Back to city e polarità urbane. CityLife a Milano : scenari e linee guida per la ricucitura di un margine in trasformazione

The urban space is the product of sudden processes of transformation, that nowadays involved economy, politic and society and they define the way in which these factors lead to centralizing and de-centralizing over time some circumstances that already established and/or new polarities. The space changes and implements itself in aggregates forms, generating various configurations and the development of new assets. Such processes are not only concerned with architectural space and buildings, but also that factors involve the areas of commerce, within space generates competition, it defines new openings and/or closures and becomes the bearer of a vision that it must be the most careful in predicting the future scenarios intrinsic in a certain place. Factors that arise as a result of technological innovation, the emergence of new services, changes in consumer purchasing behavior and urban redevelopment. In particular, over the last decade, the transition from a traditional commercial system to a modern one (big-mall, open-street mall, big-box, mixed-use) has not only led to the urban trade crisis of small businesses neighborhood, but a setback inside the city such as pollution, congestion, problems related to accessibility, urban degradation, bad governance due to the pressing competition between extra-urban center and city centers. The economic recession, the development of e-commerce therefore, the growth of multi-channel shopping are factors that have further led to a general imbalance within the markets, which at the same time they have generated this complexity of forms distribution and from different location a real general rethinking of the urban space. While we could observe the evolution of big-box in a extra urban context, the urban business closures in the most central’s one, lack of adequate investments and on the other hand we could see the replacement of less competitive activities with activities related to fast-food and slow-food, to sharing places, to sociality site, to experimentation and research. Starting from the second half of the Nineties, there are the proliferation of different “back to city” movements, which recognize the activities of traditional commerce as fundamental for maintaining an urban, identity and durable character, because this combines history, city, planning, accessibility and context. How much more can we operate in this direction and what are the tools that allow us to investigate such a complex phenomenon, a new to our country, that binds trade, flows and cities? In particular, through the research of case studies, the analysis of traffic flows and events that bring change, the active policies, I proposed strategies of stitching of a margin that are link of two specific urban polarities: CityLife and the historical street of Corso Vercelli in Milan. A proposal that wants to be more flexible, balanced, innovative in a context of proximity now transformed; promoting a new path of continuity, the hybridization of projects and the expansion of the surrounding green areas. The aim will be mainly to operate on the scenarios and propose a “tools box” that leads to processes of urban renewal, integration, adaptive reuse and controlled of districts, solutions of unitary governance, where the public-private entity becomes relevant, with moments of monitoring and partnership between residents and consumers, users of a constantly evolving space.

Lo spazio urbano è il prodotto di repentini processi di trasformazione che oggigiorno coinvolgono economia, politica e società e viene a definire il modo con cui questi fattori portino a centralizzare e a de-centralizzare nel tempo realtà già consolidate e/o nuove polarità. Lo spazio si trasforma, muta e si implementa in forme aggregative sempre nuove, generando svariate configurazioni e sviluppando nuovi asset. Simili processi non interessano unicamente lo spazio architettonico e l’architettura in senso lato, ma coinvolgono anche gli ambiti del commercio, all’interno dei quali lo spazio genera concorrenza, definisce costantemente nuove aperture e/o chiusure, si fa portatore di una visione che dev’essere quanto più accorta nel prevedere gli scenari futuri intrinsechi in un determinato contesto. Fattori che nascono come conseguenza dell’innovazione tecnologica, della nascita di nuovi servizi, dei cambiamenti nel comportamento di acquisto dei consumatori e di interventi di riqualificazione urbana. In particolare nel corso dell’ultimo decennio, il passaggio da un sistema commerciale tradizionale ad uno moderno (big-mall, open street mall, big-box, mixed-use) ha comportato non soltanto la crisi del commercio urbano delle piccolie attività di vicinato, ma ricadute all’interno della città quali inquinamento, congestione, problemi legati all’accessibilità, degrado urbano, cattivo governo per la pressante competizione fra polarità extra-urbane e i centri città. La recessione economica, lo sviluppo dell’e-commerce quindi, la crescita dello shopping multicanale, sono fattori che hanno in più portato ad un generale disequilibrio all’interno dei mercati, che allo stesso tempo ha generato all’interno di questa complessità di forme distributive e localizzative ad un vero e proprio ripensamento generale dello stesso spazio urbano. Andare ad indagare, relazionando spazi interstiziali, nodi, luoghi abbandonati o mai contemplati in precedenza, risulta essere la sfida principale per riattivare e catalogare questi vuoti. Se da un lato abbiamo potuto osservare l’evoluzione di grandi contenitori commerciali in contesti extra-urbani, chiusure di esercizi urbani nei contesti più centrali, mancanza di investimenti adeguati, dall’altra parte abbiamo potuto vedere la sostituzione di attività meno competitive con attività legate al food, alla condivisione, alla socialità, alla sperimentazione, alla ricerca. A partire dalla seconda metà degli anni Novanta si assiste al proliferare di diversi movimenti di “back to city”, che riconoscono alle attività del commercio tradizionale un ruolo fondamentale per il mantenimento di un carattere urbano, identitario e duraturo, perché ciò unisce storia, città, pianificazione, accessibilità e contesto. Quanto ancora si può operare verso questa direzione e quali sono le linee guida che permettono di indagare un fenomeno così complesso, nuovo per il nostro paese, che lega commercio, flussi e città? In particolare attraverso l’esame di casi studio, l’analisi dei flussi viabilistici e di eventi portatori di cambiamenti, di politiche attive, vorrei proporre delle strategie di ricucitura di un margine che legano due polarità urbane specifiche: CityLife e l’asse storico di Corso Vercelli a Milano. Una proposta che desidera essere quanto più flessibile, in equilibrio, innovativa in un contesto di prossimità ormai trasformato, promuovendo un nuovo percorso di continuità, l’ibridazione fra progetti e il poteziamento delle aree verdi circostanti. Lo scopo sarà principalmente quello di lavorare su scenari e proporre una “cassetta degli attrezzi” che porti a processi di rigenerazione urbana, integrazione, riuso e distrettualità controllata; soluzioni di governance unitaria, dove il soggetto pubblico-privato diventa rilevante, con momenti di monitoraggio e di consenso fra residenti e consumatori, fruitori di uno spazio in continuo divenire.