In spite of what people think, data are not objective, and neither their representation. Visualizing data is like creating an argumentative reasoning thanks to which it is possible to persuade a reader about the truth of what is shown in the representation. As a matter of fact, charts are visual reasonings whose contents are displayed due to the code of diagram language. Data, that are informative contents, turn into a visual form of expression by designers’ translation activity, which however does not always end up with a univocal meaning. It’s in this phase that misleading visualizations, that we call “visual fallacies”, can take place: they can produce an effective meaning that is way different from the literal (or denotative) one. The pragmatic interpretation oriented approach, that we relied upon through all our studies, was useful to focus on the meanings of data visualizations and on their possible, different, interpretations to whom a reader can get to. This, inevitably, made it necessary reflecting on the role of scope and context of diagrams, whose neglect would make impossible to define them as good or fallacious. Our research is supposed to provide readers with a theoretical contribution to the definition of a taxonomy of visual fallacies, in other words misleading data visualizations, based on the principles of semiotics, logics and theory of argumentation.

A dispetto di quanto si possa credere, i dati non sono oggettivi, e ancora di meno lo sono le loro rappresentazioni. Visualizzare i dati equivale a produrre un ragionamento argomentativo con il quale convincere un lettore della bontà di quanto sostenuto nella rappresentazione. I grafici sono a tutti gli effetti ragionamenti visuali i cui contenuti si esprimono attraverso i codici del linguaggio diagrammatico. Il passaggio da un dato, ossia un contenuto informativo, alla sua forma d’espressione avviene attraverso l’opera traduttiva dei progettisti, che tuttavia non si risolve in rappresentazioni dal significato sempre univoco. È in questo frangente che possono nascere visualizzazioni ingannevoli, che abbiamo chiamato “fallacie visive”, e che sono in grado di produrre un effetto di senso che si discosta dal significato letterale (o denotativo) del grafico. L’approccio pragmatico-interpretativo che abbiamo adottato nella nostra ricerca ha il pregio di mettere al centro i significati delle visualizzazioni di dati e le loro possibili, diverse, interpretazioni a cui un lettore può giungere. Questo, inevitabilmente, ha imposto la necessità di una riflessione sugli usi e sui contesti dei diagrammi, prescindendo dai quali non sarebbe possibile valutarne la bontà o l’ingannevolezza. Il nostro lavoro si propone di fornire un contributo teorico per la formulazione di una tassonomia delle fallacie visive, ovvero le rappresentazioni di dati ingannevoli, attraverso gli strumenti teorici propri della semiotica, della logica e della teoria dell’argomentazione.

Fallaviz. Fallacie visive nella rappresentazione dei dati

PINCINI, LUDOVICO
2016/2017

Abstract

In spite of what people think, data are not objective, and neither their representation. Visualizing data is like creating an argumentative reasoning thanks to which it is possible to persuade a reader about the truth of what is shown in the representation. As a matter of fact, charts are visual reasonings whose contents are displayed due to the code of diagram language. Data, that are informative contents, turn into a visual form of expression by designers’ translation activity, which however does not always end up with a univocal meaning. It’s in this phase that misleading visualizations, that we call “visual fallacies”, can take place: they can produce an effective meaning that is way different from the literal (or denotative) one. The pragmatic interpretation oriented approach, that we relied upon through all our studies, was useful to focus on the meanings of data visualizations and on their possible, different, interpretations to whom a reader can get to. This, inevitably, made it necessary reflecting on the role of scope and context of diagrams, whose neglect would make impossible to define them as good or fallacious. Our research is supposed to provide readers with a theoretical contribution to the definition of a taxonomy of visual fallacies, in other words misleading data visualizations, based on the principles of semiotics, logics and theory of argumentation.
ARC III - Scuola del Design
20-apr-2018
2016/2017
A dispetto di quanto si possa credere, i dati non sono oggettivi, e ancora di meno lo sono le loro rappresentazioni. Visualizzare i dati equivale a produrre un ragionamento argomentativo con il quale convincere un lettore della bontà di quanto sostenuto nella rappresentazione. I grafici sono a tutti gli effetti ragionamenti visuali i cui contenuti si esprimono attraverso i codici del linguaggio diagrammatico. Il passaggio da un dato, ossia un contenuto informativo, alla sua forma d’espressione avviene attraverso l’opera traduttiva dei progettisti, che tuttavia non si risolve in rappresentazioni dal significato sempre univoco. È in questo frangente che possono nascere visualizzazioni ingannevoli, che abbiamo chiamato “fallacie visive”, e che sono in grado di produrre un effetto di senso che si discosta dal significato letterale (o denotativo) del grafico. L’approccio pragmatico-interpretativo che abbiamo adottato nella nostra ricerca ha il pregio di mettere al centro i significati delle visualizzazioni di dati e le loro possibili, diverse, interpretazioni a cui un lettore può giungere. Questo, inevitabilmente, ha imposto la necessità di una riflessione sugli usi e sui contesti dei diagrammi, prescindendo dai quali non sarebbe possibile valutarne la bontà o l’ingannevolezza. Il nostro lavoro si propone di fornire un contributo teorico per la formulazione di una tassonomia delle fallacie visive, ovvero le rappresentazioni di dati ingannevoli, attraverso gli strumenti teorici propri della semiotica, della logica e della teoria dell’argomentazione.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/140912