According to the strategy predicted by Sea for Milano-Linate city-Airport, referring to the national plan for transportation, the design corresponds to the refurbishment of the Airport’s landside, having as main effort a multi-purpose transportation hub. The aim sets the renewal of the infrastructural lay-out for Linate-airport, prepared as a gate-way to board, or to reach the eastern metropolitan outskirt as well as the city-centre. A frame-work addressed to recover missing-connections, posing M4 metro-line and, due to the landscape peculiarities available in the neighborough, improving slow-mobility network. Panoramic lobbies overlooking the runaways, parking-lots supposed as gardens, view-points, water-reservoir for fire-prevention offered as ice-pad, are the main facilities released by the site, predicted as a gathering-place: a stage for passengers to host farewells or homecomings, or a yard to commute users having as final destination a «somewhere-else» place. Backdrop to the design is the original landscape in its ecosystem components as for marsh-plants, wet-meadows, resurgence-waters and ditches turned into constructed wetlands and drain-pipes; or for the agricultural heritage and its typological characters as for Mulberry-tree in row to mark outer-boundaries, Sycamore-tree for inner-precincts, and the very local techniques for the pavement mainly adopted (Milanese pavé-type here matched to photocatalytic concrete and asphalt). The designing-process also faces the contemporary every-day drama, figuring-out an outline to support easily emergency-situations as terrorist attack or air-crashes, providing zones to set emergency-room, to split injured (serious -next to Helipad, or slightly -close to ambulances), to arrange psychological support areas and, finally, to set check-points to re-address pedestrian and vehicle -flows. Ancestors for a new airport’s class, this model-design wants to depict a figuration having no more “the super-rational against the rational […] the invisible against the visible.” (Dal Cò, F, in Sandri, M.G., 1987, page 27).

Implementando le specificità qualificate da SEA in soggiacenza al Piano Nazionale dei Trasporti, il progetto opera riassetto del piazzale arrivi/partenze dell’aerostazione di Milano-Linate, consistendo definizione di nodo infrastrutturale a funzionalità multipla. La strategicità primaria riconosciuta al “land-side” dello scalo ne appronta, non solo metaforicamente, il ruolo di porta, asservendo l’ingegneria trasportistica necessaria ad un city-airport, all’accessibilità del comparto ambientale d’ambito, dunque fondandosi nella relazione tra infrastruttura e paesaggio. Il disegno di suolo è pertanto orientato alla ricomposizione dei vettori di mobilità (su ferro - ovvero la M4; su gomma - con le autolinee urbane; lenta - quì a prevalente sviluppo ciclabile) mediante caratterizzazioni volte ad inerire scalarità di rapporto: logge panoramiche in affaccio alle piste, parcheggi di lunga-sosta allestiti come boschi urbani e bacini idrici anti-incendio a svolgere la funzione di pista di pattinaggio, esprimono l’identità prevalente di uno spazio vocato alla socialità dell’infrastruttura. Il piazzale arrivi/partenze viene così a tradursi in un sagrato civile capace di ospitare commiati e di accogliere coloro che hanno quale destinazione ultima “l’altrove”, assistendo nel contempo alla messa-in-scena di un’unità di progetto, metafora di quel paesaggio minimo lombardo hic-et-nunc ricomposto attraverso il materiale ecosistemico di base: ambienti umidi, acque di risorgiva, rogge e canali, prativi e piantumazioni a filari; ordiscono il mosaico-tutto della territorialità autoctona declinata altresì per tipologie, siano esse di piantumazione (gelsi - a designazione confinaria, platani - di partitura interna), che di cultura materiale (il pavé milanese associato all’impiego dell’asfalto e del cemento fotocatalitico). Il progetto si ripropone inoltre di conformarsi ai drammatici scenari di un’aerostazione contemporanea, tratteggiandone il riassetto in caso di situazioni emergenziali siano esse di pista che terroristico-sovversive, prevedendo la riconfigurazione delle aree pertinenziali per la gestione di criticità di varia magnitudine, attraverso la canalizzazione degli afflussi di traumatizzati, l’allestimento di aree per il supporto psicologico e, parimenti, approntando check-point a riorientare le vettorialità in ingresso/uscita. Infine, il modello designato, avo per una nuova generazione di aeroporti, respinge con forza la formulazione teorica che vede contrapposti “il super razionale contro il razionale […] l’invisibile contro il visibile.” (Dal Cò, F, in Sandri, M.G., 1987, page 27).

Grounding the air. A scape for the landside of Milano-Linate airport

MILANI, FRANCESCA;PREMI, FLAVIO
2016/2017

Abstract

According to the strategy predicted by Sea for Milano-Linate city-Airport, referring to the national plan for transportation, the design corresponds to the refurbishment of the Airport’s landside, having as main effort a multi-purpose transportation hub. The aim sets the renewal of the infrastructural lay-out for Linate-airport, prepared as a gate-way to board, or to reach the eastern metropolitan outskirt as well as the city-centre. A frame-work addressed to recover missing-connections, posing M4 metro-line and, due to the landscape peculiarities available in the neighborough, improving slow-mobility network. Panoramic lobbies overlooking the runaways, parking-lots supposed as gardens, view-points, water-reservoir for fire-prevention offered as ice-pad, are the main facilities released by the site, predicted as a gathering-place: a stage for passengers to host farewells or homecomings, or a yard to commute users having as final destination a «somewhere-else» place. Backdrop to the design is the original landscape in its ecosystem components as for marsh-plants, wet-meadows, resurgence-waters and ditches turned into constructed wetlands and drain-pipes; or for the agricultural heritage and its typological characters as for Mulberry-tree in row to mark outer-boundaries, Sycamore-tree for inner-precincts, and the very local techniques for the pavement mainly adopted (Milanese pavé-type here matched to photocatalytic concrete and asphalt). The designing-process also faces the contemporary every-day drama, figuring-out an outline to support easily emergency-situations as terrorist attack or air-crashes, providing zones to set emergency-room, to split injured (serious -next to Helipad, or slightly -close to ambulances), to arrange psychological support areas and, finally, to set check-points to re-address pedestrian and vehicle -flows. Ancestors for a new airport’s class, this model-design wants to depict a figuration having no more “the super-rational against the rational […] the invisible against the visible.” (Dal Cò, F, in Sandri, M.G., 1987, page 27).
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
27-lug-2017
2016/2017
Implementando le specificità qualificate da SEA in soggiacenza al Piano Nazionale dei Trasporti, il progetto opera riassetto del piazzale arrivi/partenze dell’aerostazione di Milano-Linate, consistendo definizione di nodo infrastrutturale a funzionalità multipla. La strategicità primaria riconosciuta al “land-side” dello scalo ne appronta, non solo metaforicamente, il ruolo di porta, asservendo l’ingegneria trasportistica necessaria ad un city-airport, all’accessibilità del comparto ambientale d’ambito, dunque fondandosi nella relazione tra infrastruttura e paesaggio. Il disegno di suolo è pertanto orientato alla ricomposizione dei vettori di mobilità (su ferro - ovvero la M4; su gomma - con le autolinee urbane; lenta - quì a prevalente sviluppo ciclabile) mediante caratterizzazioni volte ad inerire scalarità di rapporto: logge panoramiche in affaccio alle piste, parcheggi di lunga-sosta allestiti come boschi urbani e bacini idrici anti-incendio a svolgere la funzione di pista di pattinaggio, esprimono l’identità prevalente di uno spazio vocato alla socialità dell’infrastruttura. Il piazzale arrivi/partenze viene così a tradursi in un sagrato civile capace di ospitare commiati e di accogliere coloro che hanno quale destinazione ultima “l’altrove”, assistendo nel contempo alla messa-in-scena di un’unità di progetto, metafora di quel paesaggio minimo lombardo hic-et-nunc ricomposto attraverso il materiale ecosistemico di base: ambienti umidi, acque di risorgiva, rogge e canali, prativi e piantumazioni a filari; ordiscono il mosaico-tutto della territorialità autoctona declinata altresì per tipologie, siano esse di piantumazione (gelsi - a designazione confinaria, platani - di partitura interna), che di cultura materiale (il pavé milanese associato all’impiego dell’asfalto e del cemento fotocatalitico). Il progetto si ripropone inoltre di conformarsi ai drammatici scenari di un’aerostazione contemporanea, tratteggiandone il riassetto in caso di situazioni emergenziali siano esse di pista che terroristico-sovversive, prevedendo la riconfigurazione delle aree pertinenziali per la gestione di criticità di varia magnitudine, attraverso la canalizzazione degli afflussi di traumatizzati, l’allestimento di aree per il supporto psicologico e, parimenti, approntando check-point a riorientare le vettorialità in ingresso/uscita. Infine, il modello designato, avo per una nuova generazione di aeroporti, respinge con forza la formulazione teorica che vede contrapposti “il super razionale contro il razionale […] l’invisibile contro il visibile.” (Dal Cò, F, in Sandri, M.G., 1987, page 27).
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/135518