Gizmo. Greco Breda : new ways of aggregation

Abstract. This thesis starts from a reflection arisen from a competition called "Reinventing Cities" and started by the C40 Cities Climate Leadership Group, which included the start of a resilient urban regeneration with zero emissions. This competition covered 16 cities, bringing together 45 underused sites to be rebuilt, including numerous open spaces, abandoned buildings, a former airport site, historic residences, unused markets, car parks to be transformed, and a disused incinerator with adjoining landfill. Part of all these abandoned areas is also the hub of the Greco-Breda railway of Milan, a place, a portion of the city and an area, taken into consideration for the development of this work. The main aim was to give a strong and clear connotation to the entire urban area, within which the Greco-Breda station seems to be configured as a beating heart capable of simultaneously radiating the entire portion of the city, through the flow of people who every day take advantage of the transport services offered, and at the same time, cut the city itself, creating a clear break between two strips of land to the east and west of the station. The desire to characterize the area more, through the addition of some functions linked to leisure and entertainment, stems from an initial analysis of the context surrounding the railway, thanks to which we could find some shortcomings of a social and functional nature, especially as it regards services that can unify the entire pre-existing fabric made of work, cultural and university activities. The reflections made during the whole analysis of the area converged on the idea of giving a certain and recognizable "Connotation" to this portion of the city, full of unexpressed potential and deeply split by the railway element. This same element unites, connects, creates bonds, connects, along its longitudinal development, but that divides, indents, separates and interrupts the transversal exchanges of the city. From these initial considerations, there were two main urgent matters for us: the first, to respond to a functional-formal need, with the aim of creating a new distribution order for all those elements that serve to generate the complexity of the city and through these, to heal the wound opened by the railway system; the second, to try to face today's architecture challenge, namely that of a new social class of travelers, who carry with them a wealth of knowledge and collaborations that cross geographical boundaries. Their role is central as they help to unite and create cultures, exchange information and generate different spaces and ways of experiencing the city. In addition, to add to the novelty that these city users bring with them in their trolleys, there is certainly the new time dimension that this class of people is facing, having to move, even if just for an hour, a day, a week, a month or a year. Architecture is therefore faced with dynamics and relationships in which time and space vary from those we are used to. Needs change, and with them the way of responding through architecture should also change. Strengthened by these contents and principles, the work is a twofold attempt: formal-compositional on one hand, creating new organizational layers structuring a complex city, and social on the other, trying to respond to those needs born from new mechanisms of interchange. It is precisely from these interchanges, from the social mix created thanks to the movements of current city users, that a new language is born: a completely renewed form of "Pidgin", in which different actors meet, exchange ideas, collaborate and cooperate, without any physical barrier. In this new social and urban context, the theme of the "Trading Zone" fits perfectly, capable of interacting different functions and activities, generating an architectural polygamy: GIZMO.

Abstract. Questa tesi nasce da una riflessione scaturita da un concorso intitolato "Reinventing Cities" ed avviato dal C40 Cities Climate Leadership Group, il quale prevedeva l'avviamento di una rigenerazione urbana resiliente e a zero emissioni. Questo concorso prendeva in considerazione 16 città, individuando insieme 45 siti sottoutilizzati da ricostruire, compresi numerosi spazi liberi, edifici abbandonati, il sito di un ex aeroporto, dimore storiche, mercati inutilizzati, parcheggi da trasformare, e un inceneritore dismesso con annessa discarica. Parte di tutte queste aree dismesse e in stato di abbandono è anche lo scalo del treno Greco-Breda di Milano, luogo, porzione di città ed area, preso in esame per lo svolgimento di questo elaborato di tesi. Lo scopo principale è stato quello di attribuire una forte e chiara connotazione all'intera area urbana, all'interno della quale la stazione Greco-Breda sembra configurarsi come cuore pulsante capace contemporaneamente di irradiare capillarmente l'intera porzione di città, tramite il flusso di persone che ogni giorno sfruttano i servizi di trasporto offerti, e allo stesso momento, recidere la città stessa, creando una netta cesura tra due i lembi di terra ad est e ovest della stazione ferroviaria. La volontà di caratterizzare maggiormente l'area, mediante l'aggiunta di alcune funzioni legate ai temi del leisure e dell'entertainment, scaturisce da una iniziale analisi del contesto circostante la ferrovia, grazie alla quale ci è stato possibile riscontrare alcune carenze di tipo sociale e funzionale, specialmente per quanto riguarda servizi in grado di unificare l'intero tessuto preesistente fatto di attività lavorative, culturali e universitarie. Le riflessioni operate durante tutto il percorso di analisi dell'area convergevano nell'idea di conferire una determinata e riconoscibile "Vocazione" a questa porzione di città, carica di potenziale inespresso e spaccata profondamente dall'elemento ferroviario. Questo stesso elemento unisce, mette in comunicazione, crea legami, connette, lungo il suo sviluppo longitudinale, ma che divide, frastaglia, separa e interrompe gli scambi trasversali della città. Da queste iniziali considerazioni le urgenze per noi sono state due principalmente: la prima, rispondere ad una esigenza funzionale-formale, con l'obiettivo di creare un nuovo ordine distributivo di tutti quegli elementi serventi utili a generare la complessità della città e tramite questi, rimarginare la ferita aperta dal sistema ferroviario; la seconda, provare a fronteggiare la sfida che l'architettura odierna si trova ad affrontare, ossia quella di una nuova classe sociale di viaggiatori, che portano con sé un bagaglio di conoscenza e collaborazioni che scavalcano i confini geografici. Il loro ruolo è centrale in quanto contribuiscono ad unire e creare culture, scambiare informazioni e generare spazi e modi differenti di vivere la città. Inoltre, ad aggiungersi alla novità che questi city users portano con loro nei propri trolleys, vi è sicuramente la nuova dimensione temporale che questa classe di persone si trova ad affrontare, dovendo spostarsi fosse per un'ora, un giorno, una settimana, un mese o un anno. L'architettura si trova quindi ad affrontare dinamiche e relazioni in cui tempo e spazio variano rispetto a quelle cui siamo abituati. Le necessità e i bisogni mutano, e con essi dovrebbe farlo anche il modo di dare risposta tramite l'architettura. Forti di questi contenuti e principi, il lavoro tenta di configurarsi come un duplice tentativo: formale-compositivo da un lato, creando nuovi layers organizzativi strutturanti una città complessa, e sociale dall'altro, tentando di rispondere a quei bisogni nati da nuovi meccanismi di interscambio. È proprio da questi interscambi, dal mix sociale che si crea grazie agli spostamenti degli attuali city users, che nasce un nuovo linguaggio: una forma di "Pidgin" completamente rinnovata, in cui diversi attori si incontrano, scambiano idee, collaborano e cooperano, senza alcuna barriera fisica. In questo nuovo contesto sociale ed urbano si inserisce perfettamente la tematica della "Trading Zone", capace di far interagire diverse funzioni ed attività, generando una poligamia architettonica: GIZMO.