The aim of this research is to examine the relationship between architecture and industrial design in Gio Ponto, Marco Zanuso, Ettore Sottsass jr. and Alessandro Mendini, who share the degree at the Politecnico di Milano (master and/or honorem). The way they have theorized the ‘project culture’ in a radically innovative way, creating a dialogue between the various disciplines, makes the reinterpretation of their work particularly interesting at a time when the combination of design disciplines is increasingly practiced. The authors’ analysis does not arise as a complete monograph of all the works performed, but through cross-analysis of the most important architectural artifacts and designees it seeks to highlight the common conception of the basis of the operation in the various disciplines. In Ponti we will talk about languages that migrate from architecture to design and vice versa, so works will be presented in a succession that will have the language as a conducting thread. For Zanuso, the methodology causes his work to be presented through the families of objects that compose it. A particular case is Sottsass whose expressive path is so intimately linked to biographical events that make it impossible to break down biography works in the analysis. Finally, Mendini will see decoration as a conjunction ring, which is why the works will be dealt with as a kind of free collage in which several works are overlaid on different scales under the aegis of decoration. The analysis takes into account ‘extraordinary’ cases which are the architects faced, so processes and methodologies observed can not be defined as a universally applicable norm. However, the lack of fragmentation between the disciplines that contribute to the project provides new ideas for reflection and cultural tools for the contemporary design, as well as the work done at the Politecnico di Milano as lecturers, is an opportunity to think on possible future educational arrangements.

Obiettivo di questa ricerca è esaminare i rapporti tra l’architettura e il disegno industriale di Giò Ponti, Marco Zanuso, Ettore Sottsass jr. e Alessandro Mendini, accomunati dalla laurea al Politecnico di Milano (magistrale e/o ad honorem). Il modo in cui hanno teorizzato la ‘cultura del progetto’ in maniera radicalmente innovativa, creando un dialogo tra i diversi ambiti disciplinari, rende la rilettura della loro opera particolarmente interessante in un momento storico in cui la commistione tra discipline progettuali è sempre più praticata. Lo studio degli autori non si pone come monografia esaustiva di tutte le opere realizzate, ma attraverso l’analisi incrociata di manufatti architettonici e di disegno industriale più rilevanti cerca di evidenziare la concezione comune alla base dell’operatività nelle diverse discipline. In Ponti si parlerà di linguaggi che migrano dall’architettura al design e viceversa, pertanto le opere saranno presentate in una successione che avrà il linguaggio come filo conduttore. Per Zanuso, la metodologia fa sì che il suo lavoro venga presentato attraverso le famiglie di oggetti che lo compongono. Un caso particolare è Sottsass il cui percorso espressivo è così intimamente legato agli eventi biografici da rendere impossibile nell’analisi scindere opere da biografia. Infine Mendini vedrà come anello di congiunzione la decorazione, motivo per cui le opere verranno affrontate come una sorta di collage libero in cui si sovrappongono diverse opere in diverse scale sotto l’egida della decorazione. L’analisi prende in considerazione casi ‘straordinari’ quali sono gli architetti affrontati, pertanto processi e metodologie osservate non possono essere definite come una norma universalmente applicabile. Tuttavia l’assenza di frammentazione tra le discipline che concorrono al progetto fornisce nuovi spunti di riflessione e strumenti culturali per il progetto contemporaneo, come anche il lavoro svolto al Politecnico di Milano in qualità di docenti, è occasione per riflettere su possibili assetti didattici futuri.

Architetto-designer. Ponti, Zanuso, Sottsass, Mendini

LAMONTANARA, MICHELE
2016/2017

Abstract

The aim of this research is to examine the relationship between architecture and industrial design in Gio Ponto, Marco Zanuso, Ettore Sottsass jr. and Alessandro Mendini, who share the degree at the Politecnico di Milano (master and/or honorem). The way they have theorized the ‘project culture’ in a radically innovative way, creating a dialogue between the various disciplines, makes the reinterpretation of their work particularly interesting at a time when the combination of design disciplines is increasingly practiced. The authors’ analysis does not arise as a complete monograph of all the works performed, but through cross-analysis of the most important architectural artifacts and designees it seeks to highlight the common conception of the basis of the operation in the various disciplines. In Ponti we will talk about languages that migrate from architecture to design and vice versa, so works will be presented in a succession that will have the language as a conducting thread. For Zanuso, the methodology causes his work to be presented through the families of objects that compose it. A particular case is Sottsass whose expressive path is so intimately linked to biographical events that make it impossible to break down biography works in the analysis. Finally, Mendini will see decoration as a conjunction ring, which is why the works will be dealt with as a kind of free collage in which several works are overlaid on different scales under the aegis of decoration. The analysis takes into account ‘extraordinary’ cases which are the architects faced, so processes and methodologies observed can not be defined as a universally applicable norm. However, the lack of fragmentation between the disciplines that contribute to the project provides new ideas for reflection and cultural tools for the contemporary design, as well as the work done at the Politecnico di Milano as lecturers, is an opportunity to think on possible future educational arrangements.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
20-dic-2017
2016/2017
Obiettivo di questa ricerca è esaminare i rapporti tra l’architettura e il disegno industriale di Giò Ponti, Marco Zanuso, Ettore Sottsass jr. e Alessandro Mendini, accomunati dalla laurea al Politecnico di Milano (magistrale e/o ad honorem). Il modo in cui hanno teorizzato la ‘cultura del progetto’ in maniera radicalmente innovativa, creando un dialogo tra i diversi ambiti disciplinari, rende la rilettura della loro opera particolarmente interessante in un momento storico in cui la commistione tra discipline progettuali è sempre più praticata. Lo studio degli autori non si pone come monografia esaustiva di tutte le opere realizzate, ma attraverso l’analisi incrociata di manufatti architettonici e di disegno industriale più rilevanti cerca di evidenziare la concezione comune alla base dell’operatività nelle diverse discipline. In Ponti si parlerà di linguaggi che migrano dall’architettura al design e viceversa, pertanto le opere saranno presentate in una successione che avrà il linguaggio come filo conduttore. Per Zanuso, la metodologia fa sì che il suo lavoro venga presentato attraverso le famiglie di oggetti che lo compongono. Un caso particolare è Sottsass il cui percorso espressivo è così intimamente legato agli eventi biografici da rendere impossibile nell’analisi scindere opere da biografia. Infine Mendini vedrà come anello di congiunzione la decorazione, motivo per cui le opere verranno affrontate come una sorta di collage libero in cui si sovrappongono diverse opere in diverse scale sotto l’egida della decorazione. L’analisi prende in considerazione casi ‘straordinari’ quali sono gli architetti affrontati, pertanto processi e metodologie osservate non possono essere definite come una norma universalmente applicabile. Tuttavia l’assenza di frammentazione tra le discipline che concorrono al progetto fornisce nuovi spunti di riflessione e strumenti culturali per il progetto contemporaneo, come anche il lavoro svolto al Politecnico di Milano in qualità di docenti, è occasione per riflettere su possibili assetti didattici futuri.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/137385