I believe in a better wave. Better wa(y)ve. Riding on the crest of sustainability. Surfing as the litmus paper for pollution detection

"As surfers, we literally submerge ourselves in the ocean, we are completely exposed to the ocean. If the ocean is sick we get sick." F.A. The idea came when I started to go surfing in Liguria. For the first time I heard surfers talking about polluted waters, unhealty conditions, high-level risks of getting bacteria and despite all of this, they were entering the waters rather than renouncing to that strong feeling. As I consider surfing in a deep way ¬- not only as a physical activity but as a way of experiencing the strenght of Nature, of being connected with it - in the same way I consider Design and its possibilities: it is not just a matter of producing something new, or original, but it must be a sacred activity that is animated by the desire of being helpful for man, respecting the environment, without forgetting the origins.This is why I chose to bring together the care for the oceans and the love for design into a garment symbol of this watersport .. That’ s why my project is about a wetsuit. The wetsuit is not simply a garment, it is a second skin for man to satisfy his desire of facing extraordinary conditions. Design can expand man's possibilities, but what about a future in which there are no more waves to ride because of hazardous levels of pollution in the water? "What are the transitions to sustainability in my area of expertise? Are there any transitions I can drive with the instruments I have?" Focusing on my area of expertise, that is to say the Design practice, transitions to sustainability can concretize into many shapes; but after all the research I concluded that most of the sustainable poducts remain trophies to admire, or choice of few, while there is a need of a "mass" choice. The first step is raising awareness, knowledge into people. The problem with ocean pollution is that you cannnot "see" it. This Wetsuit is a visual battle for sustainability, is the step before it, but the needed one to make sustainability desirable. I want to fight the "unseen".That' s why I saw in this technical garment the possibility of becoming a way of rising awareness, of being the litmus paper for the detection of hazardous pollutants. Monitoring does not prevent harm, but it's the first step toward finding solutions. I wander what happens once you see that pollution concretizing on your skin.. or at least on your 'neoprene skin'. because the power for change lies in the hands of the consumer, and the power to shape this new consumer mindset lies in the hands of the creative industries. The theoretical part of this thesis moves from the study of the origins of this activity and of its symbol-garment, paddles through a deep analysis of the market and the study of the last innovations in the sector, adding the scientific studies regarding the issue of the Ocean pollution and putting them in relationship with the design latest solutions. The project part is then developed: the key element of the project is the wetsuit for surfers that raises awareness towards the theme of the ocean pollution thanks to the detection of hazardous chemicals in the water through a visual color shifting. Then, it was a natural consequence to enlarge it to our most common daily landscape: the city context, in which the polluted ocean waves materialize into the polluted traffic waves. A capsule collection answers to my ‘enlarged’ target consumer’s needs, the ones of those men looking for a better way, surfing inbetween the sea and the urban waves. The key garments, captained by the wetsuit, have been developed through challenging collaborations with professional companies active in this field, that found in this idea a spark for new researches: SLAM S.p.A. for the product development, SHEICO Group for the prototyping, FRAMIS S.p.A. for the finishing, RES S.p.A. for the material furnishing and the surface-treatments experiments, today still under testing in their laboratories. This thesis is just the starting point of a proposal and a research that keeps evolving today, to achieve growing results and hopefully a possibility in terms of industrual production in the next future, believing in the power of designing for a "Better Way.. and for a Better Wave".

"In quanto surfisti, ci immergiamo letteralmente nell' Oceano,siamo completamente esposti all' Oceano. Se l' Oceano è malato, lo siamo anche noi." F.A. L' idea è nata quando ho cominciato a surfare in Liguria. Per la prima volta ho sentito surfisti parlare di acque inquinate, di condizioni pericolose, elevati rischi batteriologici, e nonostante tutto, questi ragazzi entravano in mare ogni weekend piuttosto di rinunciare a quella forte passione. Considerando il surf in modo profondo - non solo come un' attività fisica ma come un modo di sentire la forza della Natura, di essere connessi con essa - allo stesso modo considero il Design e le sue possibilità: non è solo una questione di produrre qualcosa di nuovo o originale, ma un' attività sacra, animata dal desiderio di essere d' aiuto per l' uomo, rispettando l' ambiente e senza dimenticare le proprie origini. Questo è il motivo per cui ho deciso di abbinare il rispetto per il mare e la fiducia nel Design in funzione di un capo simbolo di questo sport acquatico: la muta da surf. Non un semplice indumento, ma una seconda pelle, che permette all' uomo di soddisfare il suo desiderio di affrontare condizioni oltre l' ordinario, sentendosi in armonia con la forza della Natura. Il Design può ampliare le possibilità umane, ma cosa succede quando in quel futuro le onde saranno impraticabili ed il mare inaccessibile a causa dell' eccessivo livello di agenti inquinanti? Mi chiedo cosa accadrebbe vedendo quell' inquinamento "invisibile" concretizzarsi sulla propria pelle, o se non altro, sulla propria "seconda pelle". Il problema con l' inquinamento dei mari è che non si vede, il che induce a convincersi che non esista. Per tale motivo ho visto in questo capo tecnico la possibilità di diventare uno strumento per la sensibilizzazione, la "cartina tornasole" per la rilevazione di agenti inquinanti dannosi. La muta è una battaglia visiva per la sostenibilità, è lo step che la precede, ma quello necessario per renderla desiderabile. Rispondere alla questione della sostenibilità nel nostro settore può assumere molteplici forme, ma dopo una profonda indagine la mia conclusione è che ancor prima del prodotto sostenibile debba venire il sostegno per quel prodotto - e non un sostegno di nicchia, ma di massa, poichè il potere per il cambiamento risiede nelle mani del consumatore, e il potere di plasmare tale "consumer mindset" risiede nelle mani delle industrie creative, che non devono sottovalutare questa forza, che è un potere.. e un dovere. La parte teorica della tesi si muove attraverso le origini del surf e del suo indumento simbolo, l' analisi di ricerche scientifiche circa la questione dell' inquinamento dei mari, il relazionarle alle più recenti soluzioni nel Design, per giunge poi alla parte progettuale: il "sensibilizzare l' occhio" si concretizza nell' elemento chiave del progetto - una muta da surf in grado di rilevare la presenza di agenti inquinanti nel mare tramite un cambiamento di colore della superfice. E' stata una conseguenza naturale quella di allargare successivamente il progetto al nostro contesto quotidiano: la città, in cui le onde inquinate dell' Oceano si materializzano nelle onde inquinate del traffico. La capsule collection risponde ai bisogni "allargati" del mio target consumer, una persona che non rinuncia a surfare tra le onde marine ed urbane e al contempo vuole essere consapevole dell' inquinamento che le caratterizza. I capi chiave del progetto, capitanati della muta, sono stati sviluppati grazie alle preziose collaborazioni con aziende professionali operanti nel nostro settore e non, che hanno visto in questo progetto fin dai suoi esordi un interessante stimolo per l' avanzamento di nuove ricerche: SLAM S.p.A. per il product development, SHEICO Group per la prototipazione, FRAMIS S.p.A. per le rifiniture dei capi tecnici, RES S.p.A. per la fornitura dei materiali e gli esperimenti sul neoprene, che ad oggi continuano ad essere condotti nei laboratori dell' azienda con l' intento di raggiungere nuovi risultati. Questa tesi è solo l' inizio di una ricerca che ad oggi è in evoluzione, al fine di raggiungere risultati sempre più soddisfacenti e, si prevede, delle possibilità in termini di produzione industriale nel prossimo futuro. Questa tesi è il simbolo della fiducia nel potere del progetto per una better way ed una better wave.