Wunder reality. Il racconto degli oggetti in un mondo connesso

The objects, of which we surround ourselves, tell much more than what we see. They are a way to leave a trace of us, a sort of common thread that connects us and the world. The logic with which they are collected,cataloged, arranged, preserved is not unique but is closely connected with the personality of the individual. This consideration of objects and materials has very distant roots, which finds in the Renaissance Wunderkammer the best expression of the phenomenon of collecting. Wunderkammer is a German term translatable into Italian with “rooms of wonders” and it refers to that phenomenon that, from the sixteenth to the eighteenth century, brought eminent figure of the dominant class to dedicate entire rooms of their palaces to this form of collecting, of which today there are mostly written testimonies and some artifacts preserved in some museum or in private collections. But Wunderkammer is also the title of the book on which this work is based. The two authors, Tod Williams and Billie Tsien have created a modern Wunderkammer exposing 34 boxes containing objects, structures, many artists drawings. The book tells its genesis and implementation. But can a simple book relive the experience proposed by Williams and Tsien? Static images and written texts are certainly too limited. Hence the expectation of modern digital technologies, in particular Augmented Reality, to create a catalog, based on the information given by Williams and Tsien, which allows the user to relive the experience of the exhibition, immersing himself in the world of the artist thanks to visual insights but also sound. The idea is a kind of time machine that allows you to travel inside the museum installation, to discover the background and to lay bare the person behind the object, right through its objects: as a kind of Wunderkammer for smartphones.

Gli oggetti di cui ci circondiamo raccontano molto più di quello che si vede. Sono un modo per lasciare una traccia di noi, una sorta di fil rouge che collega noi e il Mondo. La logica con cui vengono raccolti, collezionati, catalogati, disposti, conservati non è unica ma è strettamente connessa con la personalità del singolo individuo. Questa esigenza di circondarsi di oggetti e materia ha radici molto lontane, che trovano nelle Wunderkammer rinascimentali la migliore espressione del fenomeno del collezionismo. Wunderkammer è un termine tedesco traducibile in italiano con camere delle meraviglie e fa riferimento a quel fenomeno che, dal XVI al XVIII secolo, portò figure eminenti della classe dominante a circondarsi di oggetti di varia natura arrivando a dedicare intere stanze dei propri palazzi a questa forma di collezionismo, di cui oggi restano per lo più testimonianze scritte e qualche reperto conservato in qualche museo o all’interno di collezioni private. Ma Wunderkammer è anche il titolo del libro su cui si basa questo lavoro. I due autori, Tod Williams e Billie Tsien hanno creato una moderna Wunderkammer esponendo 34 scatole contenenti oggetti, strutture, disegni di altrettanti artisti. Il libro ne racconta la genesi e la messa in opera. Ma può un semplice libro far rivivere l’esperienza proposta da Williams e Tsien? Immagini statiche e testi scritti sicuramente sono troppo limitati. Nasce da qui l’esigenza di sfruttare le moderne tecnologie digitali, in particolare la Realtà Aumentata, per creare un catalogo, sulla base delle informazioni fornite da Williams e Tsien, che permetta al fruitore di rivivere l’esperienza della mostra immergendosi maggiormente nel mondo creato dall’artista grazie ad approfondimenti visivi ma anche sonori. L’idea è fornire una sorta di macchina del tempo che permetta di viaggiare all’interno dell’installazione museale, per scoprirne i retroscena e mettere a nudo la persona dietro all’artista proprio attraverso i suoi oggetti: come una specie di Wunderkammer a portata di smartphone.