Behind the wall : architectural development of Diavata refugee camp in Greece

The issue of refugees has been the main focus of politics and media for the past few years, which made it a problematic subject that needs to be discussed, and dealt with by both migrating and hosting societies. The thesis was based on finding a relevant problem to be solved by architecture, so the search started by looking at the big picture of refugee movements around the world, then it was focused on Easter Europe which happened to have rich history related to migration and displacement of people, especially in Thessaloniki where migration had been a repetitive event over the centuries. A study has been carried out about the existing refugee camps in Thessaloniki regarding demography, regulations and other aspects. Eventually Diavata camp was chosen to be architecturally developed based on many features such as the fact that it was the biggest camp of its kind in Greece at a certain time, being a successful settlement compared to others in the region, and most importantly, its story of origin. After collecting all the data many questions were left unanswered due to the lack of related experimental studies, so a journey was taken by the author to fill in the missing parts of the image about the life of refugees and their integration in Greece (the starting country of the refugee routes) and Germany (The destination country. This trip across the Balkan region also had a great impact on understanding the urban context of the main hubs where migrants pass. The project was finally designed based on personal critical observations and refugees’ catastrophic experiences highlighted in an abstract way through architecture.

Negli ultmi anni, la questione dei rifugiati è stata uno degli argomenti principali al livello politico e dei mass media, che ne hanno fatto un soggetto e tema problematico discusso ed affrontato da entrambi le società: di immigrazione e di accoglieza. La tesi si concentra su come poter applicare l'architettura nel risolvere le problematiche salienti relativamente causati da questi flussi migratori. L'idagine è iniziata analizzando il quadro generale di questi movimenti in tutto il mondo, per poi concentrarsi sull'Europa dell'est che ha avuto una ricca storia legata a questo soggetto, soprattutto a Salonicco, dove la migrazione è stata un evento ripetitivo nel corso dei secoli. Uno studio sulla struttura demografica è stato condotto sugli attuali campi profughi di Salonicco insieme ad altri aspetti tra cui quelli regolamentari. In fine, è stato scelto il campo di Diavana per effettuare lo sviluppo architettonico basandosi su molte caratteristiche dove è stato il campo profughi più grande del suo genere in Grecia, un campo molto riuscito rispetto agli altri della regione e, sopratutto, la sua storia di origine. Una volta raccolti tutti i dati rilevanti, Molte domande rimasera senza rispota a causa della mancanza di studi sperimentali sull'argomento. Questo, spinse ad intraprendere un viaggio per poter colmare queste lacune e comporre un immagine chiara ed esaustiva sulla vita dei rifiugiati e la loro integrazione in Grecia, considenrandolo il paese di partenza degli rigiufati, e Germania come destinazione. Questo viaggio nella regione balcanica ha avuto un grande impatto sulla comprensione del contesto urbano dei principali snodi in cui passano i migranti. Infine, il progetto è stato sviluppato sulla base delle osservazioni personali e delle esperienze catastrofiche vissute dai rifugiati in modo astratto attraverso l'architettura