This work stems from the need to find the answers to problems encountered in the analysis of the city examined, both from a theoretical point of view, through the study of its history, and through the direct observation of the place. The method adopted was that of the continuous verification of the proposed solutions through their own refutation. The observation of the ways in which the city is used by its users, the conformation of the urban fabric and the abuse of motorized means of transport, especially within the Medina, meant that one tried to imagine a place more livable. A further step was to verify the diversity of users who invest the various parts of the city from the moment in which the flow of wealth tends to follow the flow of tourism moved to the western part of the old city and the Ville Nouvelle, circumscribed to the monuments and to the central souks, to the Gueliz and the Hivernage, already in the colonial era. The problems encountered have suggested a possible intervention aimed at re-functionalising the area between the el-Khemis production center, the Bab el-Khemis gate and the northern limit of the Medina. The park, similar to an urban void, is currently a temporary resting place under utilized serving the city during the informal market hours and the route between the suq and the urban gate. These observations have generated the need to make the place alive not only during the hours of the market and the opening of the souq but also during the rest of the day and evening. The built space collaborates with that apparently un-built where the garden is the backbone of the whole system that is integrated and confirmed by the art academy in a continuous dialogue and confrontation with Madina in the south, and the new city in north. It takes shape from the tradition of the Islamic garden strongly rooted in the city: its geometries and its essences are juxtaposed taking into consideration the needs of the place and its nature. The academy is the natural consequence of all the reasoning followed, it is the fulfillment of the park and the productive center as its natural extension and projection towards the global market.

Questo lavoro nasce dalla necessità di trovare le risposte a problematiche riscontrate nell’analisi della città presa in esame, sia dal punto di vista teorico, attraverso lo studio di della sua storia, che attraverso l’osservazione diretta del luogo. Il metodo adottato è stato quello della continua verifica delle soluzioni proposte attraverso la loro stessa confutazione. L’osservazione dei modi d’uso della città da parte dei suoi utenti, la conformazione del tessuto urbano e l’abuso dei mezzi di trasporto motorizzati, in particolar modo all’interno della Medina, ha fatto sì che si provasse ad immaginare un luogo più vivibile. Un passo ulteriore è stato quello di verificare la diversità di utenza che investe le varie parti della città dal momento in cui il flusso della ricchezza tende a seguire il flusso del turismo spostato nella fascia occidentale della città vecchia e della Ville Nouvelle, circoscritto ai monumenti e ai suq centrali, al Gueliz e l’Hivernage, già in epoca coloniale. I problemi riscontrati hanno suggerito un possibile intervento che mira alla ri-funzionalizzazione dell’area situata tra il centro di produzione di el-Khemis, la porta di bab el-Khemis e il limite settentrionale della Medina. Il parco, assimilabile ad un vuoto urbano, è attualmente un luogo di sosta temporanea sotto utilizzato che serve la città negli orari del mercato informale e nel tragitto tra dal suq alla porta urbana. Queste osservazioni hanno generato la necessità di rendere vivo il luogo non solo durante le ore del mercato e di apertura del suq ma anche nel resto della giornata e della sera. Lo spazio costruito collabora con quello apparentemente non-costruito dove il giardino è l’elemento portante dell’intero sistema che viene integrato e confermato dall’accademia d’arte in un continuo dialogo e confronto con la Madina a sud, e la città nuova a nord. Esso prende forma dalla tradizione del giardino islamico fortemente radicata nella città: i suoi geometrismi e le sue essenze sono giustapposte tenendo in considerazione le necessità del luogo e della sua natura. L’accademia è la naturale conseguenza di tutto il ragionamento seguito, è il compimento del parco e del centro produttivo quale sua naturale estensione e proiezione verso il mercato globale.

Marrakech academy. Un vecchio-nuovo distretto per la città

VICECONTI, FRANCESCO
2016/2017

Abstract

This work stems from the need to find the answers to problems encountered in the analysis of the city examined, both from a theoretical point of view, through the study of its history, and through the direct observation of the place. The method adopted was that of the continuous verification of the proposed solutions through their own refutation. The observation of the ways in which the city is used by its users, the conformation of the urban fabric and the abuse of motorized means of transport, especially within the Medina, meant that one tried to imagine a place more livable. A further step was to verify the diversity of users who invest the various parts of the city from the moment in which the flow of wealth tends to follow the flow of tourism moved to the western part of the old city and the Ville Nouvelle, circumscribed to the monuments and to the central souks, to the Gueliz and the Hivernage, already in the colonial era. The problems encountered have suggested a possible intervention aimed at re-functionalising the area between the el-Khemis production center, the Bab el-Khemis gate and the northern limit of the Medina. The park, similar to an urban void, is currently a temporary resting place under utilized serving the city during the informal market hours and the route between the suq and the urban gate. These observations have generated the need to make the place alive not only during the hours of the market and the opening of the souq but also during the rest of the day and evening. The built space collaborates with that apparently un-built where the garden is the backbone of the whole system that is integrated and confirmed by the art academy in a continuous dialogue and confrontation with Madina in the south, and the new city in north. It takes shape from the tradition of the Islamic garden strongly rooted in the city: its geometries and its essences are juxtaposed taking into consideration the needs of the place and its nature. The academy is the natural consequence of all the reasoning followed, it is the fulfillment of the park and the productive center as its natural extension and projection towards the global market.
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
20-apr-2018
2016/2017
Questo lavoro nasce dalla necessità di trovare le risposte a problematiche riscontrate nell’analisi della città presa in esame, sia dal punto di vista teorico, attraverso lo studio di della sua storia, che attraverso l’osservazione diretta del luogo. Il metodo adottato è stato quello della continua verifica delle soluzioni proposte attraverso la loro stessa confutazione. L’osservazione dei modi d’uso della città da parte dei suoi utenti, la conformazione del tessuto urbano e l’abuso dei mezzi di trasporto motorizzati, in particolar modo all’interno della Medina, ha fatto sì che si provasse ad immaginare un luogo più vivibile. Un passo ulteriore è stato quello di verificare la diversità di utenza che investe le varie parti della città dal momento in cui il flusso della ricchezza tende a seguire il flusso del turismo spostato nella fascia occidentale della città vecchia e della Ville Nouvelle, circoscritto ai monumenti e ai suq centrali, al Gueliz e l’Hivernage, già in epoca coloniale. I problemi riscontrati hanno suggerito un possibile intervento che mira alla ri-funzionalizzazione dell’area situata tra il centro di produzione di el-Khemis, la porta di bab el-Khemis e il limite settentrionale della Medina. Il parco, assimilabile ad un vuoto urbano, è attualmente un luogo di sosta temporanea sotto utilizzato che serve la città negli orari del mercato informale e nel tragitto tra dal suq alla porta urbana. Queste osservazioni hanno generato la necessità di rendere vivo il luogo non solo durante le ore del mercato e di apertura del suq ma anche nel resto della giornata e della sera. Lo spazio costruito collabora con quello apparentemente non-costruito dove il giardino è l’elemento portante dell’intero sistema che viene integrato e confermato dall’accademia d’arte in un continuo dialogo e confronto con la Madina a sud, e la città nuova a nord. Esso prende forma dalla tradizione del giardino islamico fortemente radicata nella città: i suoi geometrismi e le sue essenze sono giustapposte tenendo in considerazione le necessità del luogo e della sua natura. L’accademia è la naturale conseguenza di tutto il ragionamento seguito, è il compimento del parco e del centro produttivo quale sua naturale estensione e proiezione verso il mercato globale.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/140935