The starting point of this dissertation goes back to an experience “on the field”, followed by a theorical and reflexive research focused on the themes of co-designing and the construction of contemporary artifacts. I was involved in the collective work of Constructlab - a community of architects and designers - and in particolar I took part in two projects realized respectively in july - august in Almada, Portugal and in december 2017 in Berlin. The first intervention concerned the reactivation of an archeological site. The second one focused on the design of classroom. Two different contexts with common dynamics. Following the insights collected during these experiences, I decided to widen the view on the topic and to explore a more theorical setting, searching for driving reasons of this “social” approach. I’ve outlined an historical frame, collecting and displaying the works of collectives which have experimented alternatives to conventional design. At last, I’ve elaborated considerations related to some particolar matters and perspectives concerning collective designing. During this path, I leave many open doors. Conscious that finding definite answers is less stimulating than formulating important questions, mine is an invitation to reflection around the role of space-designer in contemporaneity.

Questa tesi è il risultato di un’esperienza iniziata “sul campo” seguita da un percorso teorico riflessivo sul tema della coprogettazione e costruzione di artefatti temporanei. Ho seguito in prima persona il lavoro del collettivo Constructlab ed ho partecipato a due progetti che si sono svolti rispettivamente a luglio - agosto ad Almada in Portogallo e dicembre 2017 a Berlino. In un caso l’intervento ha riguardato la riattivazione di un sito archeologico, nell’atro la ri-progettazione di un’aula di studio. Due contesti diversi ma con delle dinamiche comuni. è stato doveroso, in seguito alle suggestioni derivate da queste esperienze, ampliare lo sguardo e ricercare in ambito più teorico le ragioni di questo approccio “dal basso”, anche in rapporto a chi, già in passato, ha cercato una alternativa alla progettazione tradizionale, più largamente conosciuta. Ai fini del medesimo scopo viene riportato il lavoro di alcuni collettivi che fungono da esempi di buone pratiche. In ultimo sono presentate delle riflessioni su questioni e aspetti che concernono un modo di fare progetto attraverso il lavoro collettivo. Nel difficoltoso tentativo di trarre una valutazione conclusiva lascio inevitabilmente delle porte aperte. Accade che a volte sia impossibile trovare delle risposte definite a determinate questioni ma questo non toglie l’importanza di porsi delle domande: l’invito è ad una riflessione, in particolare al ruolo del designer di spazi nella contemporaneità.

Progetto : il collettivo

NIKIC, NINA
2016/2017

Abstract

The starting point of this dissertation goes back to an experience “on the field”, followed by a theorical and reflexive research focused on the themes of co-designing and the construction of contemporary artifacts. I was involved in the collective work of Constructlab - a community of architects and designers - and in particolar I took part in two projects realized respectively in july - august in Almada, Portugal and in december 2017 in Berlin. The first intervention concerned the reactivation of an archeological site. The second one focused on the design of classroom. Two different contexts with common dynamics. Following the insights collected during these experiences, I decided to widen the view on the topic and to explore a more theorical setting, searching for driving reasons of this “social” approach. I’ve outlined an historical frame, collecting and displaying the works of collectives which have experimented alternatives to conventional design. At last, I’ve elaborated considerations related to some particolar matters and perspectives concerning collective designing. During this path, I leave many open doors. Conscious that finding definite answers is less stimulating than formulating important questions, mine is an invitation to reflection around the role of space-designer in contemporaneity.
ARC III - Scuola del Design
20-apr-2018
2016/2017
Questa tesi è il risultato di un’esperienza iniziata “sul campo” seguita da un percorso teorico riflessivo sul tema della coprogettazione e costruzione di artefatti temporanei. Ho seguito in prima persona il lavoro del collettivo Constructlab ed ho partecipato a due progetti che si sono svolti rispettivamente a luglio - agosto ad Almada in Portogallo e dicembre 2017 a Berlino. In un caso l’intervento ha riguardato la riattivazione di un sito archeologico, nell’atro la ri-progettazione di un’aula di studio. Due contesti diversi ma con delle dinamiche comuni. è stato doveroso, in seguito alle suggestioni derivate da queste esperienze, ampliare lo sguardo e ricercare in ambito più teorico le ragioni di questo approccio “dal basso”, anche in rapporto a chi, già in passato, ha cercato una alternativa alla progettazione tradizionale, più largamente conosciuta. Ai fini del medesimo scopo viene riportato il lavoro di alcuni collettivi che fungono da esempi di buone pratiche. In ultimo sono presentate delle riflessioni su questioni e aspetti che concernono un modo di fare progetto attraverso il lavoro collettivo. Nel difficoltoso tentativo di trarre una valutazione conclusiva lascio inevitabilmente delle porte aperte. Accade che a volte sia impossibile trovare delle risposte definite a determinate questioni ma questo non toglie l’importanza di porsi delle domande: l’invito è ad una riflessione, in particolare al ruolo del designer di spazi nella contemporaneità.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/140813