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L’attuale Cyprus Museum di Nicosia viene edificato nel 1935 come esito concreto di un dibattito che ha origine nei primi anni del Novecento sulla difesa e conservazione del patrimonio archeologico locale. La vasta collezione è composta da numerosi reperti databili dal Neolitico al Periodo della dominazione di Roma, testimonianza della complessità culturale e storica dell’isola di Cipro. La collocazione dell’edificio fuori dalle mura veneziane è rappresentativa di una prima espansione urbana della città storica dove sono ubicate altre funzioni pubbliche. Il museo, costituito da quattordici sale posizionate attorno ad una corte quadrata, evidenzia carenze spaziali e scarsa flessibilità nei confronti dei ritrovamenti in continua crescita. Nel 2016 viene bandito il concorso per il New Cyprus Museum con l’obiettivo di realizzare un punto di riferimento culturale per la comunità cipriota ed internazionale. Lo spostamento dell’Ospedale Generale di Nicosia dà l’occasione di intervenire in un’area strategica posta in continuità ad altri servizi culturali e di conferire maggiore unità al sistema urbano esistente. Le richieste rispecchiano le necessità del museo contemporaneo in cui l’esposizione utilizza funzioni complementari al fine di arricchire l’offerta del servizio culturale. Ne consegue un programma funzionale di grande ampiezza e varietà, improntato al dialogo tra spazi per la collettività e la collezione. Il tema del museo archeologico è legato alla valorizzazione degli aspetti meno appariscenti della storia, che non può quindi esaurirsi nella sottolineatura del carattere estetico del singolo manufatto. Risulta necessario confrontarsi con le problematiche di come comunicare un passato stratificato attraverso i reperti, di selezione degli elementi significativi e di superare la frammentarietà insita nell’oggetto archeologico. La risoluzione di questa complessità è affidata a un’idea di omogeneità degli spazi, alternati ad ambienti espositivi per reperti unici o viste sul paesaggio. La ricerca progettuale inizia dalla lettura critica delle caratteristiche dell’area. Dallo studio morfologico risulta evidente la presenza dei bastioni, significativi per la crescita urbana fuori le mura in quanto generatori di direzionalità ad alcuni tessuti limitrofi. L’obiettivo è individuare i criteri di un principio insediativo capace di valorizzare l’esistenza di un palinsesto morfologico, riconoscendo le due direttrici originate dai bastioni Roccas e Tripoli e la presenza della House of Representatives nel processo di ricomposizione urbana. L’intento del progetto è inoltre stabilire un rapporto con il vicino Municipal Garden estendendone le caratteristiche del giardino all’inglese. L’edificio dell’ex Clinica per la cura delle malattie respiratorie, frammento della memoria dell’architettura del luogo, è considerato la “soglia” del nuovo Museo affacciata sul grande viale di accesso all’area di progetto. Il nuovo Museo risulta composto da due edifici, connessi da una piastra pavimentata che riprende la giacitura del complesso e da un piano interrato comune. L’edificio a ovest è articolato in un volume a quattro livelli che ospita l’atrio del Museo a tripla altezza, una sala conferenze, un bar-ristorante con patio a cielo aperto all’ultimo piano. Questo volume risulta circondato su tre lati dall’anello delle sale espositive, che ospita l’esposizione della collezione permanente del Museo sviluppato su tre livelli sovrapposti. A est è posto un blocco con un grande scavo centrale che definisce l’accesso coperto alle funzioni operative ospitate: dipartimenti, laboratori, biblioteca specializzata e uffici amministrativi. L’articolazione planimetrica ha seguito una finalità di concatenazione e rapporto interdipendente tra i diversi spazi, in modo da permettere una lettura unitaria alla complessità architettonica. Anche i prospetti si inseriscono in questa logica: sono infatti realizzati secondo due varianti di uno stesso linguaggio, caratterizzato da battiture costanti, aperture verticali da pavimento a controsoffitto a scansione variata, accentuate dal disegno dei pannelli lapidei di rivestimento.

The new Cyprus Museum. Patrimonio archeologico in esposizione

BATTISTINI, TANIA;TEDESCHI, VALENTINA;SPEROTTO, SONIA
2016/2017

Abstract

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ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
20-dic-2017
2016/2017
L’attuale Cyprus Museum di Nicosia viene edificato nel 1935 come esito concreto di un dibattito che ha origine nei primi anni del Novecento sulla difesa e conservazione del patrimonio archeologico locale. La vasta collezione è composta da numerosi reperti databili dal Neolitico al Periodo della dominazione di Roma, testimonianza della complessità culturale e storica dell’isola di Cipro. La collocazione dell’edificio fuori dalle mura veneziane è rappresentativa di una prima espansione urbana della città storica dove sono ubicate altre funzioni pubbliche. Il museo, costituito da quattordici sale posizionate attorno ad una corte quadrata, evidenzia carenze spaziali e scarsa flessibilità nei confronti dei ritrovamenti in continua crescita. Nel 2016 viene bandito il concorso per il New Cyprus Museum con l’obiettivo di realizzare un punto di riferimento culturale per la comunità cipriota ed internazionale. Lo spostamento dell’Ospedale Generale di Nicosia dà l’occasione di intervenire in un’area strategica posta in continuità ad altri servizi culturali e di conferire maggiore unità al sistema urbano esistente. Le richieste rispecchiano le necessità del museo contemporaneo in cui l’esposizione utilizza funzioni complementari al fine di arricchire l’offerta del servizio culturale. Ne consegue un programma funzionale di grande ampiezza e varietà, improntato al dialogo tra spazi per la collettività e la collezione. Il tema del museo archeologico è legato alla valorizzazione degli aspetti meno appariscenti della storia, che non può quindi esaurirsi nella sottolineatura del carattere estetico del singolo manufatto. Risulta necessario confrontarsi con le problematiche di come comunicare un passato stratificato attraverso i reperti, di selezione degli elementi significativi e di superare la frammentarietà insita nell’oggetto archeologico. La risoluzione di questa complessità è affidata a un’idea di omogeneità degli spazi, alternati ad ambienti espositivi per reperti unici o viste sul paesaggio. La ricerca progettuale inizia dalla lettura critica delle caratteristiche dell’area. Dallo studio morfologico risulta evidente la presenza dei bastioni, significativi per la crescita urbana fuori le mura in quanto generatori di direzionalità ad alcuni tessuti limitrofi. L’obiettivo è individuare i criteri di un principio insediativo capace di valorizzare l’esistenza di un palinsesto morfologico, riconoscendo le due direttrici originate dai bastioni Roccas e Tripoli e la presenza della House of Representatives nel processo di ricomposizione urbana. L’intento del progetto è inoltre stabilire un rapporto con il vicino Municipal Garden estendendone le caratteristiche del giardino all’inglese. L’edificio dell’ex Clinica per la cura delle malattie respiratorie, frammento della memoria dell’architettura del luogo, è considerato la “soglia” del nuovo Museo affacciata sul grande viale di accesso all’area di progetto. Il nuovo Museo risulta composto da due edifici, connessi da una piastra pavimentata che riprende la giacitura del complesso e da un piano interrato comune. L’edificio a ovest è articolato in un volume a quattro livelli che ospita l’atrio del Museo a tripla altezza, una sala conferenze, un bar-ristorante con patio a cielo aperto all’ultimo piano. Questo volume risulta circondato su tre lati dall’anello delle sale espositive, che ospita l’esposizione della collezione permanente del Museo sviluppato su tre livelli sovrapposti. A est è posto un blocco con un grande scavo centrale che definisce l’accesso coperto alle funzioni operative ospitate: dipartimenti, laboratori, biblioteca specializzata e uffici amministrativi. L’articolazione planimetrica ha seguito una finalità di concatenazione e rapporto interdipendente tra i diversi spazi, in modo da permettere una lettura unitaria alla complessità architettonica. Anche i prospetti si inseriscono in questa logica: sono infatti realizzati secondo due varianti di uno stesso linguaggio, caratterizzato da battiture costanti, aperture verticali da pavimento a controsoffitto a scansione variata, accentuate dal disegno dei pannelli lapidei di rivestimento.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/136968