Il percorso di tesi vuole affrontare il tema della progettazione urbana e della riqualificazione di aree industriali dismesse nella città di Sarajevo: gli obiettivi perseguibili non possono che prescindere da un approccio cognitivo che miri ad indagare una realtà differente da quella italiana, così lontana e diversa per ragioni culturali, sociali e politiche che hanno caratterizzato le vicende storiche dell’attuale capitale della Bosnia Herzegovina. La tesi prende corpo dal workshop frequentato presso la Facoltà di Architettura di Sarajevo nel mese di Settembre 2010; l’esperienza si colloca all’interno di un evento denominato “Sarajevo Green Design Week” che aveva come tema centrale la sostenibilità ambientale in vari aspetti, tra cui architettura e design. All’interno di queste tematiche si colloca la necessità del riuso delle aree dismesse e la riqualificazione delle porzioni di città abbandonate che rappresentano una futura potenzialità per la città consolidata. La Sarajevo moderna, città dallo sviluppo lineare, deve la sua configurazione attuale all’espansione urbana avvenuta dapprima negli anni ‘50, seguita da quella degli anni ‘70 del secolo scorso, che ha visto la divisione della municipalità più popolata (Novo Sarajevo) in due muncipalità distinte: Novo Sarajevo e Novi Grad ed il contestuale emergere di una serie di problematiche quali l’abusivismo e la necessità di conferire al tessuto urbano in via di espansione un nuovo trend. Sarajevo, città monocentrica per la distribuzione dei servizi, ma di fatto di matrice lineare per il suo sviluppo urbano intervallivo, aspira a divenire una città policentrica, dotata cioè di più ambiti riconoscibili e distinti, ciascuno dei quali con una sua propria identità. In particolare Novi Grad presenta un tessuto discontinuo e privo di una propria centralità, lontano dall’organizzazione amministrativa, culturale, commerciale e sanitaria maturata nel nucleo d’origine della città: la Bascarsija, l’antico mercato principale. Novi Grad si configura attualmente con un tessuto urbano figlio di uno zooning funzionale poco lungimirante che prevedeva la netta distinzione fra industrie e quartieri dormitorio. Nella città contemporanea della conoscenza, che vede il suo sviluppo procedere verso una progressiva deindustrializzazione, i fragili presupposti di questa urbanità si sono sbriciolati, scoprendo numerosi gap funzionali. L’area di progetto sede di attività industriali dismesse, si inserisce all’interno di questo tessuto urbano precario e non vissuto, desideroso di acquisire un’identità propria portavoce di un passato industriale. Il progetto si pone come obiettivo la riorganizzazione di questo brano di città che dovrà porsi quale mediatore fra due forme dell’abitare contrapposte: un quartiere di matrice socialista ad alta densità e la risposta della popolazione a una forma di collettività non interiorizzata, che trova la sua concretizzazione nel fenomeno dell’abusivismo edilizio.

Rigenerazione urbana Sarajevo : quando il margine diventa nuova centralità

CASARINI, MARTINA;SAHMAN, MIRZA;REBECCHI, ANDREA
2010/2011

Abstract

Il percorso di tesi vuole affrontare il tema della progettazione urbana e della riqualificazione di aree industriali dismesse nella città di Sarajevo: gli obiettivi perseguibili non possono che prescindere da un approccio cognitivo che miri ad indagare una realtà differente da quella italiana, così lontana e diversa per ragioni culturali, sociali e politiche che hanno caratterizzato le vicende storiche dell’attuale capitale della Bosnia Herzegovina. La tesi prende corpo dal workshop frequentato presso la Facoltà di Architettura di Sarajevo nel mese di Settembre 2010; l’esperienza si colloca all’interno di un evento denominato “Sarajevo Green Design Week” che aveva come tema centrale la sostenibilità ambientale in vari aspetti, tra cui architettura e design. All’interno di queste tematiche si colloca la necessità del riuso delle aree dismesse e la riqualificazione delle porzioni di città abbandonate che rappresentano una futura potenzialità per la città consolidata. La Sarajevo moderna, città dallo sviluppo lineare, deve la sua configurazione attuale all’espansione urbana avvenuta dapprima negli anni ‘50, seguita da quella degli anni ‘70 del secolo scorso, che ha visto la divisione della municipalità più popolata (Novo Sarajevo) in due muncipalità distinte: Novo Sarajevo e Novi Grad ed il contestuale emergere di una serie di problematiche quali l’abusivismo e la necessità di conferire al tessuto urbano in via di espansione un nuovo trend. Sarajevo, città monocentrica per la distribuzione dei servizi, ma di fatto di matrice lineare per il suo sviluppo urbano intervallivo, aspira a divenire una città policentrica, dotata cioè di più ambiti riconoscibili e distinti, ciascuno dei quali con una sua propria identità. In particolare Novi Grad presenta un tessuto discontinuo e privo di una propria centralità, lontano dall’organizzazione amministrativa, culturale, commerciale e sanitaria maturata nel nucleo d’origine della città: la Bascarsija, l’antico mercato principale. Novi Grad si configura attualmente con un tessuto urbano figlio di uno zooning funzionale poco lungimirante che prevedeva la netta distinzione fra industrie e quartieri dormitorio. Nella città contemporanea della conoscenza, che vede il suo sviluppo procedere verso una progressiva deindustrializzazione, i fragili presupposti di questa urbanità si sono sbriciolati, scoprendo numerosi gap funzionali. L’area di progetto sede di attività industriali dismesse, si inserisce all’interno di questo tessuto urbano precario e non vissuto, desideroso di acquisire un’identità propria portavoce di un passato industriale. Il progetto si pone come obiettivo la riorganizzazione di questo brano di città che dovrà porsi quale mediatore fra due forme dell’abitare contrapposte: un quartiere di matrice socialista ad alta densità e la risposta della popolazione a una forma di collettività non interiorizzata, che trova la sua concretizzazione nel fenomeno dell’abusivismo edilizio.
STEVAN, CESARE
PERABONI, CARLO
ARC I - Facolta' di Architettura e Società
1-apr-2011
2010/2011
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/13541