East Africa has a key-role in the frame of the extreme urbanization of Global South as it will be the fastest urbanizing region in the coming decades. The scale and the speed of this urbanization phenomenon, as described in a vast academic literature and in the reports published by international multilateral organizations, is unprecedented, as well as the unfortunately proportioned scarcity in terms of resources and the threats posed by climate change and socio-political fragility. Most of East African urban growth happens out of traditional planning terms, combining inadequate infrastructure, informal sprawling, polarized development, unsafety, and inequality. Current planning models are not successful in dealing with present challenges. For the few megacities and for a great number of rapidly growing secondary cities the task of remediating to past missteps and setting the basis for a sustainable development is crucial. Aware of the urgency to undertake actions in this direction, the most important multilateral organizations regularly update the international agenda with related suggestions and expected goals, setting the framework for all the initiatives of international cooperation. From these efforts, a new urban narrative is emerging for Sub-Saharan African cities, envisioned as inclusive, low-carbon and just metropolitan systems.  This research investigates the role of urban spatial disciplines in this framework, with particular regard to the emerging of inter-disciplinary approaches under the umbrella of socio-ecological complexity models. How is it possible to shape rapid urbanization, driving it in a sustainable way, in this context of informality, scarcity, misgovernment and climate change? From an overview on East-African urban history, one of the main reasons of ineffective and inappropriate urban design and planning turns out to be the lack of data and maps regarding real territorial and cultural spatial values. Only recently, the diffusion of information and communication technologies helped in revealing the real consistency of the East African city and its cultural patterns, opening new paths. Moving from this, it is crucial elaborating alternative approaches to appropriate mapping, moved by the urgency to stress the existing qualities of the analyzed contexts, in opposition to a diffused attitude to consider available land in developing areas as a tabula rasa. With this purpose, the complexity of East African urbanism has been investigated from within, aiming at directly experiencing the dynamics of international cooperation for development to understand the role of architects and planners in translating global expectations and local values into design tools. Through different design experiences in East Africa, involving different set of actors and with different outcomes, this research embraced the intent of improving the clarity of mapping efforts and to suggest alternative ways to make mapping tools effective to visualize, acknowledge, design, implement, and monitor sustainable urban development by focusing on the robust spatial structure of the metropolitan systems. Mapping emerges as strategic operation to match local values, global goals and morphological decisions on the physical space of metropolitan systems. Therefore, it is intended as a design process and the concept of framework of civic robustness is proposed. It refers to a synthetic layout plan built by the interlace of morphologically grounded socio-ecological patterns and intended as an inter-scalar platform of negotiation and co-production of the robust structure sustaining urban growth, blending top-down and bottom-up approaches and the interaction of multiple stakeholders. Guidelines and scenarios to communicate it, a toolkit to implement it and a digital interactive version of the tool to boost its inclusive potential are presented as practical apparatus of the framework. The dissertation closes with some remarks regarding further research paths suggested by the findings. Regarding the role of spatial disciplines in making a difference in these contexts an expanded notion of urban design emerges, combining metropolitanization and critical engagement, with an increasing relevance of metropolitan architecture as inter-scalar spatial device. Discussing the implementability of urban projects, alternative processes should be investigated, in the direction of inclusive patterns of negotiated coproduction. Moreover, institutional capacity is a precondition to sustain and making them effective. Capacity development programs are extremely relevant and need to be performed by innovative tools.

L'Africa orientale ha un ruolo chiave nel quadro dell'urbanizzazione estrema del Sud del mondo, sarà infatti, nei prossimi decenni, la regione con la più alta crescita urbana a livello globale. La portata e la velocità di questo fenomeno, come descritto in una vasta letteratura accademica e nei documenti pubblicati da organizzazioni e multilaterali internazionali, non hanno precedenti, così come la scarsità in termini di risorse e la gravità delle minacce poste da cambiamenti climatici e fragilità socio-politica. La crescita urbana dell'Africa orientale avviene prevalentemente al di fuori degli schemi legati a tradizionali forme di pianificazione e presenta infrastrutture inadeguate, espansione incontrollata, sviluppo polarizzato, insicurezza e disuguaglianze sociali. Gli attuali modelli di pianificazione e progettazione urbana non hanno successo nell'affrontare queste sfide. Per le poche megalopoli e per un gran numero di città secondarie in rapida crescita, il compito di rimediare ai passi falsi del passato e porre le basi per uno sviluppo sostenibile è cruciale. Consapevoli dell'urgenza di intraprendere azioni in questa direzione, le più importanti organizzazioni multilaterali aggiornano regolarmente l'agenda internazionale con suggerimenti e obiettivi condivisi, definendo il quadro di riferimento per tutte le iniziative di cooperazione internazionale. Da questi sforzi, sta emergendo una nuova narrazione urbana per le città dell'Africa sub-sahariana, immaginate come originali sistemi metropolitani inclusivi ecologicamente virtuosi. All’interno di un tale quadro questa ricerca indaga il ruolo delle discipline spaziali urbane, con particolare riguardo all'emergere di approcci interdisciplinari riferibili a modelli interpretativi basati sullo studio dei fenomeni urbani nella relazione tra spazio fisico e complessità socio-ecologica. Come è possibile orientare la rapida urbanizzazione dei paesi in via di sviluppo verso alternative sostenibili in contesti di informalità, scarsità di risorse, malgoverno e cambiamenti climatici? A fronte di una panoramica sulla storia urbana dell'Africa orientale, una delle ragioni principali dell’inefficacia e inappropriatezza dei processi di pianificazione e di progetto urbano risulta essere la mancanza di dati e mappe riguardanti i reali valori territoriali e culturali dei contesti di riferimento. Solo negli ultimi anni, la diffusione e disponibilità delle più recenti tecnologie digitali ha contribuito a innescare processi di graduale disvelamento della reale consistenza della città africana e dei suoi modelli culturali, aprendo nuove strade di ricerca. A partire da questo, è decisivo elaborare metodologie per costruire mappature appropriate ed efficaci, mossi dall'urgenza di sottolineare le qualità esistenti dei contesti analizzati, in opposizione a un atteggiamento diffuso che porta a considerare i paesi in via di sviluppo come una tabula rasa. Con questo scopo, la complessità del fenomeno di urbanizzazione dell'Africa orientale è stato studiato dall'interno, - sperimentando sul campo le dinamiche di cooperazione internazionale allo sviluppo - per comprendere il possibile ruolo di architetti e pianificatori nel tradurre aspettative globali e valori locali in strumenti di progettazione consapevoli. Attraverso diverse esperienze progettuali sul campo, coinvolgendo diversi attori e con risultati diversi, la ricerca ha abbracciato l'intento di contribuire alla definizione di più opportuni strumenti di lettura urbana e territoriale e di suggerire metodi alternativi per renderli più efficaci nel visualizzare, studiare, progettare, implementare e monitorare uno sviluppo urbano sostenibile concentrandosi sulla struttura spaziale robusta dei sistemi metropolitani. L’attività di mappatura diventa quindi una operazione strategica indispensabile per abbinare valori locali, obiettivi globali e decisioni morfologiche sullo spazio fisico della città: le mappe sono dunque intese come un processo progettuale in sé. Il concetto di framework of civic robustness, inteso come possibile piano strutturale del bene pubblico, viene proposto come strumento articolato di mappatura analitica e strategica, una piattaforma inter-scalare di negoziazione e co-produzione della struttura pubblica, collettiva e comune della città che direziona e sostiene la crescita urbana, fondendo approcci top-down e bottom-up e stimolando l'interazione di diversi attori della società civile. Linee guida, scenari e un toolkit di implementazione completano la definizione dello strumento. Una versione digitale interattiva che moltiplica il suo potenziale inclusivo è presentata come possibile ulteriore direzione di sviluppo. La dissertazione si chiude con alcuni possibili percorsi di approfondimento della ricerca suggeriti dai risultati. Per quanto riguarda il ruolo delle discipline spaziali nel fare la differenza in questi contesti emerge una accezione ampliata del progetto urbano, che unisce processi di metropolitanizzazione a processi di partecipazione e interazione critica, con una crescente rilevanza dell'architettura metropolitana come dispositivo spaziale inter-scalare. Discutendo sull'implementabilità di questi progetti, dovrebbero essere studiati processi alternativi di finanziamento, governance e sviluppo nella direzione di modelli inclusivi di coproduzione negoziata. Inoltre, la capacità istituzionale è una condizione determinante per sostenerli e renderli efficaci. I programmi di formazione in questo senso sono estremamente importanti e richiedono l’elaborazione di opportuni strumenti innovativi.

Metropolitan frameworks of civic robustness. Mapping and designing for East African urbanism.

FRIGERIO, ALESSANDRO

Abstract

East Africa has a key-role in the frame of the extreme urbanization of Global South as it will be the fastest urbanizing region in the coming decades. The scale and the speed of this urbanization phenomenon, as described in a vast academic literature and in the reports published by international multilateral organizations, is unprecedented, as well as the unfortunately proportioned scarcity in terms of resources and the threats posed by climate change and socio-political fragility. Most of East African urban growth happens out of traditional planning terms, combining inadequate infrastructure, informal sprawling, polarized development, unsafety, and inequality. Current planning models are not successful in dealing with present challenges. For the few megacities and for a great number of rapidly growing secondary cities the task of remediating to past missteps and setting the basis for a sustainable development is crucial. Aware of the urgency to undertake actions in this direction, the most important multilateral organizations regularly update the international agenda with related suggestions and expected goals, setting the framework for all the initiatives of international cooperation. From these efforts, a new urban narrative is emerging for Sub-Saharan African cities, envisioned as inclusive, low-carbon and just metropolitan systems.  This research investigates the role of urban spatial disciplines in this framework, with particular regard to the emerging of inter-disciplinary approaches under the umbrella of socio-ecological complexity models. How is it possible to shape rapid urbanization, driving it in a sustainable way, in this context of informality, scarcity, misgovernment and climate change? From an overview on East-African urban history, one of the main reasons of ineffective and inappropriate urban design and planning turns out to be the lack of data and maps regarding real territorial and cultural spatial values. Only recently, the diffusion of information and communication technologies helped in revealing the real consistency of the East African city and its cultural patterns, opening new paths. Moving from this, it is crucial elaborating alternative approaches to appropriate mapping, moved by the urgency to stress the existing qualities of the analyzed contexts, in opposition to a diffused attitude to consider available land in developing areas as a tabula rasa. With this purpose, the complexity of East African urbanism has been investigated from within, aiming at directly experiencing the dynamics of international cooperation for development to understand the role of architects and planners in translating global expectations and local values into design tools. Through different design experiences in East Africa, involving different set of actors and with different outcomes, this research embraced the intent of improving the clarity of mapping efforts and to suggest alternative ways to make mapping tools effective to visualize, acknowledge, design, implement, and monitor sustainable urban development by focusing on the robust spatial structure of the metropolitan systems. Mapping emerges as strategic operation to match local values, global goals and morphological decisions on the physical space of metropolitan systems. Therefore, it is intended as a design process and the concept of framework of civic robustness is proposed. It refers to a synthetic layout plan built by the interlace of morphologically grounded socio-ecological patterns and intended as an inter-scalar platform of negotiation and co-production of the robust structure sustaining urban growth, blending top-down and bottom-up approaches and the interaction of multiple stakeholders. Guidelines and scenarios to communicate it, a toolkit to implement it and a digital interactive version of the tool to boost its inclusive potential are presented as practical apparatus of the framework. The dissertation closes with some remarks regarding further research paths suggested by the findings. Regarding the role of spatial disciplines in making a difference in these contexts an expanded notion of urban design emerges, combining metropolitanization and critical engagement, with an increasing relevance of metropolitan architecture as inter-scalar spatial device. Discussing the implementability of urban projects, alternative processes should be investigated, in the direction of inclusive patterns of negotiated coproduction. Moreover, institutional capacity is a precondition to sustain and making them effective. Capacity development programs are extremely relevant and need to be performed by innovative tools.
BASSO PERESSUT, GIAN LUCA
22-gen-2018
L'Africa orientale ha un ruolo chiave nel quadro dell'urbanizzazione estrema del Sud del mondo, sarà infatti, nei prossimi decenni, la regione con la più alta crescita urbana a livello globale. La portata e la velocità di questo fenomeno, come descritto in una vasta letteratura accademica e nei documenti pubblicati da organizzazioni e multilaterali internazionali, non hanno precedenti, così come la scarsità in termini di risorse e la gravità delle minacce poste da cambiamenti climatici e fragilità socio-politica. La crescita urbana dell'Africa orientale avviene prevalentemente al di fuori degli schemi legati a tradizionali forme di pianificazione e presenta infrastrutture inadeguate, espansione incontrollata, sviluppo polarizzato, insicurezza e disuguaglianze sociali. Gli attuali modelli di pianificazione e progettazione urbana non hanno successo nell'affrontare queste sfide. Per le poche megalopoli e per un gran numero di città secondarie in rapida crescita, il compito di rimediare ai passi falsi del passato e porre le basi per uno sviluppo sostenibile è cruciale. Consapevoli dell'urgenza di intraprendere azioni in questa direzione, le più importanti organizzazioni multilaterali aggiornano regolarmente l'agenda internazionale con suggerimenti e obiettivi condivisi, definendo il quadro di riferimento per tutte le iniziative di cooperazione internazionale. Da questi sforzi, sta emergendo una nuova narrazione urbana per le città dell'Africa sub-sahariana, immaginate come originali sistemi metropolitani inclusivi ecologicamente virtuosi. All’interno di un tale quadro questa ricerca indaga il ruolo delle discipline spaziali urbane, con particolare riguardo all'emergere di approcci interdisciplinari riferibili a modelli interpretativi basati sullo studio dei fenomeni urbani nella relazione tra spazio fisico e complessità socio-ecologica. Come è possibile orientare la rapida urbanizzazione dei paesi in via di sviluppo verso alternative sostenibili in contesti di informalità, scarsità di risorse, malgoverno e cambiamenti climatici? A fronte di una panoramica sulla storia urbana dell'Africa orientale, una delle ragioni principali dell’inefficacia e inappropriatezza dei processi di pianificazione e di progetto urbano risulta essere la mancanza di dati e mappe riguardanti i reali valori territoriali e culturali dei contesti di riferimento. Solo negli ultimi anni, la diffusione e disponibilità delle più recenti tecnologie digitali ha contribuito a innescare processi di graduale disvelamento della reale consistenza della città africana e dei suoi modelli culturali, aprendo nuove strade di ricerca. A partire da questo, è decisivo elaborare metodologie per costruire mappature appropriate ed efficaci, mossi dall'urgenza di sottolineare le qualità esistenti dei contesti analizzati, in opposizione a un atteggiamento diffuso che porta a considerare i paesi in via di sviluppo come una tabula rasa. Con questo scopo, la complessità del fenomeno di urbanizzazione dell'Africa orientale è stato studiato dall'interno, - sperimentando sul campo le dinamiche di cooperazione internazionale allo sviluppo - per comprendere il possibile ruolo di architetti e pianificatori nel tradurre aspettative globali e valori locali in strumenti di progettazione consapevoli. Attraverso diverse esperienze progettuali sul campo, coinvolgendo diversi attori e con risultati diversi, la ricerca ha abbracciato l'intento di contribuire alla definizione di più opportuni strumenti di lettura urbana e territoriale e di suggerire metodi alternativi per renderli più efficaci nel visualizzare, studiare, progettare, implementare e monitorare uno sviluppo urbano sostenibile concentrandosi sulla struttura spaziale robusta dei sistemi metropolitani. L’attività di mappatura diventa quindi una operazione strategica indispensabile per abbinare valori locali, obiettivi globali e decisioni morfologiche sullo spazio fisico della città: le mappe sono dunque intese come un processo progettuale in sé. Il concetto di framework of civic robustness, inteso come possibile piano strutturale del bene pubblico, viene proposto come strumento articolato di mappatura analitica e strategica, una piattaforma inter-scalare di negoziazione e co-produzione della struttura pubblica, collettiva e comune della città che direziona e sostiene la crescita urbana, fondendo approcci top-down e bottom-up e stimolando l'interazione di diversi attori della società civile. Linee guida, scenari e un toolkit di implementazione completano la definizione dello strumento. Una versione digitale interattiva che moltiplica il suo potenziale inclusivo è presentata come possibile ulteriore direzione di sviluppo. La dissertazione si chiude con alcuni possibili percorsi di approfondimento della ricerca suggeriti dai risultati. Per quanto riguarda il ruolo delle discipline spaziali nel fare la differenza in questi contesti emerge una accezione ampliata del progetto urbano, che unisce processi di metropolitanizzazione a processi di partecipazione e interazione critica, con una crescente rilevanza dell'architettura metropolitana come dispositivo spaziale inter-scalare. Discutendo sull'implementabilità di questi progetti, dovrebbero essere studiati processi alternativi di finanziamento, governance e sviluppo nella direzione di modelli inclusivi di coproduzione negoziata. Inoltre, la capacità istituzionale è una condizione determinante per sostenerli e renderli efficaci. I programmi di formazione in questo senso sono estremamente importanti e richiedono l’elaborazione di opportuni strumenti innovativi.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/137163