La rivitalizzazione dei centri minori italiani : una mappa evolutiva del fenomeno

This thesis has the objective of defining a mapping of the practices used for the reactivation of Italian minor centers. Starting from a general reading of the phenomena of decadence and abandonment, the paper reaches a detailed analysis of some individual cases, asking first of all on the motivations that have triggered the processes of marginalization, then arriving to examine in detail the specific practices reactivation. The thesis does not claim to select the best or worst experiences, but to summarize them. The study cases collected are 36, from the beginning of the 900 up to today. For each of them an information sheet has been drawn up, with the aim of setting the basis for the future development of an atlas. In drafting the present work it was necessary to understand the modalities of collaboration or non-collaboration between the various actors, but also the assumptions and consequences of different ways of acting towards the same objective. What are the indicators that determine the success of an urban reactivation? The increase in the resident population, a new focus on the recovery of the built, the territory, local traditions? Or is it always necessary to insert into the context a new factor, a catalyst capable of increasing the potential of the place? In this context, it was then necessary to question the role of institutions, financiers, inhabitants, large and small landowners, those in favor and those who oppose change. It was finally considered that it was essential not to stop at the intervention itself, but to verify what implications it had over time. Many of the interventions reported here have changed in the course of their history, positively or negatively, some ending definitively their cycle of formation and transformation, others never beginning it.

Questa tesi si pone l’obbiettivo di definire una mappatura delle pratiche utilizzate per la riattivazione dei centri minori italiani. A partire da una lettura generale dei fenomeni di decadenza e abbandono, si giunge ad un’analisi dettagliata di alcuni singoli casi, interrogandosi dapprima sulle motivazioni che ne hanno innescato i processi di marginalizzazione, per poi arrivare ad esaminare in dettaglio le specifiche pratiche di riattivazione. La tesi non pretende di selezionare le esperienze migliori o peggiori, ma di riassumerle. I casi studio raccolti sono 36, dall’inizio del 900 fino ad oggi. Per ognuno di essi è stata redatta una scheda, con l’obiettivo di impostare le basi per lo sviluppo futuro di un atlante. Nel redigere il presente lavoro è stato necessario capire le modalità di collaborazione o non collaborazione tra i vari attori, ma anche i presupposti e le conseguenze di differenti modi di agire volti allo stesso obiettivo. Quali sono gli indicatori che determinano la riuscita di una riattivazione urbana? L’aumento della popolazione residente, una nuova attenzione al recupero del costruito, al territorio, alle tradizioni locali? Oppure è sempre necessario innestare nel contesto un nuovo fattore, un catalizzatore capace di aumentare le potenzialità del luogo? In questo quadro è stato poi necessario interrogarsi su quale sia il ruolo delle istituzioni, dei finanziatori, degli abitanti, dei grandi e piccoli proprietari, di chi è favorevole e di chi si oppone al cambiamento. Si è in fine ritenuto che fosse fondamentale non fermarsi all’intervento in sé, ma verificare che risvolti abbia avuto nel tempo. Molti degli interventi qui riportati si sono modificati nel corso della loro storia, positivamente o negativamente, alcuni terminando definitivamente il loro ciclo di formazione e trasformazione, altri non incominciandolo mai.