Pinearex is a pinecone based material. The pinecone, in nature plays the important task of protecting the pine nuts until they are completely ripe. In nature the pinecones protect the pine nuts from atmospheric agents (the scales of the pine cone are able to open and close depending on the temperature to maintain total protection of the seed) but also to save the integrity of the pine nut, when after the complete maturation, they fall from the branches of the pines from heights that can reach even the 35 meters. To guarantee to the pine nuts these important protective functions, the pinecones must be strong, resistant, hard. These characteristics pushed me to ask myself what was the second life of this fruit, that became waste when the pine nuts have been extracted from its scales. To find an answer to this question I have undertaken numerous researches and I made an inspection at one of the biggest Italian companies producers of pine nuts in Torre del Greco in the province of Naples. The owners of the 'Pinoré' company confirmed what I had learned from my research: the waste from the production of pine nuts are sold as biomass and used as an energy source for heating. The use of biomass as an energy source for heating generate pollution. The main polluting compounds are PM2.5, PM10, carbon monoxide, dioxins and furans. Studying the world of 'DIY materials' I asked myself if might be possible to find a different application to this material. Thus began my speriamentation with the waste derived from the production of the Pine Nuts.

Pinearex è un materiale composto dagli scarti di produzione del pinolo, il seme dell’ albero più diffuso sul suolo italiano: il pinus pinea, detto per l’appunto anche ‘Italian stone pine’. Lo strobilo, volgarmente chiamato pigna, in natura svolge l’importante compito di proteggere i pinoli fino alla loro completa maturazione. In primis le pigne proteggono i pinoli dagli agenti atmosferici (le squame della pigna sono in grado di aprirsi e chiudersi a seconda della temperatura per garantire una protezione totale del seme) ma soprattutto di preservare l’integrità del pinolo, quando a seguito della completa maturazione, essi cadono dai rami dei pini da altezze che possono raggiungere anche i 35 metri. Per garantire ai pinoli queste importanti funzioni protettive, gli strobili devono essere forti, resistenti, duri. Queste caratteristiche mi hanno spinto a chiedermi quale fosse la seconda vita di questo frutto, ossia una volta estratti dalle sue squame i pinoli, gli scarti legnosi della pigna in che ambito trovassero impiego. Per trovare un risposta a questo quesito ho intrapreso numerose ricerche e ho fatto un sopralluogo presso una delle più grandi aziende italiane produttrici di pinoli a Torre del Greco in provincia di Napoli. I titolari dell’azienda ‘Pinoré’ mi hanno confermato quanto avevo appreso dalle mie ricerche: gli scarti della produzione del pinolo vengono venduti ad aziende terze come biomassa, impiegata come fonte energetica per riscaldamenti (a pellet). L' utilizzo della biomassa come fonte energetica per riscaldamenti genera inquinamento. I principali composti inquinanti sono il PM2.5, il PM10, il monossido di carbonio, le diossine e i furani. Basti pensare che l'inquinamento domestico (dovuto ai sistemi di riscaldamento) è passato da 30 migliaia di tonnellate (1990) a più di 60 migliaia di tonnellata (2012) L'inquinamento domestico è dovuto quasi integralmente al consumo di biomasse dato che la combustione di gas è una combustione estremamente efficiente che praticamente non genera PM 2.5. Studiando il mondo dei ‘Do it yourself materials’ mi sono chiesto se si potesse trovare un’ applicazione differente a questo materiale. Così è iniziata la mia speriamentazione con gli scarti della produzione del pinolo.

Pinearex

PANICO, SALVATORE DARIO
2016/2017

Abstract

Pinearex is a pinecone based material. The pinecone, in nature plays the important task of protecting the pine nuts until they are completely ripe. In nature the pinecones protect the pine nuts from atmospheric agents (the scales of the pine cone are able to open and close depending on the temperature to maintain total protection of the seed) but also to save the integrity of the pine nut, when after the complete maturation, they fall from the branches of the pines from heights that can reach even the 35 meters. To guarantee to the pine nuts these important protective functions, the pinecones must be strong, resistant, hard. These characteristics pushed me to ask myself what was the second life of this fruit, that became waste when the pine nuts have been extracted from its scales. To find an answer to this question I have undertaken numerous researches and I made an inspection at one of the biggest Italian companies producers of pine nuts in Torre del Greco in the province of Naples. The owners of the 'Pinoré' company confirmed what I had learned from my research: the waste from the production of pine nuts are sold as biomass and used as an energy source for heating. The use of biomass as an energy source for heating generate pollution. The main polluting compounds are PM2.5, PM10, carbon monoxide, dioxins and furans. Studying the world of 'DIY materials' I asked myself if might be possible to find a different application to this material. Thus began my speriamentation with the waste derived from the production of the Pine Nuts.
AYALA, CAMILO
MARANO, CLAUDIA
ARC III - Scuola del Design
21-dic-2017
2016/2017
Pinearex è un materiale composto dagli scarti di produzione del pinolo, il seme dell’ albero più diffuso sul suolo italiano: il pinus pinea, detto per l’appunto anche ‘Italian stone pine’. Lo strobilo, volgarmente chiamato pigna, in natura svolge l’importante compito di proteggere i pinoli fino alla loro completa maturazione. In primis le pigne proteggono i pinoli dagli agenti atmosferici (le squame della pigna sono in grado di aprirsi e chiudersi a seconda della temperatura per garantire una protezione totale del seme) ma soprattutto di preservare l’integrità del pinolo, quando a seguito della completa maturazione, essi cadono dai rami dei pini da altezze che possono raggiungere anche i 35 metri. Per garantire ai pinoli queste importanti funzioni protettive, gli strobili devono essere forti, resistenti, duri. Queste caratteristiche mi hanno spinto a chiedermi quale fosse la seconda vita di questo frutto, ossia una volta estratti dalle sue squame i pinoli, gli scarti legnosi della pigna in che ambito trovassero impiego. Per trovare un risposta a questo quesito ho intrapreso numerose ricerche e ho fatto un sopralluogo presso una delle più grandi aziende italiane produttrici di pinoli a Torre del Greco in provincia di Napoli. I titolari dell’azienda ‘Pinoré’ mi hanno confermato quanto avevo appreso dalle mie ricerche: gli scarti della produzione del pinolo vengono venduti ad aziende terze come biomassa, impiegata come fonte energetica per riscaldamenti (a pellet). L' utilizzo della biomassa come fonte energetica per riscaldamenti genera inquinamento. I principali composti inquinanti sono il PM2.5, il PM10, il monossido di carbonio, le diossine e i furani. Basti pensare che l'inquinamento domestico (dovuto ai sistemi di riscaldamento) è passato da 30 migliaia di tonnellate (1990) a più di 60 migliaia di tonnellata (2012) L'inquinamento domestico è dovuto quasi integralmente al consumo di biomasse dato che la combustione di gas è una combustione estremamente efficiente che praticamente non genera PM 2.5. Studiando il mondo dei ‘Do it yourself materials’ mi sono chiesto se si potesse trovare un’ applicazione differente a questo materiale. Così è iniziata la mia speriamentazione con gli scarti della produzione del pinolo.
Tesi di laurea Magistrale
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Descrizione: TESI MAGISTRALE dariopanico PINEAREX
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/138385