The Reflection about residential buildings built by the Second World War to the end of the Seventies has political, cultural and design interest. The great attention to the construction of these years has a dual value, qualitative and quantitative. From a quantitative point of view, a great proportion of the European buildings have been produced in the thirty years after the Second World War, with a number of buildings constructed in these years accounting to 50% of the total, from a qualitative point of view Part of this heritage presents serious problems that required structural, functional, typological, technological, plant and formal interventions, as well as interventions in the sphere of energy efficiency, an issue of increasing relevance as a result of repeated appeals to resource saving and rational use of energy. Of this building heritage, a substantial slice consists of public initiative buildings: the urgency of the reconstruction of the postwar period and the ever-increasing housing demand have contributed decisively to the development of the theme of the economic house and the popular district that have become the most substantial building materials of urban peripheries, as well as the typologies that most of all have contributed to the change of urban fabric. The discussion, following the French season of the Grands Ensembles, the Italian experience of the Ina-casa Plan and the Spanish affairs of the Poblados de Absorciòn and Poblados Dirigidos, investigates the state's response to urgent housing needs. There is a construction production that, although it represents an important testimony to an unprecedented design phase of experimentation and sometimes includes good quality experiences, presents results that have not always met expectations in terms of urban, architectural and of social impact. The progressive degradation of residential areas produced in recent years, the phenomena of ghettoisation, spatial segregation and social exclusion that are still being witnessed, are the result of ineffective ways of responding to the problem of home after the Second World War. The discussion therefore analyzes the theme of intervention on the built, that the assumptions of environmental protection and rational use of resources make a preferential research theme. In addition to maintenance, retraining, reuse and restoration, a new type of intervention is investigated, which, alongside the consolidated vocabulary of possible constructive interventions, is becoming increasingly popular: retrofitting. Behind the reflections completely different from the traditional ones, retrofit intervention defines an energetic upgrading of new features that, rather than restoring or improving the original performance, aims at introducing new, previously unprecedented performance. The study case study, conducted on projects and experiences actually carried out, provided a sample of recurring modalities and solutions in retrofit interventions that was used to construct a theoretical basis for defining a retrofit project. "Liv'in Out" is a regeneration project of an urban community. The design proposal is based on retrofit interventions on existing buildings and on the upgrading of surrounding green areas. The project area, located in The retrofit design captures the opportunity of restoring quality of living, through the improvement of the enclosure and the improvement of the acoustic comfort between the various real estate units. Interventions are also planned within the individual real estate units, in order to obtain spaces suited to today's needs. New volumes have been added to the façade to give the existing residences additional amenities, while new homes have been provided for coverage to accommodate new users without having to reclaim the ground. The upgrading of neighboring open spaces aims to increase social relationships between users by providing spaces and facilities for stopping, resting, playing and working together. The improvement of meeting places aims to strengthen the social ties of the community and its regeneration.

La riflessione sugli edifici residenziali costruiti dal Secondo Dopoguerra fino alla fine degli anni Settanta costituisce un tema di sempre maggiore interesse politico, culturale e progettuale. La grande attenzione riposta nella produzione edilizia di questi anni possiede una duplice valenza, di livello qualitativo e quantitativo. Se da un punto di vista quantitativo, una fetta consistente del patrimonio edilizio europeo, risulta essere stato prodotto nel trentennio del secondo dopoguerra, con un ammontare di edifici costruiti in questi anni pari al 50% del totale, da un punto di vista qualitativo, gran parte di questo patrimonio presenta gravi problemi che richiedono interventi di tipo strutturale, funzionale, tipologico, tecnologico, impiantistico e formale, oltre che interventi relativi alla sfera dell‘efficienza energetica, tema di rilevanza sempre maggiore a seguito dei ripetuti appelli al risparmio di risorse e all‘uso razionale dell‘energia. Di tale patrimonio edilizio, una fetta consistente è costituita da edifici di iniziativa pubblica: l’urgenza della ricostruzione del Dopoguerra e la domanda abitativa costantemente in aumento hanno contribuito, in modo decisivo allo sviluppo del tema della casa economica e del quartiere popolare che sono divenuti i più consistenti materiali di costruzione delle periferie urbane, nonché le tipologie che più di tutti hanno concorso al cambiamento del tessuto urbano. La trattazione, ripercorrendo la stagione francese dei Grands Ensembles, l’esperienza italiana del Piano Ina-Casa e le vicende spagnole dei Poblados de Absorciòn e dei Poblados Dirigidos, indaga la risposta dello stato alle urgenti esigenze abitative. Emerge una produzione edilizia che, sebbene rappresenti un’importante testimonianza di una fase di sperimentazione progettuale irripetibile e sebbene talvolta comprenda esperienze di una buona qualità, presenta degli esiti che non sono sempre stati all’altezza delle aspettative in termini di qualità urbana, architettonica e di impatto sociale. Il progressivo degrado delle aree abitative prodotte in questi anni, i fenomeni di ghettizzazione, segregazione spaziale ed esclusione sociale a cui anche oggi si assiste, sono l’esito delle inefficaci modalità con cui si è risposto al problema della casa nel secondo dopoguerra. La trattazione analizza dunque il tema di intervento sul costruito, che i presupposti di salvaguardia ambientale e di utilizzo razionale delle risorse rendono un tema preferenziale di ricerca. Oltre a manutenzione, riqualificazione, riuso e restauro è indagata nello specifico una nuova tipologia di intervento che accanto al vocabolario consolidato dei possibili interventi sul costruito, si sta sempre più diffondendo: il retrofit. Indotta da riflessioni completamente differenti da quelli tradizionali, l’intervento di retrofit definisce una riqualificazione energetica dai connotati nuovi che, più che al ripristino o al miglioramento di prestazioni originarie, mira all‘introduzione di nuove prestazioni, prima non previste. L’analisi dei casi studio, condotta su progetti ed esperienze effettivamente realizzate, ha fornito un campione di modalità e soluzioni ricorrenti negli interventi di retrofit che è servito per la costruzione di una base teorica per la definizione di un progetto di retrofit. “Liv’in Out” è progetto di rigenerazione di una comunità urbana. La proposta progettuale si cimenta in un intervento di retrofit su edifici preesistenti e sulla riqualificazione delle aree verdi circostanti. L’area di progetto, situata nella Il progetto di retrofit coglie l’opportunità di ridare qualità all’abitare, attraverso il miglioramento dell’involucro e il miglioramento del comfort acustico tra le diverse unità immobiliari. Interventi sono previsti anche all’interno delle singole unità immobiliari, per ottenere spazi più adatti alle esigenze odierne dell’utenza. Nuovi volumi sono stati inseriti in facciata, per conferire alle residenze esistenti dotazioni aggiuntive mentre in copertura sono state previste nuove residenze per accogliere nuovi utenti senza che avvenga consumo di nuovo suolo. La riqualificazione degli spazi aperti limitrofi mira ad incrementare le relazioni sociali tra gli utenti fornendo spazi e dotazioni per la sosta, il riposo, il gioco e il lavoro comune. Il miglioramento dei luoghi di incontro mira a rafforzare i legami sociali della comunità e alla sua rigenerazione.

Il retrofit come alternativa all'obsolescenza dell'edilizia residenziale pubblica. Liv(in)'out, una proposta per la rigenerazione di una comunità urbana

CANTAMESSA, MATTEO;BIAVA, EVA
2016/2017

Abstract

The Reflection about residential buildings built by the Second World War to the end of the Seventies has political, cultural and design interest. The great attention to the construction of these years has a dual value, qualitative and quantitative. From a quantitative point of view, a great proportion of the European buildings have been produced in the thirty years after the Second World War, with a number of buildings constructed in these years accounting to 50% of the total, from a qualitative point of view Part of this heritage presents serious problems that required structural, functional, typological, technological, plant and formal interventions, as well as interventions in the sphere of energy efficiency, an issue of increasing relevance as a result of repeated appeals to resource saving and rational use of energy. Of this building heritage, a substantial slice consists of public initiative buildings: the urgency of the reconstruction of the postwar period and the ever-increasing housing demand have contributed decisively to the development of the theme of the economic house and the popular district that have become the most substantial building materials of urban peripheries, as well as the typologies that most of all have contributed to the change of urban fabric. The discussion, following the French season of the Grands Ensembles, the Italian experience of the Ina-casa Plan and the Spanish affairs of the Poblados de Absorciòn and Poblados Dirigidos, investigates the state's response to urgent housing needs. There is a construction production that, although it represents an important testimony to an unprecedented design phase of experimentation and sometimes includes good quality experiences, presents results that have not always met expectations in terms of urban, architectural and of social impact. The progressive degradation of residential areas produced in recent years, the phenomena of ghettoisation, spatial segregation and social exclusion that are still being witnessed, are the result of ineffective ways of responding to the problem of home after the Second World War. The discussion therefore analyzes the theme of intervention on the built, that the assumptions of environmental protection and rational use of resources make a preferential research theme. In addition to maintenance, retraining, reuse and restoration, a new type of intervention is investigated, which, alongside the consolidated vocabulary of possible constructive interventions, is becoming increasingly popular: retrofitting. Behind the reflections completely different from the traditional ones, retrofit intervention defines an energetic upgrading of new features that, rather than restoring or improving the original performance, aims at introducing new, previously unprecedented performance. The study case study, conducted on projects and experiences actually carried out, provided a sample of recurring modalities and solutions in retrofit interventions that was used to construct a theoretical basis for defining a retrofit project. "Liv'in Out" is a regeneration project of an urban community. The design proposal is based on retrofit interventions on existing buildings and on the upgrading of surrounding green areas. The project area, located in The retrofit design captures the opportunity of restoring quality of living, through the improvement of the enclosure and the improvement of the acoustic comfort between the various real estate units. Interventions are also planned within the individual real estate units, in order to obtain spaces suited to today's needs. New volumes have been added to the façade to give the existing residences additional amenities, while new homes have been provided for coverage to accommodate new users without having to reclaim the ground. The upgrading of neighboring open spaces aims to increase social relationships between users by providing spaces and facilities for stopping, resting, playing and working together. The improvement of meeting places aims to strengthen the social ties of the community and its regeneration.
MAFFEIS, STEFANO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
2-ott-2017
2016/2017
La riflessione sugli edifici residenziali costruiti dal Secondo Dopoguerra fino alla fine degli anni Settanta costituisce un tema di sempre maggiore interesse politico, culturale e progettuale. La grande attenzione riposta nella produzione edilizia di questi anni possiede una duplice valenza, di livello qualitativo e quantitativo. Se da un punto di vista quantitativo, una fetta consistente del patrimonio edilizio europeo, risulta essere stato prodotto nel trentennio del secondo dopoguerra, con un ammontare di edifici costruiti in questi anni pari al 50% del totale, da un punto di vista qualitativo, gran parte di questo patrimonio presenta gravi problemi che richiedono interventi di tipo strutturale, funzionale, tipologico, tecnologico, impiantistico e formale, oltre che interventi relativi alla sfera dell‘efficienza energetica, tema di rilevanza sempre maggiore a seguito dei ripetuti appelli al risparmio di risorse e all‘uso razionale dell‘energia. Di tale patrimonio edilizio, una fetta consistente è costituita da edifici di iniziativa pubblica: l’urgenza della ricostruzione del Dopoguerra e la domanda abitativa costantemente in aumento hanno contribuito, in modo decisivo allo sviluppo del tema della casa economica e del quartiere popolare che sono divenuti i più consistenti materiali di costruzione delle periferie urbane, nonché le tipologie che più di tutti hanno concorso al cambiamento del tessuto urbano. La trattazione, ripercorrendo la stagione francese dei Grands Ensembles, l’esperienza italiana del Piano Ina-Casa e le vicende spagnole dei Poblados de Absorciòn e dei Poblados Dirigidos, indaga la risposta dello stato alle urgenti esigenze abitative. Emerge una produzione edilizia che, sebbene rappresenti un’importante testimonianza di una fase di sperimentazione progettuale irripetibile e sebbene talvolta comprenda esperienze di una buona qualità, presenta degli esiti che non sono sempre stati all’altezza delle aspettative in termini di qualità urbana, architettonica e di impatto sociale. Il progressivo degrado delle aree abitative prodotte in questi anni, i fenomeni di ghettizzazione, segregazione spaziale ed esclusione sociale a cui anche oggi si assiste, sono l’esito delle inefficaci modalità con cui si è risposto al problema della casa nel secondo dopoguerra. La trattazione analizza dunque il tema di intervento sul costruito, che i presupposti di salvaguardia ambientale e di utilizzo razionale delle risorse rendono un tema preferenziale di ricerca. Oltre a manutenzione, riqualificazione, riuso e restauro è indagata nello specifico una nuova tipologia di intervento che accanto al vocabolario consolidato dei possibili interventi sul costruito, si sta sempre più diffondendo: il retrofit. Indotta da riflessioni completamente differenti da quelli tradizionali, l’intervento di retrofit definisce una riqualificazione energetica dai connotati nuovi che, più che al ripristino o al miglioramento di prestazioni originarie, mira all‘introduzione di nuove prestazioni, prima non previste. L’analisi dei casi studio, condotta su progetti ed esperienze effettivamente realizzate, ha fornito un campione di modalità e soluzioni ricorrenti negli interventi di retrofit che è servito per la costruzione di una base teorica per la definizione di un progetto di retrofit. “Liv’in Out” è progetto di rigenerazione di una comunità urbana. La proposta progettuale si cimenta in un intervento di retrofit su edifici preesistenti e sulla riqualificazione delle aree verdi circostanti. L’area di progetto, situata nella Il progetto di retrofit coglie l’opportunità di ridare qualità all’abitare, attraverso il miglioramento dell’involucro e il miglioramento del comfort acustico tra le diverse unità immobiliari. Interventi sono previsti anche all’interno delle singole unità immobiliari, per ottenere spazi più adatti alle esigenze odierne dell’utenza. Nuovi volumi sono stati inseriti in facciata, per conferire alle residenze esistenti dotazioni aggiuntive mentre in copertura sono state previste nuove residenze per accogliere nuovi utenti senza che avvenga consumo di nuovo suolo. La riqualificazione degli spazi aperti limitrofi mira ad incrementare le relazioni sociali tra gli utenti fornendo spazi e dotazioni per la sosta, il riposo, il gioco e il lavoro comune. Il miglioramento dei luoghi di incontro mira a rafforzare i legami sociali della comunità e alla sua rigenerazione.
Tesi di laurea Magistrale
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