Villa Menafoglio Litta Panza, donated to FAI by collectors Giuseppe and Giovanna Panza di Biumo, is located on the hill of Biumo, near the historic center of Varese, in a context of typical villas of the Varese area. The villa dates back to the late seventeenth century, and had a considerable development during the ownership of the Marquis Menafoglio, who bought the "Casa da Nobile" from the Orrigoni counts in 1735. Enlarged by successive interventions by Luigi Canonica at the beginning of the nineteenth century and Piero Portaluppi in the 30s of the twentieth century, the residence assumed a new destination when the last owner, Giuseppe Panza, began to set up a collection of contemporary American art. The more than 150 works by American artists, inspired by the themes of light and color, harmoniously inserted into historic spaces, with Renaissance furnishings and precious collections of primary art, generate a perfect dialogue that reflects the intuition and sensibility of Giuseppe Panza. The museum complex, open to the public in 2000 thanks to the intervention of the FAI, has today enormous potential but also evident problems of organization of internal spaces and distribution that limit activities and hinder the visit experience . The analysis of these problems starts from the study of the current state, supplemented later by interviews, including that to the director of the villa, Anna Bernardini. The possibilities of growth of the Villa as a museum entity are many: the collector has linked the collection to the great name of the Guggenheim Foundation, creating an indissoluble relationship between the New York art museum and the Italian Environment Fund. Bringing such a strong brand to Varese, reconstituting this original belonging, would entail great appeal and great potential both for the museum complex of Villa Panza and for the Varese area. This would make Varese a place not only linked to the Guggenheim, but also linked to the 350 works from the Panza Collection that are present at the American foundation. From these premises would develop a reality of wide-ranging international exhibitions, which require services at the time the villa does not have, both as regards the reception, both for the inadequacy of size and museography, as well as for the lack of spaces to organize other activities related to the art world today. The project to reorganize the distribution layout and insert new functions and a new exhibition building (extension of the Rustici wing) is identified with the identity of the place, confirming the almost osmotic relationship between architectural spaces and the external environment that transpires in the character of the villa as well as in the works of Californian artists Robert Irwin and James Turrell.

Villa Menafoglio Litta Panza, donata al FAI dai collezionisti Giuseppe e Giovanna Panza di Biumo, si colloca sul colle di Biumo, vicino al centro storico di Varese, in un contesto di ville di delizia tipico del territorio varesino. La villa risale alla fine del Seicento, ed ebbe un notevole sviluppo durante la proprietà del marchese Menafoglio, che acquistò la “Casa da Nobile” dai conti Orrigoni nel 1735. Ampliata da successivi interventi di Luigi Canonica all’inizio dell’Ottocento e Piero Portaluppi negli anni ‘30 del Novecento, la dimora assunse una nuova destinazione quando l’ultimo proprietario, Giuseppe Panza, iniziò ad allestirvi all’interno una collezione di arte contemporanea americana tra le più conosciute al mondo. Le oltre 150 opere di artisti americani, ispirate ai temi della luce e del colore, inserite in armonia negli spazi storici, con arredi rinascimentali e preziose collezioni di arte primaria, generano un perfetto dialogo che rispecchia l’intuito e la sensibilità di Giuseppe Panza, che individuò nella luce limpida e quasi trascendente di questo luogo un principio guida per le scelte di collezionismo. Il complesso museale, aperto al pubblico nel 2000 grazie all’intervento del FAI, si presenta oggi come una realtà complessa, con enormi potenzialità ma anche evidenti problemi di organizzazione di spazi interni e di distribuzione che limitano le attività e ostacolano l’esperienza di visita. L’analisi di queste problematiche parte dallo studio dello stato attuale, integrato successivamente da interviste, tra cui quella alla direttrice della villa, Anna Bernardini. Le possibilità di crescita della Villa quale entità museale sono moltissime: il collezionista ha legato la collezione al grande nome della Fondazione Guggenheim, creando un rapporto indissolubile tra il museo d’arte newyorkese e il Fondo per l’Ambiente Italiano. Portare un brand così forte a Varese, ricostituendo questa originaria appartenenza, comporterebbe una grande attrattività e una grande potenzialità sia per il complesso museale di Villa Panza, sia per il territorio varesino. Questo permetterebbe rendere Varese un luogo non solo legato al Guggenheim, ma legato anche alle 350 opere provenienti dalla Collezione Panza che sono presenti alla fondazione americana. Da queste premesse si svilupperebbe una realtà di mostre ad ampio respiro internazionale, che necessitano di servizi di cui al momento la villa non dispone, sia per quanto riguarda l’accoglienza, sia per sia per l’inadeguatezza dimensionale e museografica, oltre che per la mancanza di spazi dove organizzare altre attività correlate al mondo dell’arte oggi. Il progetto di riorganizzazione del layout distributivo e inserimento di nuove funzioni e di una nuova ala espositiva (ampliamento dell’ala dei Rustici) si identifica con l’identità del luogo, confermando il rapporto quasi osmotico tra spazi architettonici e ambiente esterno che traspare nel carattere della villa come anche nelle opere degli artisti californiani Robert Irwin e James Turrell.

Villa Menafoglio Litta Panza. Proposta di ampliamento degli spazi espositivi e di servizio al pubblico

GIUNTA, MARTINA
2016/2017

Abstract

Villa Menafoglio Litta Panza, donated to FAI by collectors Giuseppe and Giovanna Panza di Biumo, is located on the hill of Biumo, near the historic center of Varese, in a context of typical villas of the Varese area. The villa dates back to the late seventeenth century, and had a considerable development during the ownership of the Marquis Menafoglio, who bought the "Casa da Nobile" from the Orrigoni counts in 1735. Enlarged by successive interventions by Luigi Canonica at the beginning of the nineteenth century and Piero Portaluppi in the 30s of the twentieth century, the residence assumed a new destination when the last owner, Giuseppe Panza, began to set up a collection of contemporary American art. The more than 150 works by American artists, inspired by the themes of light and color, harmoniously inserted into historic spaces, with Renaissance furnishings and precious collections of primary art, generate a perfect dialogue that reflects the intuition and sensibility of Giuseppe Panza. The museum complex, open to the public in 2000 thanks to the intervention of the FAI, has today enormous potential but also evident problems of organization of internal spaces and distribution that limit activities and hinder the visit experience . The analysis of these problems starts from the study of the current state, supplemented later by interviews, including that to the director of the villa, Anna Bernardini. The possibilities of growth of the Villa as a museum entity are many: the collector has linked the collection to the great name of the Guggenheim Foundation, creating an indissoluble relationship between the New York art museum and the Italian Environment Fund. Bringing such a strong brand to Varese, reconstituting this original belonging, would entail great appeal and great potential both for the museum complex of Villa Panza and for the Varese area. This would make Varese a place not only linked to the Guggenheim, but also linked to the 350 works from the Panza Collection that are present at the American foundation. From these premises would develop a reality of wide-ranging international exhibitions, which require services at the time the villa does not have, both as regards the reception, both for the inadequacy of size and museography, as well as for the lack of spaces to organize other activities related to the art world today. The project to reorganize the distribution layout and insert new functions and a new exhibition building (extension of the Rustici wing) is identified with the identity of the place, confirming the almost osmotic relationship between architectural spaces and the external environment that transpires in the character of the villa as well as in the works of Californian artists Robert Irwin and James Turrell.
COLOMBO, CRISTINA FEDERICA
SACCHETTI, MATTEO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
20-apr-2018
2016/2017
Villa Menafoglio Litta Panza, donata al FAI dai collezionisti Giuseppe e Giovanna Panza di Biumo, si colloca sul colle di Biumo, vicino al centro storico di Varese, in un contesto di ville di delizia tipico del territorio varesino. La villa risale alla fine del Seicento, ed ebbe un notevole sviluppo durante la proprietà del marchese Menafoglio, che acquistò la “Casa da Nobile” dai conti Orrigoni nel 1735. Ampliata da successivi interventi di Luigi Canonica all’inizio dell’Ottocento e Piero Portaluppi negli anni ‘30 del Novecento, la dimora assunse una nuova destinazione quando l’ultimo proprietario, Giuseppe Panza, iniziò ad allestirvi all’interno una collezione di arte contemporanea americana tra le più conosciute al mondo. Le oltre 150 opere di artisti americani, ispirate ai temi della luce e del colore, inserite in armonia negli spazi storici, con arredi rinascimentali e preziose collezioni di arte primaria, generano un perfetto dialogo che rispecchia l’intuito e la sensibilità di Giuseppe Panza, che individuò nella luce limpida e quasi trascendente di questo luogo un principio guida per le scelte di collezionismo. Il complesso museale, aperto al pubblico nel 2000 grazie all’intervento del FAI, si presenta oggi come una realtà complessa, con enormi potenzialità ma anche evidenti problemi di organizzazione di spazi interni e di distribuzione che limitano le attività e ostacolano l’esperienza di visita. L’analisi di queste problematiche parte dallo studio dello stato attuale, integrato successivamente da interviste, tra cui quella alla direttrice della villa, Anna Bernardini. Le possibilità di crescita della Villa quale entità museale sono moltissime: il collezionista ha legato la collezione al grande nome della Fondazione Guggenheim, creando un rapporto indissolubile tra il museo d’arte newyorkese e il Fondo per l’Ambiente Italiano. Portare un brand così forte a Varese, ricostituendo questa originaria appartenenza, comporterebbe una grande attrattività e una grande potenzialità sia per il complesso museale di Villa Panza, sia per il territorio varesino. Questo permetterebbe rendere Varese un luogo non solo legato al Guggenheim, ma legato anche alle 350 opere provenienti dalla Collezione Panza che sono presenti alla fondazione americana. Da queste premesse si svilupperebbe una realtà di mostre ad ampio respiro internazionale, che necessitano di servizi di cui al momento la villa non dispone, sia per quanto riguarda l’accoglienza, sia per sia per l’inadeguatezza dimensionale e museografica, oltre che per la mancanza di spazi dove organizzare altre attività correlate al mondo dell’arte oggi. Il progetto di riorganizzazione del layout distributivo e inserimento di nuove funzioni e di una nuova ala espositiva (ampliamento dell’ala dei Rustici) si identifica con l’identità del luogo, confermando il rapporto quasi osmotico tra spazi architettonici e ambiente esterno che traspare nel carattere della villa come anche nelle opere degli artisti californiani Robert Irwin e James Turrell.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/140613