Opening the Chinese automotive industry to foreign investors. A comparative analysis on the financial and innovative performances of Sino-Foreign joint ventures

The Chinese automotive market has become the best performer among the worldwide industry in less than twenty years. Characterized by high volumes of production, both for satisfying the domestic demand and exporting, it has seen in the last decades the arrival of foreign multinational enterprises (MNCs) captivated by the potentiality of the market itself. These MNCs, at first, had to overcome the entry barriers -peculiar of Chinese industry- by creating new autochthonous entities through specific legal forms. The Sino-foreign equity joint venture appears to be the most profitable among those latter. Through the analysis of data from Oriana’ database (Bureau Van Dijk) -provided by Filip de Beule (Professor at the university of Lauven) and by Stefano Elia (Professor at Politecnico of Milan)- showing various company information across the Asia-Pacific region, it was possible to disentangle the sample and focus specifically on the Sino-Foreign Equity Joint Ventures performances. The main aim of this work is to understand what are the necessary assets to enter in the Chinese automotive market as foreign partner and what is the impact on both the joint venture and the global ultimate owner performances in such a partnership. Thanks to descriptive statistics, by implementing the dataset with programs as GraphPad Prism and real-stats excel, the thesis gives a clearer and wider picture of the Chinese Automotive environment. Literature analysis on cultural distance in foreign direct investment and on other issues as the knowledge acquirement after the creation of a partnership, was a constant during the work development. Furthermore, in order to complete the funnel process, I focused the attention on the presence in the market of Italian enterprises.

Il mercato automobilistico cinese è diventato in meno di vent’anni il più performante a livello mondiale. Caratterizzato da grossi volumi di produzione, sia per soddisfare la crescente domanda domestica, che per incentivarne l’esportazione, ha assistito, nelle ultime due decadi, all’avvento di aziende multinazionali straniere, attratte dalle potenzialità del mercato. Queste imprese, in principio, hanno dovuto superare le barriere d’ingresso caratteristiche del mercato cinese, creando nuove entità autoctone attraverso specifiche forme legali. Tra queste, le Sino-Foreign Equity Joint Ventures sembrano le più profittevoli. Tramite l’analisi del database Oriana -fornitomi da Filip de Beule (Professore all’università di Lauven) e da Stefano Elia (Professore al Politecnico di Milano) - che presenta diverse informazioni di compagnie stanziate nel sud-est asiatico, è stato possibile sezionare il campione e concentrarsi particolarmente sulle performances delle Sino-Foreign Joint Ventures. Lo scopo principale di questo lavoro è capire quali siano gli assets necessari per entrare (come entità straniera) nel mercato automobilistico cinese e valutare l’impatto di questo tipo di associazione sulle performance sia dell’entità autoctona (la Joint Venture), sia del gestore ultimo dell’impresa (il Global Ultimate Owner). Grazie alla statistica descrittiva, implementando il database con programmi come GraphPad Prism e real-stats Excel, è stato possibile creare una visione più chiara e più ampia del settore automobilistico cinese. L’analisi della letteratura sulla distanza culturale negli investimenti diretti all’estero e su altri argomenti quali la conoscenza acquisita nei diversi tipi di forme legali ha accompagnato tutto il lavoro. In ultimo, con l’intento di completare questo processo “a imbuto” è stata analizzata e rimarcata la posizione Italiana all’interno del mercato automobilistico cinese.