Housing crisis is a global issue; however, it is more pronounced in Africa especially in Sub-Saharan Africa (SSA). The problem of housing in this region manifests in its inadequate provision, inadequate quality and unaffordability. Housing policies and initiatives have been formulated and implemented since colonial period to address housing issues, nonetheless the housing deficit in Africa stands high at 4 million housing units annually. Failure to meet the increasing housing deficit has also resulted in the creation of several slums in the region. Thus, the main objective of this research is to understand why housing policies in the region have continually failed to resolve the housing situation and to suggest workable solutions on how to address this, using Ghana as a case study. This research is based on a literature review of relevant theories and on an analysis of secondary information and data to ascertain the general path of housing policies in the country, their outcomes and effects. It is found out that in Ghana, housing policies and initiatives mostly benefit the minority, mainly those who fall within the middle to high-income group. Strategies to harness housing provision by the informal sector which provides more than 80 percent of the total housing stock is almost absent, rather and paradoxically, housing policy strategies focus on the formal sector whose output are comparatively less visible. For this reason, housing deficit remains high. Per the theory of relative deprivation, distribution of resources in terms of housing initiatives/strategies is unfair to the poor. These poor people end up putting up unauthorized structures for housing, creating slums in the country. As part of the recommendations, the state needs to go back to its active participation in housing development however this can only be possible when the state withdraws from the economic reform programmes by the World Bank and IMF whose conditions forbid the state to engage in direct housing provision.

La crisi abitativa è un problema di dimensioni globali. Tuttavia, risulta più accentuato in Africa, specialmente nell'Africa sub-sahariana (SSA). L'inadeguatezza degli alloggi in questa regione si manifesta nella sua insufficienza quantitativa, nella sua bassa qualità e nella sua inaccessibilità per motivi economici. Al fine di affrontare la questione abitativa sono state varate ed implementate politiche e iniziative sin dal periodo coloniale. Ciò nonostante, il deficit in Africa ammonta annualmente a 4 milioni di unità abitative. La mancata risposta risolutiva a tale crescente deficit ha portato anche alla creazione di diversi slum nella regione. Pertanto l'obiettivo principale del presente lavoro è discutere i motivi per cui le politiche abitative nella regione sopracitata hanno costantemente fallito nel risolvere il problema abitativo e suggerire soluzioni percorribili su come affrontarlo, utilizzando il Ghana come caso di studio. Questa ricerca ha dapprima esaminato le teorie più rilevanti, per poi analizzare il percorso storico delle politiche abitative, i loro risultati ed effetti principalmente tramite dati e informazioni secondari. Si è mostrato che in Ghana le politiche e le iniziative in materia abitativa avvantaggiano principalmente una minoranza benestante, in particolare coloro che rientrano nella fascia di reddito medio-alta. Sebbene il settore informale fornisca più dell'ottanta percento del patrimonio immobiliare, sono quasi assenti le strategie per sfruttare questa offerta abitativa. Paradossalmente le politiche governative, per lo più inefficienti ed inefficaci, si concentrano sul settore formale i cui risultati sono relativamente meno visibili. Per questo motivo, il deficit abitativo rimane alto. Secondo la teoria della deprivazione relativa, la distribuzione delle risorse in termini di alloggi e case è ingiusta verso gli individui economicamente non autosufficienti. L'effetto ultimo della crisi abitativa è la realizzazione di strutture non autorizzate che col tempo portano alla costruzione di vere e proprie baraccopoli nel paese. Tra le raccomandazioni vi è quella di una partecipazione attiva allo sviluppo abitativo da parte dello stato centrale. Tale strada non sembra percorribile fintanto che lo stato rimarrà legato ai patti di riforma economica della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, le cui condizioni vietano la fornitura diretta di alloggi da parte dello stato.

Housing policies in Ghana. A case of housing policies in sub-saharan Africa

CANN, PRISCILLA MAAME KWEIBA
2017/2018

Abstract

Housing crisis is a global issue; however, it is more pronounced in Africa especially in Sub-Saharan Africa (SSA). The problem of housing in this region manifests in its inadequate provision, inadequate quality and unaffordability. Housing policies and initiatives have been formulated and implemented since colonial period to address housing issues, nonetheless the housing deficit in Africa stands high at 4 million housing units annually. Failure to meet the increasing housing deficit has also resulted in the creation of several slums in the region. Thus, the main objective of this research is to understand why housing policies in the region have continually failed to resolve the housing situation and to suggest workable solutions on how to address this, using Ghana as a case study. This research is based on a literature review of relevant theories and on an analysis of secondary information and data to ascertain the general path of housing policies in the country, their outcomes and effects. It is found out that in Ghana, housing policies and initiatives mostly benefit the minority, mainly those who fall within the middle to high-income group. Strategies to harness housing provision by the informal sector which provides more than 80 percent of the total housing stock is almost absent, rather and paradoxically, housing policy strategies focus on the formal sector whose output are comparatively less visible. For this reason, housing deficit remains high. Per the theory of relative deprivation, distribution of resources in terms of housing initiatives/strategies is unfair to the poor. These poor people end up putting up unauthorized structures for housing, creating slums in the country. As part of the recommendations, the state needs to go back to its active participation in housing development however this can only be possible when the state withdraws from the economic reform programmes by the World Bank and IMF whose conditions forbid the state to engage in direct housing provision.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
20-apr-2018
2017/2018
La crisi abitativa è un problema di dimensioni globali. Tuttavia, risulta più accentuato in Africa, specialmente nell'Africa sub-sahariana (SSA). L'inadeguatezza degli alloggi in questa regione si manifesta nella sua insufficienza quantitativa, nella sua bassa qualità e nella sua inaccessibilità per motivi economici. Al fine di affrontare la questione abitativa sono state varate ed implementate politiche e iniziative sin dal periodo coloniale. Ciò nonostante, il deficit in Africa ammonta annualmente a 4 milioni di unità abitative. La mancata risposta risolutiva a tale crescente deficit ha portato anche alla creazione di diversi slum nella regione. Pertanto l'obiettivo principale del presente lavoro è discutere i motivi per cui le politiche abitative nella regione sopracitata hanno costantemente fallito nel risolvere il problema abitativo e suggerire soluzioni percorribili su come affrontarlo, utilizzando il Ghana come caso di studio. Questa ricerca ha dapprima esaminato le teorie più rilevanti, per poi analizzare il percorso storico delle politiche abitative, i loro risultati ed effetti principalmente tramite dati e informazioni secondari. Si è mostrato che in Ghana le politiche e le iniziative in materia abitativa avvantaggiano principalmente una minoranza benestante, in particolare coloro che rientrano nella fascia di reddito medio-alta. Sebbene il settore informale fornisca più dell'ottanta percento del patrimonio immobiliare, sono quasi assenti le strategie per sfruttare questa offerta abitativa. Paradossalmente le politiche governative, per lo più inefficienti ed inefficaci, si concentrano sul settore formale i cui risultati sono relativamente meno visibili. Per questo motivo, il deficit abitativo rimane alto. Secondo la teoria della deprivazione relativa, la distribuzione delle risorse in termini di alloggi e case è ingiusta verso gli individui economicamente non autosufficienti. L'effetto ultimo della crisi abitativa è la realizzazione di strutture non autorizzate che col tempo portano alla costruzione di vere e proprie baraccopoli nel paese. Tra le raccomandazioni vi è quella di una partecipazione attiva allo sviluppo abitativo da parte dello stato centrale. Tale strada non sembra percorribile fintanto che lo stato rimarrà legato ai patti di riforma economica della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, le cui condizioni vietano la fornitura diretta di alloggi da parte dello stato.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/140574