Walicow, fortezza della Memoria. Progetto per un museo del presente tra le rovine dell'ex-ghetto di Varsavia

Sopravvivono nell'area centrale di Varsavia alcuni edifici e frammenti del ghetto ebraico istituito dai nazisti durante l'occupazione della Polonia. Sono gli ultimi lacerti delle insurrezioni del 1943-44, testimonianze della resistenza all'annientamento, che rischiano la definitiva rimozione dalla città e dalla coscienza collettiva europea a causa delle incessanti trasformazioni urbane in atto. Questi residui della Varsavia sistematicamente distrutta dai nazisti e successivamente ricostruita altra da sé, rappresentano uno straordinario materiale documentale per la costruzione di un presente di dialogo e convivenza civile, consapevole del proprio passato; patrimonio da proteggere e rigenerare mediante un progetto architettonico e urbano responsabile. Il progetto di tesi propone il recupero e l'integrazione critica di un nucleo di tre edifici dei primi del Novecento sopravvissuti alle devastazioni, oggi parzialmente in rovina. Situati in ulica Walicow nel distretto centrale di Warszawa-Wola, i tre edifici insieme alle aree libere al contorno residuate dalle distruzioni belliche, polarizzano in maniera eloquente la dimensione della Memoria e lo spessore documentale della Storia del Ghetto di Varsavia. Lo "scavo nella memoria" condotto sulla base di ricerche effettuate negli archivi della città e mediante sopralluoghi, ha portato alla luce i fondamenti di una Varsavia perduta: la città novecentesca delle strade incise nel denso spessore del corpo urbano, dei cortili moltiplicati all'interno degli isolati d'abitazione; del muro di divisione della "città proibita"; la Varsavia sotterranea dei bunker e dei cunicoli della rivolta del 1943. La riprogettazione di questo complesso insieme di lacerti "invisibili" della vecchia Varsavia, costituito da lacerti di isolati urbani e infrastrutture è quindi finalizzata non semplicemente alla conservazione, ma alla rigenerazione di questo luogo memorabile per la realizzazione di uno spazio di esperienza e per la ricerca attraverso le arti plastiche e performative, oltre che luogo di documentazione e dibattito sulle divisioni urbane del passato e su quelle che oggi sorgono nelle città europee. Essendo il programma progettuale basato su di una sorta di scavo fisico e concettuale nelle fondazioni della città, attiva una forma di "archeologia critica" che rafforza l'identità dei luoghi della Memoria e dei loro significati profondi, proponendo una struttura museale innovativa: un "Museo del presente" attivato dall'architettura della responsabilità etica.