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L’identità di un territorio è data da quel complesso di segni che sono diventati gli elementi distintivi di quell’area e che sono costituiti dalle stratificazioni lasciate dalle diverse generazioni: un territorio è dunque complesso in quanto portatore di valori culturali e socio-economici ed è memoria delle modificazioni antropiche che hanno agito sul quel contesto.  La Cartiera Vita Mayer si colloca all’interno di un articolato sistema territoriale, quello della Valle Olona che, nell’arco di un secolo, ha subìto trasformazioni radicali configurandosi all’inizio del Novecento come area a carattere prevalentemente industriale. Lungo il corso del fiume, che sorge dalla Rasa di Varese e scorre fino alle porte di Milano, erano presenti mulini già a partire dal 1600, fatto che denota come l’area abbia da sempre avuto una vocazione produttiva. Dalla prima metà dell’Ottocento i mulini sono già diventati attività manifatturiere che oggi, in forma di complessi industriali abbandonati o dismessi, costituiscono un desolante paesaggio, memoria della grande industriosità della zona e dei suoi abitanti. La presenza di ex aree industriali, specie se di grandi dimensioni, comporta un forte impatto e condiziona profondamente l’ambito in cui si collocano. L’abbandono e il progressivo degrado non costituiscono le sole alternative possibili per gli spazi e gli edifici prodotti dall’epoca industriale: la loro imponenza dimensionale, la buona accessibilità, la struttura seriale e le piante modulari, la ripartizione flessibile degli spazi e le notevoli aree libere di pertinenza, li rende naturalmente disponibili ad una molteplicità di possibili riutilizzi.  A partire, quindi, da una lettura critica delle condizioni delle realtà urbane sul territorio e riconoscendo gli effetti delle trasformazioni sociali, politiche, culturali che sono avvenute nel tempo su tutta la Valle, il lavoro di tesi si occupa, in questo paesaggio che abbiamo definito ibrido, della progettazione di un Parco Tecnologico legato ai temi della Ricerca Agroalimentare nel sito della ex Cartiera Vita Mayer 1 (Cairate, VA). Questa, si presenta, oggi, come un gigantesco agglomerato di edifici che raccontano, attraverso l’espressione delle scelte tecnologiche utilizzate nella costruzione dei manufatti, il passaggio graduale dal nucleo originale della fabbrica alla grande industria produttrice della carta che si espande fino alla costituzione della VIMA 2, poco più a sud del ponte di Cairate. La scelta di destinare l’ex Cartiera Vita Mayer 1 a Parco Tecnologico-Scientifico al servizio della ricerca e dello sviluppo delle attività legate all’agricoltura, nasce da un lato dallo studio dei caratteri di un luogo che si presenta come una costellazione di piccoli centri urbani dai confini incerti, con grande preponderanza di spazi agricoli a collegamento, dall’altro dalla preesistenza di un grande sistema di parchi che da Varese a Milano, costituiscono un percorso lungo tutta la Valle Olona e che vedono proprio una loro interruzione nei pressi della Cartiera Vita Mayer 1. Il progetto vuole, dunque, inserirsi come una “nuova centralità” tentando di legare l’originale vocazione produttiva dell’area alla necessità di individuare sul territorio una traccia che apporti un concreto impulso al settore produttivo, con la messa a sistema di servizi, attività ed eventi. Il lavoro di tesi per il recupero per la Cartiera Vita Mayer 1 è stato strutturato in tre parti: la prima, più analitica, si occupa dello studio del contesto territoriale nel quale la Cartiera si colloca, per procedere poi verso un successivo approfondimento della conoscenza dell’intero complesso industriale sia dal punto di vista dell’evoluzione storica della costruzione degli edifici, sia dall’analisi delle fasi di produzione che animavano una “macchina” così articolata. La seconda fase rappresenta un’ulteriore indagine di tutti gli edifici della Cartiera di Cairate e delle loro qualità architettoniche e di sicurezza strutturale. Oggi la Cartiera è chiusa al pubblico per la condizione pericolante nella quale i manufatti edilizi riversano, da cui scaturisce la decisione di mantenere solo quattro delle strutture preesistenti, che con le dovute misure di messa in sicurezza, possono accogliere le nuove attività che si è deciso di insediare: questi sono l’edificio in linea che si inserisce nella parte a ovest dell’area, che si piega, nella parte terminale a nord, per permettere alla ferrovia Valmorea di entrare nell’area produttiva, l’edificio voltato al centro dell’area, lo scheletro di acciaio a est del fiume e la vasca d’acqua sulla collina, quali edifici meglio conservati e dai connotati migliori per lo stanziamento delle nuove funzioni.  Queste considerazioni sono state anche verificate a seguito della pubblicazione da parte delle amministrazioni di documenti che hanno determinato la demolizione della maggior parte degli edifici presenti. Il progetto di riuso per l’ex Cartiera Vita Mayer 1 si inserisce, in particolare, in un ambiente dalla vocazione ancora produttiva. Dopo aver individuato il settore di impiego delle piccole medie imprese presenti lungo il corso del fiume Olona, si è compresa l’importanza di supportare il tessuto produttivo nel suo insieme, in quanto base dell’economia locale; è infatti necessario che il territorio continui ad esercitare una forza di attrazione nei confronti degli investitori. L’attrattività della Valle dell’Olona, cessata la ragione insediativa legata allo sfruttamento della forza idraulica, è determinata dall’immediatezza dei collegamenti infrastrutturali con le aree di confine e con le grandi direttrici di traffico, oltre alla disponibilità di aree attrezzate per l’introduzione di nuovi insediamenti produttivi.  Il progetto del Parco Tecnologico vuole, con la disposizione degli edifici, da un lato ricordare la giacitura longitudinale e parallela al fiume degli edifici della Cartiera con il suo impianto a recinto aperto, dall’altro vuole essere anche una possibile soluzione di intervento a livello territoriale, diventando una cerniera di collegamento tra i parchi della Valle. Lo studio preliminare, ha permesso di individuare tre possibili aree di destinazione funzionale da inserire all’interno del Parco. Sono stati perciò sviluppati e approfonditi i temi progettuali riferiti ai singoli settori: l’area di ricerca, sviluppo e produzione, l’area didattica, l’area ricettiva ed amministrativa e l’area espositiva.  

Un nuovo parco tecnologico per la Valle Olona. Progetto per la rigenerazione della Cartiera Vita Mayer

BAZZURRI, ELEONORA;CHIGGIATO, MARIKA
2016/2017

Abstract

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VIDA, FLAVIO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
26-apr-2017
2016/2017
L’identità di un territorio è data da quel complesso di segni che sono diventati gli elementi distintivi di quell’area e che sono costituiti dalle stratificazioni lasciate dalle diverse generazioni: un territorio è dunque complesso in quanto portatore di valori culturali e socio-economici ed è memoria delle modificazioni antropiche che hanno agito sul quel contesto.  La Cartiera Vita Mayer si colloca all’interno di un articolato sistema territoriale, quello della Valle Olona che, nell’arco di un secolo, ha subìto trasformazioni radicali configurandosi all’inizio del Novecento come area a carattere prevalentemente industriale. Lungo il corso del fiume, che sorge dalla Rasa di Varese e scorre fino alle porte di Milano, erano presenti mulini già a partire dal 1600, fatto che denota come l’area abbia da sempre avuto una vocazione produttiva. Dalla prima metà dell’Ottocento i mulini sono già diventati attività manifatturiere che oggi, in forma di complessi industriali abbandonati o dismessi, costituiscono un desolante paesaggio, memoria della grande industriosità della zona e dei suoi abitanti. La presenza di ex aree industriali, specie se di grandi dimensioni, comporta un forte impatto e condiziona profondamente l’ambito in cui si collocano. L’abbandono e il progressivo degrado non costituiscono le sole alternative possibili per gli spazi e gli edifici prodotti dall’epoca industriale: la loro imponenza dimensionale, la buona accessibilità, la struttura seriale e le piante modulari, la ripartizione flessibile degli spazi e le notevoli aree libere di pertinenza, li rende naturalmente disponibili ad una molteplicità di possibili riutilizzi.  A partire, quindi, da una lettura critica delle condizioni delle realtà urbane sul territorio e riconoscendo gli effetti delle trasformazioni sociali, politiche, culturali che sono avvenute nel tempo su tutta la Valle, il lavoro di tesi si occupa, in questo paesaggio che abbiamo definito ibrido, della progettazione di un Parco Tecnologico legato ai temi della Ricerca Agroalimentare nel sito della ex Cartiera Vita Mayer 1 (Cairate, VA). Questa, si presenta, oggi, come un gigantesco agglomerato di edifici che raccontano, attraverso l’espressione delle scelte tecnologiche utilizzate nella costruzione dei manufatti, il passaggio graduale dal nucleo originale della fabbrica alla grande industria produttrice della carta che si espande fino alla costituzione della VIMA 2, poco più a sud del ponte di Cairate. La scelta di destinare l’ex Cartiera Vita Mayer 1 a Parco Tecnologico-Scientifico al servizio della ricerca e dello sviluppo delle attività legate all’agricoltura, nasce da un lato dallo studio dei caratteri di un luogo che si presenta come una costellazione di piccoli centri urbani dai confini incerti, con grande preponderanza di spazi agricoli a collegamento, dall’altro dalla preesistenza di un grande sistema di parchi che da Varese a Milano, costituiscono un percorso lungo tutta la Valle Olona e che vedono proprio una loro interruzione nei pressi della Cartiera Vita Mayer 1. Il progetto vuole, dunque, inserirsi come una “nuova centralità” tentando di legare l’originale vocazione produttiva dell’area alla necessità di individuare sul territorio una traccia che apporti un concreto impulso al settore produttivo, con la messa a sistema di servizi, attività ed eventi. Il lavoro di tesi per il recupero per la Cartiera Vita Mayer 1 è stato strutturato in tre parti: la prima, più analitica, si occupa dello studio del contesto territoriale nel quale la Cartiera si colloca, per procedere poi verso un successivo approfondimento della conoscenza dell’intero complesso industriale sia dal punto di vista dell’evoluzione storica della costruzione degli edifici, sia dall’analisi delle fasi di produzione che animavano una “macchina” così articolata. La seconda fase rappresenta un’ulteriore indagine di tutti gli edifici della Cartiera di Cairate e delle loro qualità architettoniche e di sicurezza strutturale. Oggi la Cartiera è chiusa al pubblico per la condizione pericolante nella quale i manufatti edilizi riversano, da cui scaturisce la decisione di mantenere solo quattro delle strutture preesistenti, che con le dovute misure di messa in sicurezza, possono accogliere le nuove attività che si è deciso di insediare: questi sono l’edificio in linea che si inserisce nella parte a ovest dell’area, che si piega, nella parte terminale a nord, per permettere alla ferrovia Valmorea di entrare nell’area produttiva, l’edificio voltato al centro dell’area, lo scheletro di acciaio a est del fiume e la vasca d’acqua sulla collina, quali edifici meglio conservati e dai connotati migliori per lo stanziamento delle nuove funzioni.  Queste considerazioni sono state anche verificate a seguito della pubblicazione da parte delle amministrazioni di documenti che hanno determinato la demolizione della maggior parte degli edifici presenti. Il progetto di riuso per l’ex Cartiera Vita Mayer 1 si inserisce, in particolare, in un ambiente dalla vocazione ancora produttiva. Dopo aver individuato il settore di impiego delle piccole medie imprese presenti lungo il corso del fiume Olona, si è compresa l’importanza di supportare il tessuto produttivo nel suo insieme, in quanto base dell’economia locale; è infatti necessario che il territorio continui ad esercitare una forza di attrazione nei confronti degli investitori. L’attrattività della Valle dell’Olona, cessata la ragione insediativa legata allo sfruttamento della forza idraulica, è determinata dall’immediatezza dei collegamenti infrastrutturali con le aree di confine e con le grandi direttrici di traffico, oltre alla disponibilità di aree attrezzate per l’introduzione di nuovi insediamenti produttivi.  Il progetto del Parco Tecnologico vuole, con la disposizione degli edifici, da un lato ricordare la giacitura longitudinale e parallela al fiume degli edifici della Cartiera con il suo impianto a recinto aperto, dall’altro vuole essere anche una possibile soluzione di intervento a livello territoriale, diventando una cerniera di collegamento tra i parchi della Valle. Lo studio preliminare, ha permesso di individuare tre possibili aree di destinazione funzionale da inserire all’interno del Parco. Sono stati perciò sviluppati e approfonditi i temi progettuali riferiti ai singoli settori: l’area di ricerca, sviluppo e produzione, l’area didattica, l’area ricettiva ed amministrativa e l’area espositiva.  
Tesi di laurea Magistrale
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