Assenza nel contesto

Abstract There is no human context and there is no man who is completely free of context. Ever since his coming, man has always had to adapt to it, finding, then creating and organizing his own space on the basis of his own needs, and as long as this was shared, adaptation, as naturally, almost followed the instinct The survival of the species, the more unpredictable and therefore less controllable. In this regard, man developed throughout his story, increasingly stratified structures and control forms that were increasingly superstaking the context by modifying it irreversibly. The complexity of these superstructures, which have come together over the years since the emergence of human humans, for the management of mankind itself, forced a breakdown of knowledge and a more and more sectoral specialization, leading the individual not to be More self-reliant, moving it more and more away from a collective model of coexistence, giving it the illusion in return, being able to control the whole world, being controlled by this same determined need (new organization becomes necessary and indispensable). So control is through a shared need management, through the illusion of an individual potential control over everything, bringing man to be himself the subject of his own creation. Thus, by launching a critical-deconstructive mechanism of analysis of contemporary society, it is spontaneous to wonder again what is missing today so that it is possible to create a new possibility, assessing its necessity. At a time when knowledge is more accessible in power, thanks to technological innovation, there is an ideal opportunity to imagine a collective awareness, also based on some of the past observations of the receptive capacity of this moment, in order to indicate Only a factual fact and the potential that they would derive would be aware of that awareness. By paying close attention to the viewer's point of view, by linking the boundaries and boundaries of identity and territory, starting from the analysis of contemporary artistic-cultural production, critically judging the approach to space design, is to identify new ones , Comparing some cultural movements between them in the 1950s, who had already provided the necessary starting point in order to imagine a hybrid that reflects and is a representation of the current context and not just speculation. A search therefore around those forms that can best represent the contemporary. A world observation where knowledge is necessarily generated by continuous contradictions and hence on the absence of certain elements.

Abstract Non vi è contesto senza uomo e non vi è uomo che sia completamente esente dal contesto. Fin dalla sua venuta è sempre stato l’uomo a doversi adattare ad esso, trovando, poi creando ed organizzando il proprio spazio sulla base delle proprie necessità e finché questa era condivisa, l’adattamento, quanto più avveniva naturalmente, quasi seguendo l’istinto di sopravvivenza della specie, quanto più era imprevedibile e quindi meno controllabile. A tal proposito l’uomo sviluppò durante la sua storia, sempre più stratificate strutture e forme di controllo che andarono sempre più a sovrastrutturare il contesto modificandolo irreversibilmente. La complessità di queste sovrastrutture, che si sono venute a sommare negli anni, a partire dalla comparsa de genere umano, per una gestione del genere umano stesso, ha costretto una ripartizione della conoscenza e una sempre più specializzazione settoriale, portando il singolo a non essere più autosufficiente, allontanandolo sempre più da un modello collettivo di convivenza, dandogli in cambio l’illusione, di poter aver il controllo sul mondo intero, risultando invece controllato da questa stessa necessità determinata.(nuova organizzazione divenuta necessaria e imprescindibile.) Quindi il controllo avviene tramite una gestione della necessità condivisa, attraverso l’illusione di un individuale potenziale controllo sopra ogni cosa, portando l’uomo ad essere egli stesso oggetto della propria creazione. Innescando così un meccanismo critico-decostruttivo di analisi sulla società contemporanea, viene spontaneo domandarsi ancora cosa manchi oggi affinché si generi nuova possibilità, valutandone la necessità. In un momento in cui la conoscenza è in potenza più accessibile, grazie l’innovazione tecnologica, vi è l’occasione ideale d’immaginare una consapevolezza collettiva, basandosi anche su alcune osservazioni del passato cogliendo la capacità ricettiva di questo momento, per poter indicare solo un dato di fatto e le potenzialità che ne deriverebbero presa coscienza di tale consapevolezza. Dedicando particolare attenzione al punto di vista dell’osservatore, mettendo in relazione i confini e i limiti di identità e territorio, partendo dall’analisi della produzione artistico-culturale contemporanea, giudicando criticamente l’approccio alla progettazione degli spazi, s’intende identificarne di nuovi, mettendo a confronto tra loro alcuni movimenti culturali, a partire dagli anni cinquanta, che avevano fornito già allora lo spunto necessario, al fine di poter immaginare un ibrido che rifletta e che sia rappresentazione del contesto attuale e non mera speculazione. Una ricerca quindi attorno a quelle forme che possano rappresentare al meglio il contemporaneo. Un’osservazione sul mondo in cui la conoscenza si genera necessariamente su continue contraddizioni e per cui sull’assenza di elementi certi.