This research presents a critical reading of sprawl. It is a project of description and analysis, rather than a proposal for design. Sprawl as we know it, is very difficult to describe. It is neither city, nor landscape; neither urban, nor rural. It is very hard to conceive of as a whole or to recognize by its elements or units. Sprawl, although it began with American consumer society, is by now a global phenomenon, consuming massive amounts of valuable land. It cannot be compared to any example of historical types of urbanism. We only have marginal access to sprawl and we are forced to see it from inside automobiles or on screens with Google Earth and GPS. My thesis attempts to enhance the awareness of what we are not seeing. We see sprawl superficially because it is too big for our urban eyes. It carries no collective memory, nor immediate way to imagine it. Theorists tend to dismiss it as chaotic or generic. And it is usually considered in comparison to the central city and thus loaded with prejudices. It is easy to say what sprawl is not rather than what it is. Yet, it is very hard to ignore, because we all live in sprawl or have some relation to it. Sprawl is part of our daily life and it will be much more so in the future, yet we don’t have critical tools to observe, understand, and explain it. There is no common ground to start with. My research explores ways to reconsider the missing common ground. I have searched for a new way to understand and hypothesize new meanings for a deeper awareness of the process in which sprawl materializes. First, I introduced the term “Sprawlification” to replace “urbanization”. Sprawlification is a process like urbanization, but does not focus on bringing order to everything. It doesn’t resemble the development and growth of built-up environments, but rather reveals sprawl as it is, a phenomenon on its own. Using sprawlification distances us from conventional comparisons with the city and the urban realm. It helps us to use new terminologies outside of our current disciplinary syntax (architecture, urbanism, or planning). The new terminologies and methods of my research on sprawlification offer an effective and valuable way to gain a deeper understating of a geography that we do not yet know how to see, showing it in a brighter, more positive, light. Instead of considering sprawl as a system of consumer objects, my method presents the possibility that in-betweens promise to be the democratic niches of the future. The new mapping system remind us of our relationship with the preconditions; I have called it “Grounding”.

Questa tesi presenta una lettura critica dello sprawl, attraverso un progetto di ricerca che tenta di riconoscerne un’ambito teorico e terminologico nuovo, descrivendolo, piuttosto che offrirne una proposta progettuale. Lo sprawl, sebbene sia nato con la società dei consumi americana è ormai un fenomeno globale, che consuma enormi quantità di suolo prezioso, e non possiamo perciò ignorarne la presenza. Esso non è né città, né paesaggio; non è né urbano, né rurale. Non si può paragonarlo a nessun esempio di forma urbana storica, poichè è molto difficile concepirlo nella sua totalità o riconoscerne un’organicità dei suoi elementi, se non accedendo dai suoi margini. Siamo infatti costretti a percepirlo per frammenti attraversandolo con l’automobile o osservandolo con Google Earth o un GPS. La mia tesi cerca di migliorare la consapevolezza di ciò che non riusciamo a vedere dello sprawl, a causa di in modo persistente e superficiale di osservarlo, dovuto alle sue dimensioni troppo estese per essere comprese dai nostri occhi abituati a leggere la città’ consolidata. Lo sprawl non mostra una memoria collettiva e non è inmediatamente immaginabile. I più stimati teorici, infatti, tendono a liquidarlo come caotico o generico, e normalmente viene definito attraverso criteri strettamente legati alla descrizione morfologica della citta, che lo caricano cosi di una lettura pregiudizievole. È più facile dire che cosa non è, che precisare che cos'è. Eppure, è impossibile ignorarlo, perché viviamo tutti nello sprawl o abbiamo qualche relazione con esso. Lo sprawl fa parte della nostra vita quotidiana e nel futuro ne sarà sempre più presente. Rimane perciò il fatto che pur non avendo strumenti critici per osservarlo, dobbiamo comprenderlo e spiegarlo. Non esistendo una base teorica comune e condivisa, la mia ricerca inizia esattamente con l’esplorazione di nuovi modi per analizzarlo. Nel tentativo di individuare un nuovo modo di comprendere e definire il processo attraverso il quale si materializza lo sprawl, ho introdotto un nuovo termine “Sprawlification” per sostituire quello di "urbanizzazione". Sprawlification è un processo simile alla urbanizzazione, ma senza la finalità di dare al tutto un ordine. Poiché lo sviluppo e la crescita dello sprawl si distinguono completamente dalla maglia urbana convenzionale, è necessario individuare un linguaggio capace di raccontarlo come un fenomeno a sé stante. Utilizzando sprawlification ci si allontana dal confronto convenzionale con la città, e con il contesto urbano, verso nuove terminologie al di fuori del’attuale sintassi disciplinare (progettazione architettonica, urbanistica e pianificazione). Nella mia ricerca su Sprawlification le nuove terminologie e i metodi individuati offrono un modo efficace e prezioso per ottenere una comprensione più profonda di una geografia che non sappiamo ancora descrivere, mostrandola in una luce più intensa, più positiva. Invece di considerare lo sprawl come un sistema di oggetti di consumo, il mio metodo presenta la possibilità di considerare gli spazi intermedi come potenziali nicchie democratiche del futuro. Il nuovo sistema di mappatura, che ho definito "Grounding", è capace di raccontare il nostro rapporto di qualsiasi luogo con le sue precondizioni.

Sprawlification: a new method to analyze periurban space

HEIDARI AFSHARI, ARIAN

Abstract

This research presents a critical reading of sprawl. It is a project of description and analysis, rather than a proposal for design. Sprawl as we know it, is very difficult to describe. It is neither city, nor landscape; neither urban, nor rural. It is very hard to conceive of as a whole or to recognize by its elements or units. Sprawl, although it began with American consumer society, is by now a global phenomenon, consuming massive amounts of valuable land. It cannot be compared to any example of historical types of urbanism. We only have marginal access to sprawl and we are forced to see it from inside automobiles or on screens with Google Earth and GPS. My thesis attempts to enhance the awareness of what we are not seeing. We see sprawl superficially because it is too big for our urban eyes. It carries no collective memory, nor immediate way to imagine it. Theorists tend to dismiss it as chaotic or generic. And it is usually considered in comparison to the central city and thus loaded with prejudices. It is easy to say what sprawl is not rather than what it is. Yet, it is very hard to ignore, because we all live in sprawl or have some relation to it. Sprawl is part of our daily life and it will be much more so in the future, yet we don’t have critical tools to observe, understand, and explain it. There is no common ground to start with. My research explores ways to reconsider the missing common ground. I have searched for a new way to understand and hypothesize new meanings for a deeper awareness of the process in which sprawl materializes. First, I introduced the term “Sprawlification” to replace “urbanization”. Sprawlification is a process like urbanization, but does not focus on bringing order to everything. It doesn’t resemble the development and growth of built-up environments, but rather reveals sprawl as it is, a phenomenon on its own. Using sprawlification distances us from conventional comparisons with the city and the urban realm. It helps us to use new terminologies outside of our current disciplinary syntax (architecture, urbanism, or planning). The new terminologies and methods of my research on sprawlification offer an effective and valuable way to gain a deeper understating of a geography that we do not yet know how to see, showing it in a brighter, more positive, light. Instead of considering sprawl as a system of consumer objects, my method presents the possibility that in-betweens promise to be the democratic niches of the future. The new mapping system remind us of our relationship with the preconditions; I have called it “Grounding”.
BASSO PERESSUT, GIAN LUCA
INGERSOLL, RICHARD JOSEPH
22-gen-2018
Questa tesi presenta una lettura critica dello sprawl, attraverso un progetto di ricerca che tenta di riconoscerne un’ambito teorico e terminologico nuovo, descrivendolo, piuttosto che offrirne una proposta progettuale. Lo sprawl, sebbene sia nato con la società dei consumi americana è ormai un fenomeno globale, che consuma enormi quantità di suolo prezioso, e non possiamo perciò ignorarne la presenza. Esso non è né città, né paesaggio; non è né urbano, né rurale. Non si può paragonarlo a nessun esempio di forma urbana storica, poichè è molto difficile concepirlo nella sua totalità o riconoscerne un’organicità dei suoi elementi, se non accedendo dai suoi margini. Siamo infatti costretti a percepirlo per frammenti attraversandolo con l’automobile o osservandolo con Google Earth o un GPS. La mia tesi cerca di migliorare la consapevolezza di ciò che non riusciamo a vedere dello sprawl, a causa di in modo persistente e superficiale di osservarlo, dovuto alle sue dimensioni troppo estese per essere comprese dai nostri occhi abituati a leggere la città’ consolidata. Lo sprawl non mostra una memoria collettiva e non è inmediatamente immaginabile. I più stimati teorici, infatti, tendono a liquidarlo come caotico o generico, e normalmente viene definito attraverso criteri strettamente legati alla descrizione morfologica della citta, che lo caricano cosi di una lettura pregiudizievole. È più facile dire che cosa non è, che precisare che cos'è. Eppure, è impossibile ignorarlo, perché viviamo tutti nello sprawl o abbiamo qualche relazione con esso. Lo sprawl fa parte della nostra vita quotidiana e nel futuro ne sarà sempre più presente. Rimane perciò il fatto che pur non avendo strumenti critici per osservarlo, dobbiamo comprenderlo e spiegarlo. Non esistendo una base teorica comune e condivisa, la mia ricerca inizia esattamente con l’esplorazione di nuovi modi per analizzarlo. Nel tentativo di individuare un nuovo modo di comprendere e definire il processo attraverso il quale si materializza lo sprawl, ho introdotto un nuovo termine “Sprawlification” per sostituire quello di "urbanizzazione". Sprawlification è un processo simile alla urbanizzazione, ma senza la finalità di dare al tutto un ordine. Poiché lo sviluppo e la crescita dello sprawl si distinguono completamente dalla maglia urbana convenzionale, è necessario individuare un linguaggio capace di raccontarlo come un fenomeno a sé stante. Utilizzando sprawlification ci si allontana dal confronto convenzionale con la città, e con il contesto urbano, verso nuove terminologie al di fuori del’attuale sintassi disciplinare (progettazione architettonica, urbanistica e pianificazione). Nella mia ricerca su Sprawlification le nuove terminologie e i metodi individuati offrono un modo efficace e prezioso per ottenere una comprensione più profonda di una geografia che non sappiamo ancora descrivere, mostrandola in una luce più intensa, più positiva. Invece di considerare lo sprawl come un sistema di oggetti di consumo, il mio metodo presenta la possibilità di considerare gli spazi intermedi come potenziali nicchie democratiche del futuro. Il nuovo sistema di mappatura, che ho definito "Grounding", è capace di raccontare il nostro rapporto di qualsiasi luogo con le sue precondizioni.
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