Venice is facing, with a costant pace, a continuous depopulation which led it to have 53.000 inhabitants in 2018 compared to the former 174.000 registered in 1951. If the bad living conditions the city presented in the final decades of the last century could be the main cause of this phenomenon, a second factor then proved to be the main responsible: the city being turned into a museum. This fact has socio-economic implications on one side and formal ones on the other. From a socio-economic point of view, the fact Venice relies almost exclusively on tourism means that local shops are replaced by services for tourists and that turning a house into a tourist accomodation is much more profitable. From a formal point of view, instead, this means that nothing in the city can be modified, as it would negatively impact the image the touristic flow is attracted by. But after all, Venice is still a city, where people live and work, with spaces waiting for projects, where the issues of a clearly extraordinary city are the same a “normal” city faces. Against all odds, the city holds a strong position in the cultural field, especially in academic and artistic sectors, and gains and loses new—often temporary—residents every six months. Hence the proposed project for a longtime abandoned site nearby the Scuola Grande della Misericordia, in Cannaregio. The project proposes the adaptation of the traditional Palazzo typology, either from a formal—structural point of view and from a functional one, hosting living and working spaces in the same building. It simulates, by proposing different dwelling typologies, the silent transformations the majority of the Venetian buildings underwent in the last years to maximise their touristic accomodation capability. It aims at fulfilling the needs of this new Venetian population which, even though temporary, is growing, has a positive impact on the social fabric and can represent a possible way out for a city which is demographically demonstrating its destruction.

Venezia affronta, con ritmo costante dal 1951, uno spopolamento che l’ha portata ad avere, nel 2018, 53.000 abitanti a fronte degli originari 174.000. Se tra le cause iniziali di questo fenomeno si possono indicare le cattive condizioni del patrimonio edilizio riscontrabili negli ultimi decenni del secolo scorso, un secondo fattore è successivamente diventato il principale responsabile di questo decremento demografico: la museificazione della città. Questo fenomeno ha implicazioni socio-economiche da una parte e formali dall’altra. Da un punto di vista socio-economico, il fatto che Venezia viva quasi esclusivamente di turismo fa sì che le attività locali vengano quasi completamente sostituite da servizi per i turisti e che trasformare un’abitazione in un’attività ricettiva sia molto più redditizio. Da un punto di vista formale, invece, significa che niente può essere modificato, pena l’alterazione di un equilibrio di immagine che nuocerebbe all’interesse turistico che la città correntemente riscuote. Ma dopo tutto questo, Venezia resta una città, con delle persone che in quella città vivono e lavorano, con degli spazi non ancora risolti, dove i problemi di una città palesemente eccezionale sono poi gli stessi problemi di una città “normale”. Contro ogni tendenza, la città conserva forte interesse nel campo culturale, in particolare nei settori accademici e artistici, e con cadenza semestrale si riempie e si svuota di nuovi—spesso temporanei—residenti. Da qui la proposta di progetto per un sito da anni abbandonato, nei pressi della Scuola Grande della Misericordia, nel sestiere di Cannaregio. Il progetto propone la rivisitazione della tradizionale tipologia del Palazzo, sia da un punto di vista di forma e struttura, sia da un punto di vista di programma, ospitando attività di lavoro e spazi di abitazione. Simula, nella proposta di diverse tipologie abitative, le trasformazioni silenti che la maggior parte degli edifici di Venezia ha affrontato negli ultimi anni per massimizzare la ricevittività turistica di ogni spazio. Cerca di soddisfare le necessità abitative di questa nuova popolazione veneziana impegnata nell’università e nell’arte che, pur temporanea, è in crescita, ha un impatto positivo sul tessuto sociale ed economico della città e può rappresentare una possibile via d’uscita per una città che sta demograficamente dimostrando la sua distruzione.

Project for

MORO, EMANUELE
2016/2017

Abstract

Venice is facing, with a costant pace, a continuous depopulation which led it to have 53.000 inhabitants in 2018 compared to the former 174.000 registered in 1951. If the bad living conditions the city presented in the final decades of the last century could be the main cause of this phenomenon, a second factor then proved to be the main responsible: the city being turned into a museum. This fact has socio-economic implications on one side and formal ones on the other. From a socio-economic point of view, the fact Venice relies almost exclusively on tourism means that local shops are replaced by services for tourists and that turning a house into a tourist accomodation is much more profitable. From a formal point of view, instead, this means that nothing in the city can be modified, as it would negatively impact the image the touristic flow is attracted by. But after all, Venice is still a city, where people live and work, with spaces waiting for projects, where the issues of a clearly extraordinary city are the same a “normal” city faces. Against all odds, the city holds a strong position in the cultural field, especially in academic and artistic sectors, and gains and loses new—often temporary—residents every six months. Hence the proposed project for a longtime abandoned site nearby the Scuola Grande della Misericordia, in Cannaregio. The project proposes the adaptation of the traditional Palazzo typology, either from a formal—structural point of view and from a functional one, hosting living and working spaces in the same building. It simulates, by proposing different dwelling typologies, the silent transformations the majority of the Venetian buildings underwent in the last years to maximise their touristic accomodation capability. It aims at fulfilling the needs of this new Venetian population which, even though temporary, is growing, has a positive impact on the social fabric and can represent a possible way out for a city which is demographically demonstrating its destruction.
DI ROBILANT, MANFREDO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
20-apr-2018
2016/2017
Venezia affronta, con ritmo costante dal 1951, uno spopolamento che l’ha portata ad avere, nel 2018, 53.000 abitanti a fronte degli originari 174.000. Se tra le cause iniziali di questo fenomeno si possono indicare le cattive condizioni del patrimonio edilizio riscontrabili negli ultimi decenni del secolo scorso, un secondo fattore è successivamente diventato il principale responsabile di questo decremento demografico: la museificazione della città. Questo fenomeno ha implicazioni socio-economiche da una parte e formali dall’altra. Da un punto di vista socio-economico, il fatto che Venezia viva quasi esclusivamente di turismo fa sì che le attività locali vengano quasi completamente sostituite da servizi per i turisti e che trasformare un’abitazione in un’attività ricettiva sia molto più redditizio. Da un punto di vista formale, invece, significa che niente può essere modificato, pena l’alterazione di un equilibrio di immagine che nuocerebbe all’interesse turistico che la città correntemente riscuote. Ma dopo tutto questo, Venezia resta una città, con delle persone che in quella città vivono e lavorano, con degli spazi non ancora risolti, dove i problemi di una città palesemente eccezionale sono poi gli stessi problemi di una città “normale”. Contro ogni tendenza, la città conserva forte interesse nel campo culturale, in particolare nei settori accademici e artistici, e con cadenza semestrale si riempie e si svuota di nuovi—spesso temporanei—residenti. Da qui la proposta di progetto per un sito da anni abbandonato, nei pressi della Scuola Grande della Misericordia, nel sestiere di Cannaregio. Il progetto propone la rivisitazione della tradizionale tipologia del Palazzo, sia da un punto di vista di forma e struttura, sia da un punto di vista di programma, ospitando attività di lavoro e spazi di abitazione. Simula, nella proposta di diverse tipologie abitative, le trasformazioni silenti che la maggior parte degli edifici di Venezia ha affrontato negli ultimi anni per massimizzare la ricevittività turistica di ogni spazio. Cerca di soddisfare le necessità abitative di questa nuova popolazione veneziana impegnata nell’università e nell’arte che, pur temporanea, è in crescita, ha un impatto positivo sul tessuto sociale ed economico della città e può rappresentare una possibile via d’uscita per una città che sta demograficamente dimostrando la sua distruzione.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/140966