Città fortificata e paesaggio marittimo : le mura medicee di Grosseto come fulcro di un sistema di relazioni

The thesis work develops in a territory - the Grosseto plain, in the heart of Maremma - which until the second postwar period for two centuries has seen its conformation change profoundly. Land reclamation works - implemented and almost completed during the Fascist period - contributed to the swamp filling resulting from the progressive withdrawal of the waters of the ancient Prile lake. This substantial transformation work has left in the landscape, after its conclusion, the signs of some important hydraulic infrastructures suitable for filling the whole swamp (diversion channels and drainers) in addition to the enhancement of elements for the regimentation of the waters of the two most important streams of the plain (Ombrone and Bruna river banks). It can still be seen today as the action imposed by man on nature, even through the insertion of entire pinewood bands and the rise of coastal dunes along the sandy coasts, made a whole territory cultivable and completely restored its character and form. In this thesis work, the aim is to recover two important infrastructures such as the channel (excavated to divert debris and river sediments into the swamp in order to fill it) and the embankment of the Ombrone, the most important river in the entire province. Both of these elements start from a common point east of Grosseto, pass through the city and twist and turn one to the northwest and the other to the southwest, to reach two important natural reserves of national interest - the swamp of the Diaccia Botrona and the one named Trappola. The purpose is to transform these two infrastructures into linear parks, fully accessible by bicycle and on foot, to reach wet areas of great interest and the sea adjacent to them. The city of Grosseto – ninety thousand inhabitants and the only city in the province - is identified in this thesis as the point of junction and encounter of the two parks of the ex-diversion - which cuts the city into two in the north – and the bank of the Ombrone river - which brushes the residential zone in the south-. The idea is to exploit the important axis of the old Aurelia road, which touches both linear parks, crossing north to south the historic center, surrounded entirely by the ancient Medicean walls of the city. A third infrastructure, the sixteenth-century hexagonal bastion already featuring a cyclopedonian ring nested in the green vegetation, is introduced. Therefore, the axis of old Aurelia joins the three linear parks just mentioned. The last effort consists in building an ipogeous building in the room adjacent to the walls where it is still recognizable the excavation of the moat which used to surround the defensive infrastructure. Two are the fundamental vocations of the building: being an underground parking lot, a starting point for anyone who wants to go and visit the parks on foot or by renting a bicycle, and being a cultural pole that connects through the paths with the museum network inside the historic center within the Medicean walls.

Il lavoro di tesi si sviluppa in un territorio -quello della pianura di Grosseto, in piena Maremma grossetana- che fino al secondo dopoguerra per circa due secoli ha visto la propria conformazione modificarsi profondamente. Le opere di bonifica -implementate e quasi concluse durante il periodo fascista- hanno contribuito alla colmata della palude derivata dal ritiro progressivo delle acque dell'antico lago Prile. Questo ingente lavoro di trasformazione ha lasciato nel paesaggio, in seguito alla sua conclusione, i segni di alcune importanti infrastrutture idruliche atte alla colmata dell'intera palude (canali diversivi e scolmatori) oltre al potenziamento di elementi per la regimentazione delle acque dei due fiumi più importanti della pianura (argini dei fiumi Ombrone e Bruna). Si può dunque ancora oggi notare come l'azione imposta dall'uomo sulla natura, anche tramite l'inserimento di intere fasce di pinete, l'innalzamento di dune costiere lungo i litorali sabbiosi abbia reso un intero territorio coltivabile e ne abbia ristabilito totalmente il carattere e la forma. In questo lavoro di tesi lo scopo è quello di recuperare due importanti infrastrutture come il canale diversivo (scavato per deviare i detriti e i sedimenti del fiume nella palude al fine di colmarla) e l'argine dell'Ombrone, ovvero il più importante fiume dell'intera provincia. Entrambi questi elementi partono da un punto comune ad est di Grosseto, passano attraverso la città e si snodano, uno verso nord-ovest e l'altro verso sud-ovest, fino a raggiungere due importanti riserve naturali di interesse nazionale -la palude della Diaccia Botrona e quella della Trappola-. L'intento è quello di trasformare queste due infrastrutture in parchi lineari, interamente percorribili in bicicletta e a piedi per raggiungere aree umide di grande interesse e quindi il mare adiacente ad esse. La città di Grosseto -ottantaduemila abitanti e più estesa città della provincia- si pone in questa tesi come punto di snodo e incontro dei due parchi dell'ex-diversivo -che taglia in due la città a nord- e l'argine del fiume Ombrone -che lambisce il centro abitato a sud-. L'idea è quella di sfruttare l'importante asse della vecchia via aurelia, il quale tocca entrambi i parchi lineari, passando in direzione nord/sud attraverso il centro storico, circondato interamente dalla cinta muraria di epoca medicea. Si introduce dunque una terza infrastruttura, quella della fortificazione cinquecentesca bastionata di forma esagonale, sulla quale è già presente un anello ciclopedonale immerso nel verde. L'asse della vecchia Aurelia congiunge quindi i tre parchi lineari appena citati. Ultima azione è quella di costruire un edificio ipogeo negli spazi adiacenti alle mura laddove si è mantenuto interamente o in parte lo scavo del fossato che circondava l'infrastuttura difensiva. Due sono le vocazioni fondamentali dell'edificio: quello di parcheggio sotterraneo come punto di arrivo di chiunque voglia in seguito andare a visitare i parchi affittando una bicicletta o a piedi e quello di polo culturale che si connette attraverso i percorsi con la rete museale interna al centro storico dentro le mura medicee.