this work comes out from our interest for the local territory, especially for those abandoned areas that represented the core of the industrial production of the last century and now are more a weight than a resource for the local community. At the base of the reactivation of these places there is the need to recreate, at the local level, the ancient connections that held together the relationship between the industrial site and the city centers. In order for these buildings to become really useful to the communities, we must proceed with a study on the real needs of local and supra-local communities, with the aim of recreating the dynamics that regulate the city, reconstructing a part of it within the industrial archeology. Comuni(c)arte arises from the desire to create places open to the needs of the community, making the area completely accessible in order to create spaces in which the community can express itself and develop through work and art.

Questo lavoro nasce da un interesse particolare per la riscoperta del territorio locale e in particolar modo dalla volontà di cercare di riscattare quelle aree che rappresentavano il cuore pulsante dell’economia industriale lombarda e che ora giacciono abbandonate, rappresentando apparentemente per le comunità più dei pesi che delle risorse. La ricerca si basa su un tentativo di riscoperta e di rivalorizzazione del territorio attraverso la ricostruzione della memoria del luogo, riscoprendone la storia, il carattere, le funzioni e cosa rappresentava per chi lo aveva vissuto. Un insieme di elementi materiali e immateriali che compongono ciò che il manufatto comunica ancora oggi. Si può parlare quindi di un reale riconoscimento dell’importanza del documento storico, non solo come elemento estetico-formale, ma soprattutto come espressione di una volontà e di una storia territoriale sedimentata nel tempo. Negli ultimi anni si è assistito ad una progressiva presa di coscienza degli enti comunali verso il patrimonio naturale soprattutto fluviale, che un tempo rappresentava la principale ragione dello sviluppo industriale. Ci si è posti in questa direzione con l’obiettivo di rivalorizzare il paesaggio che circonda questi manufatti industriali in disuso, rendendolo più fruibile. Alla base della riattivazione di questi luoghi vi è la necessità di ricreare, a livello locale, gli antichi collegamenti che tenevano insieme il rapporto fra il sito industriale e i centri delle cittadine, in particolar modo i collegamenti di tipo dolce attraverso ambiti naturali protetti. SI è cercato inoltre di ripristinare le vie di collegamento provinciale e regionale riattivando quei percorsi che un tempo rappresentavano le vie di passaggio delle merci, e che risultavano in disuso da tempo. Il rafforzamento della mobilità dolce permette lo sviluppo di un nuovo tipo di attività legate a un turismo più sostenibile, rendendo il progetto un punto di riferimento anche a livello sovralocale. La cartiera dell’alto milanese in questo contesto assume un ruolo di rilevanza in quanto si trova nel nodo di congiunzione fra il sistema urbano della citta di fagnano e il sistema naturale rappresentato dal parco fluviale dell’olona, ciò ha permesso di ricontestualizzarla a livello di una porta di accesso del parco per la città. Affinché questi edifici ritornino ad essere realmente utili alle comunità bisogna procedere con uno studio sulle reali esigenze delle comunità locali e sovralocali, con lo scopo di ricreare le dinamiche che regolano la città, ricostruendone una parte all’interno dell’archeologia industriale. Ciò è possibile attraverso l’inserimento di attività che portano a vivere il luogo in tutte le parti della giornata, con funzioni legate all’ambito dell’abitare, del lavoro, del tempo libero. Come la città si costruisce su se stessa edificio dopo edificio e parte ai nostri occhi come un organismo unitario, allo stesso modo le fabbriche non nascono mai da un atto unico ma prendono forma poco alla volta in base alle esigenze richieste dal ciclo produttivo. Uno studio attento di questi manufatti permette di ricostruire questo filo apparentemente perduto, in modo da attuare una selezione che permetta si di riconvertire gli spazi per le esigenze attuali ma che soprattutto non interrompa il racconto del luogo. Comuni(c)arte nasce dalla volontà di creare dei luoghi aperti alle esigenze della comunità, rendendo l’area completamente accessibile in modo da creare spazi in cui la comunità possa esprimersi e svilupparsi attraverso il lavoro e l’arte

Comuni(c)arte Valle Olona. Progetto di riconversione di un'area industriale dismessa in parte di città : il caso dell'ex cartiera Alto Milanese di Fagnano Olona

MACCHI, VALENTINA;TORRACO, DANILO
2016/2017

Abstract

this work comes out from our interest for the local territory, especially for those abandoned areas that represented the core of the industrial production of the last century and now are more a weight than a resource for the local community. At the base of the reactivation of these places there is the need to recreate, at the local level, the ancient connections that held together the relationship between the industrial site and the city centers. In order for these buildings to become really useful to the communities, we must proceed with a study on the real needs of local and supra-local communities, with the aim of recreating the dynamics that regulate the city, reconstructing a part of it within the industrial archeology. Comuni(c)arte arises from the desire to create places open to the needs of the community, making the area completely accessible in order to create spaces in which the community can express itself and develop through work and art.
CARLESSO, PAOLO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
20-apr-2018
2016/2017
Questo lavoro nasce da un interesse particolare per la riscoperta del territorio locale e in particolar modo dalla volontà di cercare di riscattare quelle aree che rappresentavano il cuore pulsante dell’economia industriale lombarda e che ora giacciono abbandonate, rappresentando apparentemente per le comunità più dei pesi che delle risorse. La ricerca si basa su un tentativo di riscoperta e di rivalorizzazione del territorio attraverso la ricostruzione della memoria del luogo, riscoprendone la storia, il carattere, le funzioni e cosa rappresentava per chi lo aveva vissuto. Un insieme di elementi materiali e immateriali che compongono ciò che il manufatto comunica ancora oggi. Si può parlare quindi di un reale riconoscimento dell’importanza del documento storico, non solo come elemento estetico-formale, ma soprattutto come espressione di una volontà e di una storia territoriale sedimentata nel tempo. Negli ultimi anni si è assistito ad una progressiva presa di coscienza degli enti comunali verso il patrimonio naturale soprattutto fluviale, che un tempo rappresentava la principale ragione dello sviluppo industriale. Ci si è posti in questa direzione con l’obiettivo di rivalorizzare il paesaggio che circonda questi manufatti industriali in disuso, rendendolo più fruibile. Alla base della riattivazione di questi luoghi vi è la necessità di ricreare, a livello locale, gli antichi collegamenti che tenevano insieme il rapporto fra il sito industriale e i centri delle cittadine, in particolar modo i collegamenti di tipo dolce attraverso ambiti naturali protetti. SI è cercato inoltre di ripristinare le vie di collegamento provinciale e regionale riattivando quei percorsi che un tempo rappresentavano le vie di passaggio delle merci, e che risultavano in disuso da tempo. Il rafforzamento della mobilità dolce permette lo sviluppo di un nuovo tipo di attività legate a un turismo più sostenibile, rendendo il progetto un punto di riferimento anche a livello sovralocale. La cartiera dell’alto milanese in questo contesto assume un ruolo di rilevanza in quanto si trova nel nodo di congiunzione fra il sistema urbano della citta di fagnano e il sistema naturale rappresentato dal parco fluviale dell’olona, ciò ha permesso di ricontestualizzarla a livello di una porta di accesso del parco per la città. Affinché questi edifici ritornino ad essere realmente utili alle comunità bisogna procedere con uno studio sulle reali esigenze delle comunità locali e sovralocali, con lo scopo di ricreare le dinamiche che regolano la città, ricostruendone una parte all’interno dell’archeologia industriale. Ciò è possibile attraverso l’inserimento di attività che portano a vivere il luogo in tutte le parti della giornata, con funzioni legate all’ambito dell’abitare, del lavoro, del tempo libero. Come la città si costruisce su se stessa edificio dopo edificio e parte ai nostri occhi come un organismo unitario, allo stesso modo le fabbriche non nascono mai da un atto unico ma prendono forma poco alla volta in base alle esigenze richieste dal ciclo produttivo. Uno studio attento di questi manufatti permette di ricostruire questo filo apparentemente perduto, in modo da attuare una selezione che permetta si di riconvertire gli spazi per le esigenze attuali ma che soprattutto non interrompa il racconto del luogo. Comuni(c)arte nasce dalla volontà di creare dei luoghi aperti alle esigenze della comunità, rendendo l’area completamente accessibile in modo da creare spazi in cui la comunità possa esprimersi e svilupparsi attraverso il lavoro e l’arte
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/140513