Achieving Supply Chain Resilience against disruptive events: a multi-stage analysis

Supply Chain Resilience has become a focal point of interest in the last years due to an increased exposition of companies to disruptions. Such exposition derives from recent trends such as globalisation and market instability. Indeed, companies are looking for the "best in class" suppliers all over the world, creating complex and intertwined supply chains with heterogeneous actors involved. As a result, supply chains have become more vulnerable than ever. This research aims to investigate how resilience is pursued within the supply chain by analysing the relationships between upstream and downstream partners of the chain. The novelty of the thesis is to study three supply chain stages (focal companies, first and second tier suppliers) in the Italian Biomedical context. Specifically, the research objectives are: 1) to understand how resilience is perceived by academics and practitioners; 2) to empirically investigate the link between disruptions and company performance; 3) to empirically test the mitigating effect of resilience capabilities on disruptions outcomes; 4) to understand how supply chain stages achieve resilience considering the type of practices implemented in three specific stages of the chain and finally, 5) to comprehend whether the deployment of resilient strategies depends on the resilience approach developed in others supply chain stages. This doctoral thesis is developed through five empirical studies which are introduced by a cover essay. Overall the research is structured according to three distinct stages: exploratory, theory testing and theory building. Besides, the research is grounded in a mix of qualitative and quantitative methods. Thus, according to the primary objective of the specific research paper, the method that better suited the goal was deployed for carrying out the research. First, the exploratory phase is based on a literature review coupled with a Delphi study aimed to gather experts' opinions on supply chain resilience from both academia and business (Paper 1). Second, the theory testing phase is grounded on quantitative analyses of an international sample of companies within the assembly industry for testing both the negative outcomes of disruption on performance and the counteracting effect of resilience capabilities on disruption (Paper 2 and Paper 3). Last, the theory building based on a multi-stage analysis (e.g. focal companies, first tier and second tier suppliers) of different supply chains in the Italian Biomedical industry (Paper 4 and Paper 5). Findings suggest how companies tend to approach resilience differently according to the supply chain stage to which they belong. On the other hand, the resilient approach depends on how companies interact with upstream and downstream partners due to the interdependences existing across supply chains.

Negli ultimi anni il concetto di resilienza della catena di approvvigionamento ha acquisito una forte rilevanza strategica a causa della maggiore esposizione delle filiere ad eventi catastrofici. Tale esposizione deriva da trend come la globalizzazione o l'instabilità dei mercati. Infatti, le aziende sono sempre più alla ricerca di fornitori "best in class" in tutto il mondo, con la conseguente creazione di filiere complesse e intrecciate, e la presenza di attori eterogenei. Tutto ciò ha reso le catene di approvvigionamento più vulnerabili che mai. Questa ricerca ha lo scopo di studiare come si persegue la resilienza all' interno della catena di approvvigionamento analizzando le relazioni tra i partner, a monte e a valle, della filiera. Il lato innovativo della ricerca è quella di studiare tre fasi distinte della filiera (imprese focali, fornitori di primo e secondo livello) nel contesto biomedico italiano. In particolare, gli obiettivi della ricerca sono i seguenti: 1) capire come gli accademici e i manager percepiscono la resilienza; 2) indagare empiricamente il legame tra disruptions e prestazioni aziendali; 3) testare empiricamente l' effetto di mitigazione delle pratiche resilienti sulle disruptions; 4) capire come i diversi livelli della catena di approvvigionamento raggiungono la resilienza considerando il tipo di pratiche implementate e, infine, 5) capire se l' implementazione di strategie resilienti dipende dall'approccio resiliente sviluppato in altre fasi della catena di approvvigionamento. Questa tesi di dottorato è sviluppata attraverso cinque articoli scientifici e da un capitolo introduttivo. Nel complesso la ricerca è strutturata secondo tre fasi distinte: esplorativa, theory testing e theory building attraverso l'utilizzo di metodi qualitativi e quantitativi. In primo luogo, la fase esplorativa si basa sull'analisi della letteratura, abbinata a uno studio Delphi volto a raccogliere le opinioni degli esperti sul concetto di resilienza nelle filiere, sia nel mondo accademico che nelle imprese (Articolo 1). In secondo luogo, la fase di theory testing si basa su analisi quantitative di un campione internazionale di aziende, per testare sia gli esiti negativi delle disruptions sulle prestazioni aziendali che l'effetto di mitigazione della resilienza sulle disruptions (Articolo 2 e Articolo 3). Infine, il theory building è basato su un'analisi multi livello (aziende focali, fornitori di primo e secondo livello) di diverse filiere dell'industria biomedica italiana (Articolo 4 e Articolo 5). I risultati suggeriscono come le aziende tendano ad approcciare la resilienza in modo diverso a seconda della fase della filiera a cui appartengono. D'altro canto, l'approccio resiliente dipende dal modo in cui le imprese interagiscono con i partner, a monte e a valle, a causa delle interdipendenze esistenti tra le catene di fornitura.