile, attraverso il progetto, nei confronti del presente, in grado di invertire il vettore nel museo tradizionalmente rivolto verso il passato, ri-orientandolo verso l’oggi ed il futuro. Attraverso un ambito specifico, cioè il territorio inciso dalla strada litoranea libica, si è cercato di mettere a punto una metodologia operativa in cui la museografia è interpretata come disciplina in grado di guardare strategicamente ai territori ed allo stesso tempo di agire alle scale più minute, dal territorio alla stanza, invertendo l’azione di museificazione votata al consumo dell’immagine verso un’azione del museo proiettivamente responsabile. L’atlante operativo - che conclude in modo problematico il presente lavoro -, riconoscendo e mettendo in relazione tra loro le tracce riconducibili ad una precisa soglia storica fondativa per il territorio in esame, agisce in questa direzione, offrendosi come strumento di conoscenza aperto, utile ad orientare future interpretazioni progettuali specifiche.

Museo è/e territorio. Il museo diffuso come dispositivo per l'infrastrutturazione culturale dei luoghi. Il caso della litoranea libica

RAFFA, ALESSANDRO

Abstract

This thesis examines the relationship between museum and its territory within contemporary age, with the aim to raise up issues related to an over-extended museum-ification of our cities and territories. Within this phenomenon, heritages from the past are displayed and crystallized as pure images in a present without any overture to the future. If nowadays condition recognizes a pervasion of museum in every day life, this thesis want to understand if - and how – architectural-museographic discipline and its project of museum’s territorial dimension, could have a determined role in overcoming and going beyond an idea of museum which is not under the service of human beings and the progress of society. With the aim to both underline process’s founding reasons and to enlighten some different operative possibilities within the museographic project, the dissertation will inspect museologic intentions and its museographic expressions, whose action field goes progressively beyond museum building type to redefine its sense and its possibilities. In this open and problematic perspective, the “projecting gaze”, as founding idea of Fredi Drugman’s diffused museum, acquire a great importance: it’s recognized as the basement for a refoundation of a museographic practice for and within the territory. The diffused museum is so interpreted as a strategic device for a cultural infra-structuration of the territory, where a responsible transforming action of the present within the project follows a graduated listening of past traces and could, in this way, divert the museum vector, traditionally oriented forward a past, towards a future. Through the specific environment of Libya coastal road and its surrounding territory, the dissertation tries to develop an operative methodology where museography is seen as a discipline who could looks strategically at territories and, at the same time, act at minute scales – from a territory to a room – diverting museum-ification to a museum responsible projecting action. The problematical closure of this oeuvre is the Operational Atlas: as it recognize and relate to each other some traces which are ascribable to a founding historical period for the examined territory, it goes in the direction already described and it offers itself as an open instrument of knowledge, useful for future planning interpretations.
BASSO PERESSUT, GIAN LUCA
18-set-2017
Museum inside the territory. The museo diffuso as a tool for cultural infrastructure of places. The case of the Lybian coastal road
La tesi indaga il rapporto tra museo e territorio nella contemporaneità, tentando di sollevare questioni e problemi rispetto ad una musealizzazione di ambiti sempre più vasti di città e territorio, oggetto di una museificazione per il consumo, in cui le testimonianze materiali del passato vengono cristallizzate per il loro valore di immagine, incapaci di tradursi in un presente che apra al futuro. All’interno di questa condizione attuale, che riconosce la contemporanea pervasività del museo, la domanda cui la tesi cerca di rispondere riguarda se e quale ruolo possa avere la disciplina architettonico-museografica ed il suo progetto nei confronti dell’attuale dimensione territoriale del museo, capace di superare una condizione museificante che non si pone al servizio dell’uomo, della società e del suo sviluppo. Per fare ciò la tesi conduce un’operazione di scavo tra intenzioni museologiche ed espressioni museografiche che hanno progressivamente ampliato il campo di azione del museo oltre i confini del proprio tipo edilizio, ridefinendone senso e possibilità, al fine di comprendere tanto le ragioni fondative di questo processo, quanto verificare la possibilità di un’operatività differente attraverso il progetto museografico. In questa prospettiva aperta e problematica assume rilievo lo ‘sguardo progettante’ profondamente radicato all’idea di museo diffuso proposta dall’architetto e professore Fredi Drugman, che viene riconosciuto come fondamento nella prospettiva di una rifondazione della pratica museografica nel/per il territorio. Il museo diffuso è interpretato, quindi, come dispositivo strategico d’infrastrutturazione culturale del territorio, in cui all’ascolto trans-scalare delle tracce del passato stratificatesi nei luoghi segue un’azione trasformativa responsabile, attraverso il progetto, nei confronti del presente, in grado di invertire il vettore nel museo tradizionalmente rivolto verso il passato, ri-orientandolo verso l’oggi ed il futuro. Attraverso un ambito specifico, cioè il territorio inciso dalla strada litoranea libica, si è cercato di mettere a punto una metodologia operativa in cui la museografia è interpretata come disciplina in grado di guardare strategicamente ai territori ed allo stesso tempo di agire alle scale più minute, dal territorio alla stanza, invertendo l’azione di museificazione votata al consumo dell’immagine verso un’azione del museo proiettivamente responsabile. L’atlante operativo - che conclude in modo problematico il presente lavoro -, riconoscendo e mettendo in relazione tra loro le tracce riconducibili ad una precisa soglia storica fondativa per il territorio in esame, agisce in questa direzione, offrendosi come strumento di conoscenza aperto, utile ad orientare future interpretazioni progettuali specifiche.
Tesi di dottorato
File allegati
File Dimensione Formato  
tesi.pdf

non accessibile

Descrizione: testo con elaborazioni grafiche
Dimensione 22.63 MB
Formato Adobe PDF
22.63 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri

I documenti in POLITesi sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/135250