The link between architecture and philosophy is not a new topic, from Vitruvio until recent experience with Bernard Tschumi and Jacques Derrida architecture has always found in Philosophy a faithful partner, ready to accompany if not support the architectural project at its more theoretical phase. This text will try to connect the thesis project, Commons: living, collective space and productive city, to the very theoretical discourse from which it departed, in a Theory to Practice aptitude.The topics derived from his writings which I intend to discuss in this text as a base for the project are: -Ecology, as declination of Economy -Ideology2, as declination of Politics -Neighborhood as declination, passing through the Lacanian psychoanalysis, of the socialAs long as I decided to refer to authors in contrast with each other over some positions during the theoretical phase (First Premise), I chose to adopt a dual approach even during the architectural trasposition during the Second Premise, looking for references within the history of architecture which have different approach if not opposed, on the one hand experimental and flexible, on the other hand more solid and traditional.In the second premise, so, I intend to explain different architectural influences such as Heinrich Tessenow, as the pre-modern approach, as an example of uniqueness, and, for instance, Herman Hertzberger, as an exponent of a very specific and reasonable experimental approach usefull to link the project to the concept of commons and flexibility. The project aspires to be a logical conclusion after the first premise and the second premise, the text will be replaced at its conclusion by the drawings and the movement from theory to practice will end.

Il progetto I Beni Comuni: l’Abitare, Gli Spazi Collettivi e la Città Produttiva si presenta come la conclusione ad una coppia di premesse di stampo teorico/filosofico poste all’interno di una cornice logica di stampo critico e trattate all’interno del testo che segue. Il discorso si evolve da una prima analisi critica di alcuni testi e pensieri, principalmente intorno al filosofo sloveno contemporaneo Slavoj Žižek e al maestro Jacques Lacan, verso un approccio più archiettonico, elemento di giunzione con la pratica del progetto. La prima premessa è così articolata in tre parti, trattanti il tema dell’ecologia come oppio delle masse, dell’architettura come sintomo dell’ideologia e del vicinato come cura e causa di alcuni problemi sociali contemporanei. Questi frammenti contribuiranno a formare un primo quadro dettagliato composto sia dal target abitativo finale, la cosiddetta fascia grigia, scelto in correlazione ad una rinnovata fiducia nelle pratiche di welfare state, sia dal carattere spontaneo e flessibile del modello abitativo e si chiuderà con un accenno alle gerarchie spaziali possibili nel contesto dell’Housing sociale. La seconda premessa è basata su una ricerca architettonica conseguente ma non vincolata alla prima premessa; in un contesto post-moderno (sia in termini architettonici che filosofici) la chiarezza spaziale e la semplicità costruttiva di riferimenti come Heinrich Tessenow e Jan Gehl ben si compensano con la complessità teorica derivata dalla prima premessa, e, da immagini come il nido e a concetti come Trama e Ordito, deriva infine un progetto pratico di Co-Housing sperimentale in un quartiere milanese dal carattere produttivo. Il progetto si pone come un modello replicabile, a questo scopo l’impianto è progettato in modo da essere contemporaneamente stabile abbastanza da poter supportare significati e identità diverse, e sufficentemente flessibile da dialogare con il contesto. L’obiettivo finale è, prima di tutto, costruire lo spazio per la comunità.

Commons. Living, collective space and productive city

OBERTI, DIEGO
2016/2017

Abstract

The link between architecture and philosophy is not a new topic, from Vitruvio until recent experience with Bernard Tschumi and Jacques Derrida architecture has always found in Philosophy a faithful partner, ready to accompany if not support the architectural project at its more theoretical phase. This text will try to connect the thesis project, Commons: living, collective space and productive city, to the very theoretical discourse from which it departed, in a Theory to Practice aptitude.The topics derived from his writings which I intend to discuss in this text as a base for the project are: -Ecology, as declination of Economy -Ideology2, as declination of Politics -Neighborhood as declination, passing through the Lacanian psychoanalysis, of the socialAs long as I decided to refer to authors in contrast with each other over some positions during the theoretical phase (First Premise), I chose to adopt a dual approach even during the architectural trasposition during the Second Premise, looking for references within the history of architecture which have different approach if not opposed, on the one hand experimental and flexible, on the other hand more solid and traditional.In the second premise, so, I intend to explain different architectural influences such as Heinrich Tessenow, as the pre-modern approach, as an example of uniqueness, and, for instance, Herman Hertzberger, as an exponent of a very specific and reasonable experimental approach usefull to link the project to the concept of commons and flexibility. The project aspires to be a logical conclusion after the first premise and the second premise, the text will be replaced at its conclusion by the drawings and the movement from theory to practice will end.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
20-dic-2017
2016/2017
Il progetto I Beni Comuni: l’Abitare, Gli Spazi Collettivi e la Città Produttiva si presenta come la conclusione ad una coppia di premesse di stampo teorico/filosofico poste all’interno di una cornice logica di stampo critico e trattate all’interno del testo che segue. Il discorso si evolve da una prima analisi critica di alcuni testi e pensieri, principalmente intorno al filosofo sloveno contemporaneo Slavoj Žižek e al maestro Jacques Lacan, verso un approccio più archiettonico, elemento di giunzione con la pratica del progetto. La prima premessa è così articolata in tre parti, trattanti il tema dell’ecologia come oppio delle masse, dell’architettura come sintomo dell’ideologia e del vicinato come cura e causa di alcuni problemi sociali contemporanei. Questi frammenti contribuiranno a formare un primo quadro dettagliato composto sia dal target abitativo finale, la cosiddetta fascia grigia, scelto in correlazione ad una rinnovata fiducia nelle pratiche di welfare state, sia dal carattere spontaneo e flessibile del modello abitativo e si chiuderà con un accenno alle gerarchie spaziali possibili nel contesto dell’Housing sociale. La seconda premessa è basata su una ricerca architettonica conseguente ma non vincolata alla prima premessa; in un contesto post-moderno (sia in termini architettonici che filosofici) la chiarezza spaziale e la semplicità costruttiva di riferimenti come Heinrich Tessenow e Jan Gehl ben si compensano con la complessità teorica derivata dalla prima premessa, e, da immagini come il nido e a concetti come Trama e Ordito, deriva infine un progetto pratico di Co-Housing sperimentale in un quartiere milanese dal carattere produttivo. Il progetto si pone come un modello replicabile, a questo scopo l’impianto è progettato in modo da essere contemporaneamente stabile abbastanza da poter supportare significati e identità diverse, e sufficentemente flessibile da dialogare con il contesto. L’obiettivo finale è, prima di tutto, costruire lo spazio per la comunità.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/138579