MAD. Museo albergo diurno

The project involves the reconnection of an abandoned, but not forgotten site with the city of Milan: the Albergo Diurno Metropolitano Venezia, undeground space under Piazza Oberdan, in Corso Buenos Aires. A very active place since its opening in 1926 which continued its activity for 80 years, until its definitive closure in 2006. In 2015 the FAI rediscovered this space and now he manages it. The improvement of the connection with the subway, the redesign of the Spazio Oberdan, the creation of a new front of the Diurno, an external pedestrian route and the design of high element above the square, the cantilever roof, allow to make the Albergo Diurno an urban element no longer hidden, but well exposed and visible to every passers-by. The Albergo Diurno loses its original function and becomes a museum. A museum that deals with three different themes: the period between the very first years and the thirties that expose several pieces of furniture Art Nouveau and Decò, the Diurno as it was, in the past, and it is today, and finally, the temporary collection that offers spaces to those artists who have created, or will create works for this particular space. The architectural interventions aim to make the place recognizable thanks to the use of pure defined volumes, and to the combination of different materials, which deviate from the rich context in which it is inserted. The museum set-up, inside the Albergo Diurno, aims not to contaminate the intrinsic quality of the spaces, inserting and adapting itself in each case but maintaining a precise identity thanks to the use of a regular composition of the exhibition panel. The formal and material detachment of the interventions, both architectural and exhibition, make the project identifiable and distinguishable from the context of the city and the Albergo Diurno.

Il progetto prevede la riconnessione di un luogo semi-abbandonato, ma non dimenticato, con la città: l’Albergo Diurno Metropolitano Venezia, situato sotto Piazza Oberdan, alle porte di Corso Buenos Aires. Luogo attivissimo sin dall’apertura nel 1926, ha continuato la sua attività per ottant’anni, fino alla definitiva chiusura avvenuta nel 2006. Il 2015 vede la riscoperta di questo spazio da parte del FAI che ora ne gestisce gli ambienti. La valorizzazione del collegamento con la metropolitana, la riprogettazione dello Spazio Oberdan, la liberazione di un fronte del Diurno, la creazione di un percorso esterno e l’aggiunta di elementi segnaletici in quota, le pensiline, hanno permesso di rendere l’Albergo Diurno un elemento urbano non più celato, ma esposto e visibile ai fruitori, occasionali e non, della zona. L’Albergo Diurno perde la sua funzione originaria e si trasforma in un museo. Un museo che affronta diversi temi: il periodo che oscilla tra i primissimi anni e gli anni Trenta del ventesimo secolo, esponendo allo spettatore diversi pezzi di arredo liberty e decò, se stesso, ossia l’esposizione di come il diurno era ed è, ed infine la collezione temporanea che offre spazi a quegli artisti che hanno creato, o creeranno opere ad hoc per lo spazio in questione, facendo di questo luogo la propria ispirazione. Gli interventi architettonici mirano a rendere riconoscibile il luogo grazie all’utilizzo di volumetrie pure definite, e all’accostamento di materiali diversi, che si discostano dal ricco contesto nel quale si inserisce. L’allestimento all’interno dell’Albergo Diurno, invece, mira alla non contaminazione della qualità intrinseca degli spazi, inserendosi, e adattandosi, di volta in volta al luogo, ma mantenendo un’identità precisa grazie all’utilizzo di una composizione di geometrie regolari. Il distaccamento formale e materico degli interventi, sia architettonici, che di allestimento, tendono rendere riconoscibile e distinguibile il progetto dal contesto, che esso sia la città, o l’interno del diurno.