L'arte della solitudine. Riuso e valorizzazione di un’architettura carceraria come azione culturale

Designing a center for Contemporary art requires the development of many themes. The concept chosen to keep together all the themes of the thesis is the solitude. The project transforms the abandoned prison of Santa Caterina in a contemporary art museum. The process of creating art is one of the manifestations of the solitude. The artists usually work and create in solitude, but also the visitors observe and analyse art pieces in solitude. Being able to remain alone and isolated from the world is the only way to comprehend and express ones imagination. This is what makes it possible to share art. Although the project guidelines come from the competition for young architects- Art Prison, there is a strong element of personal research and interest regarding contemporary art in all its’ forms. The idea of the intervention is to remain as much in contact with nature as possible, without changing the presence and the importance of the castle. The masterplan follows the natural geometry of the area. The designed structures are not aggressive, mostly thanks to the accurately chosen materials and the small scale of the objects. The elements are solitary and independent, but at the same time they are part of a system that keeps together the hole complex. The key concepts of the thesis are understand, observe, create, imagine, explained in an interview with Alessio Barchitta, Sicilian artist, and two timetables that highlight some important episodes of the art of XX century. Together with the luxury suites, the gourmet restaurant and the culture center, the project introduces two types of residential units. The first represents the typical composition of the cabin with a sea view and the necessary services that guarantee a pleasant and sophisticated stay. The structure is light, easy and fast to assemble and eventually be removed. The second type of residential unit is the Atelier. The aluminium external shell of the three houses, transforms the volumes from rigid and geometrical to mystic objects, captured by the rocks. The artists who the Art Ateliers as a platform for their projects, remain in the solitude that the creating of art requires. The solitude finds its’ application also during the long pedestrian path that leads to the castle. Here one finds himself alone, surrounded by art pieces, but an almost invisible network of luminescent and acoustic devices reminds every single visitor that art is and has to be collective.

Progettare un centro d’arte contemporanea già di per sé richiede lo sviluppo di molti temi. Il concept scelto, il tema di fondo della tesi, è la solitudine. Si tratta di un progetto per il recupero e la valorizzazione di una prigione abbandonata da più di un secolo, da convertire in un centro d’arte contemporanea. Non è forse il fare artistico una delle più autentiche manifestazioni della solitudine? Sia perché, da un lato, l’artista crea in solitudine, sia perché, dall’altro, lo spettatore osserva in solitudine, il saper isolarsi è l’unico modo per poter fare e comprendere, per dare espressione alla propria immaginazione. E ciò diventa fondamentale per poi essere in grado di condividere. Le linee guida del progetto nascono sì dal bando del concorso Art Prison, ma il tema proposto è frutto di una ricerca ed interesse personale per l’arte contemporanea in tutte le sue forme. L’idea dell’intervento è rimanere il più possibile in contatto con la natura, senza compromettere l’imponente Forte di Santa Caterina, il punto più alto dell’isola di Favignana. L’insediamento si impone di seguire, così, il naturale sviluppo del terreno; vengono inserite delle strutture poco invadenti, sopratutto per quanto riguarda la scelta dei materiali e la scala degli oggetti stessi. Si tratta di elementi solitari e indipendenti, ma allo stesso tempo facenti parte di un solo sistema, il che permette lo sviluppo di un completo disegno d’insieme. L’incipit della tesi introduce alcuni dei concetti da applicare poi nella realizzazione delle opere. Quindi un’intervista con Alessio Barchitta (artista siciliano) e una veloce carrellata degli avvenimenti più curiosi dell’arte del XX secolo (sia per quanto riguarda l’opera che lo spazio del museo) vogliono mettere in evidenza i concetti chiave. Ovvero: capire, inquadrare, creare, osservare, immaginare. Insieme alle luxury suite, il ristorante gourmet e il culture center, il progetto introduce due tipologie di abitazioni. La prima suggerisce la tipica composizione della cabina, poggiata sullo scoglio nella sua parte più ripida, in modo da garantire una vista totalmente libera verso il Mediterraneo e le opere esposte. La struttura è stata studiata per assicurare un veloce assemblaggio e una facile rimozione, quindi un’assoluta flessibilità nella quantità e nella disposizione dei moduli. La seconda tipologia abitativa che la tesi tratta in dettaglio è lo studio d’artista. I cosiddetti Art Ateliers si mimetizzano nel contesto, grazie alla scelta dell’alluminio che trasforma i volumi solidi in oggetti mistici inseriti nelle rocce, lasciando l’artista nell’isolamento che il creare l’arte richiede. Il tema della solitudine trova la sua applicazione anche nel percorso pedonale d’arrivo al castello, costellato di opere a cielo aperto. Qui, infatti, ognuno è libero di visitare il vasto sito in solitudine. Ma, allo stesso tempo, la rete di comunicazione telematica di suoni e luci ricorda ad ogni singolo che l’arte è e deve essere, comunque, collettiva.